Stop al gas russo, nessun allarme ma il prezzo corre

ROMA (ITALPRESS) – Il blocco dei flussi di gas russo attraverso l’Ucraina, scattato il giorno di Capodanno, non ha scatenato allarmi immediati in Italia, ma la preoccupazione per possibili ripercussioni a livello europeo resta.

Secondo i dati di Snam, nel nostro Paese, a dicembre, sono giunti 526 milioni di metri cubi di gas da Tarvisio, snodo attraverso cui passa il gas russo.

Tuttavia, nell’ultima settimana del mese, i flussi si sono praticamente fermati.

La domanda per il 2025, stimata a circa 61 miliardi di metri cubi, non è in pericolo, grazie a una serie di misure per la diversificazione delle forniture.

Il governo italiano ha attuato una strategia mirata a ridurre la dipendenza dal gas russo, supportata anche da Eni, che non importa più gas di Mosca da due anni.

Inoltre, grazie a un ampio investimento nelle infrastrutture, come i rigassificatori di Piombino e Ravenna, e al potenziamento degli stoccaggi, che ora sono pieni all’80%, l’Italia avrebbe le spalle coperte.

A conferma di ciò, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, ha rassicurato sulle scorte, ma ha anche annunciato ulteriori misure per ottimizzare la giacenza di gas durante la stagione invernale.

E ha rinnovato l’appello all’Unione Europea per l’introduzione di soluzioni – come il tetto di costo – che proteggano i Paesi membri dalla volatilità dei prezzi energetici.

Nonostante questi segnali di stabilità, il prezzo del gas ha continuato la sua corsa al rialzo.

Dopo una lieve discesa sotto i 50 euro al megawattora, le quotazioni sono tornate ad aumentare, con un incremento del 3,3% a 50,47 euro al megawattora.

Le previsioni indicano che i prezzi potrebbero salire ulteriormente, arrivando a 70 euro/ megawattora, soprattutto a causa della bassa offerta e delle temperature rigide.

sat/gsl


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