Marco Nanni a Benevento per il suo ultimo libro "Il curioso giornalista"

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Marco Nanni e Clemente Mastella alla presentazione del libro - Il curioso giornalistaMarco Nanni e Clemente Mastella alla presentazione del libro - Il curioso giornalista

La curiosità è il primo e fondamentale tratto dei giornalista. E' questo il motivo per cui l'autore, Marco Nanni, ha dato tale titolo al suo libro.

La presentazione di questo pomeriggio a Palazzo Terragnoli, sede della Biblioteca Provinciale, del volume di Marco Nanni, è stata l'occasione per affrontare i temi legati al giornalismo, al settore editoriale ed alla diffusione delle notizie.

La presentazione si è sviluppata come una piacevole chiacchierata introdotta dal presidente di Assostampa Sannita, Giovanni Fuccio, moderata dalla giornalista di TV7 Valeria Del Grosso. Vi ha preso parte, oltre all'autore ed all'editore, il sindaco di Benevento Clemente Mastella che - ha ricordato - è un giornalista professionista che ha iniziato a lavorare in Rai. Nel suo intervento Mastella si è soffermato sulla crisi che vive il settore della stampa. A titolo esemplificativo ha portato la realtà di Repubblica che ha subito un crollo nella tiratura ed ha effettuato un centinaio di licenziamenti. Oppure "Panorama del mio amico Rossella, crollato da 900 a 150mila copie" il che fa nascere anche la possibilità di una cessione della testata con le ovvie conseguenze che può portare una ristrutturazione in termini di posti di lavoro. Per non parlare poi del Fatto Quotidiano che tira solo 38mila copie al giorno, pur essendo un quotidiano nazionale. Ecco, questo il quadro purtroppo non roseo di un settore che non offre di conseguenze oppurtunità lavorative, soprattutto al Sud, ha sottolineato ancora Mastella.

Giovanni Fuccio ha portato la testimonianza del settore della stampa locale, dove ha sottolineato, oramai sopravvive solo la sua testata - Realtà Sannita - con qualche altra, mentre sino a non molti anni fa a Benevento coesistevano 7 - 8 giornali locali. Il Web, ha evidenziato, ha aperto nuove opportunità, sono nate molte realtà. I social hanno poi moltiplicato le occasioni offerte a chi vuole fare informazione, una frammentazione che ha dato però vita facile al proliferare delle "false notizie", le classiche bufale, ribattezzate "fake news", sul web hanno vita più facile.

Manca infatti il controllo, la verifica, ha sottolineato Marco Nanni, ricordando che Pulitzer, il famoso giornalista americano a cui è intitolato un prestigiosissimo premio, richiedeva che gli articoli fossero improntati su fatti e precisione.

Mario Nanni è un giornalista parlamentare che ha appena compiuto 40 anni di giornalismo politico, passati a seguire i lavori del Parlamento, alcune commissioni d’inchiesta, come quelle sul caso Moro e su Sindona, e gli avvenimenti politici degli ultimi anni, prima come redattore, poi come capo della redazione politica e infine dalla cabina di capo redattore centrale dell’Ansa.

Nel suo intervento Nanni, oltre a ricordare la curiosità che deve avere sempre il giornalista, il motore che muove l'interesse e che può far cogliere dettagli da dare ai lettori, si è soffermato sul linguaggio e sui modi di dire coniati dai giornali. Come la celebre frase di Pertini "A brigante brigante e mezzo" - ricollegandosi alle famose "Truppe mastellate" ricordate nel suo intervento proprio dal diretto interessato, Mastella; termine usato dalla stampa per indicare il seguito di fedeli supporter portati nei congressi DC dal parlamentare sannita. 

Nanni ha ricordato ancora altre frasi celebri, che nel gergo giornalistico costituivano un'etichetta, una definizione di un mondo, come le "corti di nani e ballerine" per descrivere Craxi ed i socialisti e "Il convento è povero ma i frati sono ricchi" di Formica che dava l'idea delle casse del partito vuote con alcuni notabili arricchiti a sue spese. E ancora,  "Balena bianca", per la DC; "Picconatore", per Cossiga quando iniziò a criticare il mondo politico togliendosi i famosi "sassolini dalle scarpe".

Nanni ha fatto Infine una riflessione pensando ai giovani. A scuola purtroppo non si arriva a studiare la storia contemporanea, a stento si arriva alla guerra mondiale. Perciò la storia è assente, ma un "giovane non può ignorare ciò che è successo nel mondo, intorno a noi; loro non vivono il presente.  Hanno Buco nero di 70 anni di storia contemporanea" e questo ovviamente non fa comprendere loro dove ci troviamo e perchè ci troviamo in certe condizioni a livello di Paese. Ne va quindi una scelta consapevole del destino comune, sapere e ricordare i fatti che ci hanno portati qui. 

Questo l'importante insegnamento che ha portato Nanni nella sua testimonianza.

Crediti Le foto dell'articolo sono state realizzate dai ragazzi dell'ITI GBB Lucarelli di Benevento, partecipanti al Coso di giornalismo digitale - nell'ambito del Progetto Scuola Viva della Regione Campania



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