È morto Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia
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Si è spento a Ginevra a 86 anni. Una vita segnata dall'esilio e dalle controversie.
Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell'ultimo re d'Italia Umberto II, si è spento ieri mattina a Ginevra all'età di 86 anni. La sua vita è stata segnata da eventi storici di grande rilievo, come il referendum del 1946 che abolì la monarchia in Italia e l'esilio in Svizzera che ne seguì per la famiglia Savoia.
Un'infanzia da principe e l'esilio in Svizzera
Nato a Napoli nel 1937, Vittorio Emanuele era l'erede al trono d'Italia. Aveva solo nove anni quando, in seguito al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, la monarchia fu abolita e la famiglia Savoia fu costretta all'esilio. Suo padre Umberto II era stato re per un solo mese, dall'abdicazione del padre Vittorio Emanuele III alla proclamazione della Repubblica, e per questo era stato soprannominato il "re di maggio".
Il rientro in Italia e le controversie
Nel 2002, in vista dell'abolizione della XIII disposizione transitoria della Costituzione Italiana, che vietava il rientro in Italia ai discendenti maschi di Re Umberto II, Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio Emanuele Filiberto scrissero una lettera al Presidente della Repubblica Italiana. Nella missiva, entrambi giurarono per iscritto "fedeltà alla Costituzione repubblicana e al nostro Presidente della Repubblica".
La lettera, firmata da entrambi i Savoia, rappresentava un atto di pacificazione e un impegno a rispettare le istituzioni democratiche italiane. Con questa dichiarazione ufficiale, i Savoia intendevano prendere posizione sulle accese discussioni in corso al Parlamento italiano sull'abolizione delle norme che impedivano il loro ritorno in patria.
Il 2003 segnò una svolta storica: la XIII disposizione fu cancellata e i discendenti maschi di Re Umberto II poterono finalmente rientrare in Italia. La lettera di Vittorio Emanuele e Emanuele Filiberto di Savoia si rivelò un passo fondamentale per questo storico evento, aprendo un nuovo capitolo per la loro famiglia e per il loro rapporto con la Repubblica Italiana.
Dopo 57 anni di esilio, nel 2003 Vittorio Emanuele di Savoia poté finalmente rientrare in Italia.
La figura di Vittorio Emanuele di Savoia è sempre stata controversa. Da un lato, era considerato da alcuni come il legittimo erede al trono d'Italia e un simbolo della storia monarchica del paese. Dall'altro, era stato accusato di vari reati, tra cui favoreggiamento alla camorra e tentata corruzione di magistrati.
Vittorio Emanuele di Savoia è stato accusato di diversi reati nel corso della sua vita, tra cui:
Favoreggiamento alla camorra: Nel 1991, fu accusato di aver favorito la camorra in un'inchiesta che coinvolse il boss Raffaele Cutolo. Fu poi prosciolto per insufficienza di prove.
Tentata corruzione di magistrati: Nel 2006, fu accusato di aver tentato di corrompere alcuni magistrati per ottenere la restituzione dei gioielli della corona. Fu condannato in primo grado a 4 anni di carcere, ma la pena fu poi annullata in appello.
Associazione a delinquere: Nel 2010, fu accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e allo sfruttamento della prostituzione nell'ambito di un'inchiesta legata al casinò di Campione d'Italia. Fu condannato in primo grado a 3 anni di carcere, ma la pena fu poi annullata in appello.
Omicidio: Nel 1978, fu accusato dell'omicidio di Dirk Hamer, un giovane tedesco, sull'isola di Cavallo in Corsica. Fu prosciolto dall'accusa di omicidio volontario nel 1991, ma condannato a 6 mesi di carcere con la condizionale per porto abusivo di armi da fuoco.
Oltre a questi reati, Vittorio Emanuele di Savoia è stato anche coinvolto in diverse altre controversie, tra cui la fuga in elicottero dall'Italia nel 1991 per evitare l'arresto e la richiesta di restituzione dei gioielli della corona custoditi dalla Banca d'Italia.
È importante sottolineare che Vittorio Emanuele di Savoia non è mai stato condannato definitivamente per nessuno dei reati di cui è stato accusato. La sua figura rimane comunque controversa e dibattuta, con alcuni che lo considerano un simbolo della storia monarchica italiana e altri che lo accusano di essere un uomo corrotto e senza scrupoli.
Link di approfondimento
Dal Senato il via libera al rientro dei Savoia
La legge approvata con 235 si, 19 no e 15 astenuti - La Repubblica (5 febbraio 2002)