“A Key for Humanity”: prorogata la mostra di Milot al Museo Arcos
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La Mostra di Milot, inaugurata lo scorso 6 ottobre, ha ottenuto un forte e cordiale riscontro da parte della critica e del pubblico.
Sarà prorogata sino al 20 gennaio 2019 presso il Museo Arcos di Benevento, la mostra personale di Alfred Mirashi, in arte Milot, dal titolo: “A Key for Humanity”, a cura di Ferdinando Creta e Nello Valente. La comunnicazione è giunta dal presidente della Provincia di Benevento Antonio Di Maria, ente proprietario del prestigioso Museo che espone, nei Sotterranei di via Stefano Borgia, oltre ai reperti del Tempio beneventano della Dea Iside, anche una Sezione di Arte contemporanea.
La Mostra di Milot, inaugurata lo scorso 6 ottobre, alla presenza, tra gli altri, dell’Arcivescovo Metropolita di Benevento mons. Felice Accrocca, ha ottenuto un forte e cordiale riscontro da parte della critica e del pubblico, con citazioni su importanti Testate, tra le quali Rai Vaticano, a testimonianza del valore internazionale della pittura dell’artista italo-albanese.
Per tali ragioni il presidente della Provincia ed il direttore artistico di Arcos hanno convenuto sulla opportunità di una proroga dell’apertura al pubblico di “A Key for Humanity”.
I valori dell’accoglienza e della solidarietà costituiscono il fondamento dell’ispirazione artistica di Milot, valori che egli riversa nelle sue opere nella immagine della “chiave”, cioè dello strumento nelle tasche di tutti per aprire la porta di casa e che per l’appunto tutti usano.
L’immagine della chiave, diremmo totemica nell’arte di Milot, presente in tantissima parte della sua produzione e che dà proprio il titolo alla Mostra presso Arcos (“A Key for Humanity”), si è, tra l’altro, concretizzata nei mesi scorsi nella donazione da parte di Alfred Mirashi di una scultura alta oltre 20 metri, denominata “La Chiave di Milot”, al Comune di Cervinara, il centro della Valle Caudina che lo ospitò nel 1991 quando fu costretto a lasciare l’Albania e a chiedere rifugio ed ospitalità al nostro Paese. La comunità caudina accolse Mirashi, all’epoca non ancora Milot: egli ebbe, dunque, la possibilità di frequentare studi regolari, nonostante pesanti ristrettezze economiche, presso l’Accademia delle Belle Arti di Milano e coltivare dunque la sua ispirazione artistica. Il successo della sua opera presso il pubblico e la critica sono quindi cresciuti nel tempo tanto che è vero che la Mostra presso Arcos è stata visitata anche da Matteo Lorenzelli, uno dei massimi galleristi italiani.