Ormoni e coagulazione, una relazione “pericolosa”

MILANO (ITALPRESS) – Il rapporto tra ormoni e coagulazione è complesso e, in particolare nella donna, varia a seconda della fase della vita. La pillola contraccettiva può interferire, accentuando la tendenza naturale del sangue a coagulare e aumentando il rischio di coaguli di sangue nelle arterie e nelle vene, i cosiddetti ‘trombi’ che possono causare eventi gravi. La gravidanza è in assoluto il periodo in cui il rischio della formazione di trombi è più elevato, con intensità diversa in ogni donna, a maggior ragione in caso di gravidanza supportata da terapie ormonali. La menopausa è una fase delicata in cui spesso si manifestano sintomi che hanno un forte impatto sulla qualità della vita: prima della menopausa, le donne sono meno colpite da infarto rispetto agli uomini, mentre dopo, l’incidenza è simile. Questa osservazione ha portato la ricerca a ipotizzare che il prolungamento della vita fertile mediante terapia ormonale sostitutiva potesse ridurre la probabilità di infarti nelle donne, oltre a ridurre i sintomi da menopausa. La coagulazione è quel meccanismo straordinariamente sofisticato e molto importante che permette al sangue di scorrere veloce e fluido dentro tutto il nostro sistema idraulico” mentre trombosi “vuol dire che si forma un coagulo di sangue in un punto o in un momento in cui non si doveva formare: è un eccesso di zelo” che “può portare eventi molto importanti come l’infarto del miocardio, l’ischemia cerebrale e l’embolia polmonare”, ha detto la professoressa Lidia Rota, ematologa specialista in ematologia e malattie cardiovascolari da trombosi, che nel 1987 ha fondato l’Associazione per la Lotta alla Trombosi e la malattia cardiovascolare (ALT), intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.

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