Vicenda morte Maria Ungureanu. Il Gip dice no a riesumazione
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Il deposito della riserva prima e della richiesta di incidente probatorio poi, aveva bloccato la riesumazione del corpo della piccola Maria disposto dal pm.
L’incidente probatorio non ci sarà, così come non ci sarà la riesumazione del corpo della piccola Maria Ungureanu, la bambina rumena di 9 anni che la sera del 19 giugno 2016 è stata trovata senza vita nella piscina di un casale per eventi a San Salvatore Telesino.
Questa la decisione assunta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale dei Benevento, il dott. Flavio Cusani che ha dunque respinto la richiesta di incidente probatorio presentato dal legale di Cristina Ciocan, l’avvocato Salvatore Verrillo, sorella Daniel Ciocan(è difeso dall’ avv. Giuseppe Maturo). Come si ricorderà i fratelli Ciocan sono indagati a vario titolo per la morte del giovanissima connazionale.
Il deposito della riserva, da parte l’avvocato difensore di Cristina Ciocan, alla quale è seguita la richiesta di incidente probatorio aveva di fatto bloccato l’iniziativa del pm che in un primo momento aveva indicato la data del 13 dicembre, come giorno utile per la riesumazione del copro (oggi sepolto nel cimitero di San Salvatore Telesino) in modo tale da consentire al consulente della Procura, il dott. Introna, di effettuare questi ulteriori accertamenti. Richiesta, quella di incidente probatorio, nella quale il legale della Cioca, chiedeva di determinare l'orario della morte e verificare lesioni o traumatismi sul corpo utili a ricostruire la dinamica dell'evento morte.
Il Gip, nel provvedimento di rigetto spiega che quanto richiesto dai difensori degli indagati: “è stato già oggetto di accertamenti tecnici irripetibili”, eseguiti su incarico della Procura dai consulenti medico legali: prof. Buccelli e dalla dott.sa Monica Fonzo.
Accertamenti quelli fatti in precenda che, scrive Cusani, risultano “dettagliati” e, “la richiesta di una nuova perizia da parte dei difensori degli indagati non è motivata”. Riguardo alla richiesta di riesumazione fatta dal pm, il Gip, rileva che: “non indica quali siano i fatti o le evenienze sopravvenute che consiglierebbero la ripetizione di accertamenti tecnici già eseguiti”. Inoltre, il Gip precisa che “nemmeno il prof. Introna spiega minimamente i fatti o i motivi sopravvenuti che giustificherebbero la ripetizione di un accertamento istruttorio così invasivo e lesivo della ‘pietas’ dovuta ai defunti”. Cusani, dunque, ritiene, “improponibile che con una riesumazione fatta a distanza di un anno e mezzo dalla sepoltura si possa giungere a risultati diversi”.
Il Gip poi conclude, con un chiaro riferimento anche alle decisioni assunte del Riesame e della Cassazione(oltre che da lui stesso), sulle richieste avanzate dalla Procura di custodia cautelare in carcere dei due indagati: “la consulenza medico legale, già espletata in contraddittorio, è stata ritenuta esaustiva sotto ogni profilo dai superiori autorevoli collegi che si sono pronunciati in sede cautelare”.