Una sosta a Campoli, dimora dell’Aglianico

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Lungo la fascia orientale del Parco del Taburno, in una zona strategica per visitare al meglio la natura del massiccio montuoso più famoso del beneventano, sorge Campoli del Monte Taburno, un paese di 1.500 abitanti circa, a 439 metri sopra il livello del mare, bagnato, a valle, dal torrente Ierino.
La storia di Campoli è recente, risale, infatti, al 1456 come contrada dello Stato di Vitulano: successivamente seguì le vicende delle vicine Tocco Caudio, Cacciano Fornillo, e ancora Vitulano, fino al 1711, quando nacque prima come Parrocchia, per poi trasformarsi in Comune solo nel 1835. Il terremoto del novembre del 1980 comportò gravi danni al centro storico che è stato in gran parte ricostruito, perdendo scorci paesaggistici e piccoli patrimoni storici.

E’ posizionato a forma di “T” lungo la strada provinciale Vitulanese, nel braccio più lungo; sull’antica strada, l’odierno Corso Vittorio Emanuele, per il restante. Proprio questa zona risulta la più bella di Campoli: il centro è un susseguirsi di viuzze, calatelle e arcate d’ispirazione medievale che tagliano il Viale principale e conducono proprio dinanzi la chiesa madre, dedicata a San Nicola di Bari, patrono del paese. Imponente, la torre campanaria che si eleva su quattro livelli e presenta, alla sommità, l’orologio civico di Campoli. Fuori dal centro abitato, lungo le strade che si arrampicano verso il Taburno, al confine con il territorio di Tocco Caudio, sorge la Pietra di Tocco un blocco di pietra di natura calcarea, dove si stabilirono prima i Sanniti, e dopo i Normanni, costruendovi fortificazioni.

Il punto di forza del Comune, come quasi tutti gli altri del comprensorio del Taburno, resta la produzione vinicola: sono tante le cantine che producono vini Doc e Dop nel territorio, tra le più rinomate spicca quella di Carmine Caporaso, attiva da più di trenta anni, produttrice di Aglianico, preparato secondo i metodi tradizionali e lanciato in scala nazionale. Un lavoro lodevole quello delle cantine campolesi, portato avanti con passione e sacrificio vista la fortissima concorrenza che il mercato impone alle piccole produzioni locali. Non mancano, così, ottimi luoghi di degustazione in pieno centro storico come “Il Simposio”: i calici vengono accompagnati da salumi e ortaggi e dolci, tutti di produzione locale.
Da non farsi sfuggire, poi, i tanti panifici con le golosità che queste piccole realtà offrono al visitatore.

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Gaetano Vessichelli



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