Piccole imprese crescono, all'insegna della cooperazione e della tecnologia
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Vi sono modelli vincenti di fare impresa che fanno scuola e garantiscono la competitività. Tra questi il “distretto industriale”, dove le imprese spesso nascono per germinazione, e le multinazionali votate all'esportazione.
Quando arrivano momenti di crisi, questi modelli vanno però ripensati. Il “distretto industriale” è ampiamente conosciuto in Italia, si va dal “distretto del mobile di Biella”, a quello del “salotto” tra Puglia e Basilicata o al distretto del “tessile-abbigiamento” del Sannio, nato per soddisfare le esigenze della produzione terzocontista dei grandi marchi della moda. Ma modelli analoghi e vincenti si vedono anche in altri campi e in altre latitudini. Cos'altro è la “Silicon Valley” californiana se non un “distretto industriale” della tecnologia che ha la capacità di rinnovarsi continuamente, passando dall'hardware, al software, alla Rete.
Il rischio di perdere vigore, non riuscendo a rinnovarsi, porta al declino di aziende o addirittura di interi settori economici. La crisi economica dell'Italia si trova proprio in questo punto. Manca al sistema paese una “politica industriale” e sono mancate spinte propulsive endogene.
Infatti non bisogna sempre guardare al Pubblico, ciò che spesso manca alle aziende italiane è saper cooperare, anche per vincere all'estero. Allora è utile imparare dagli altri, dal Giappone ad esempio. Qui esistono i Keiretsu, raggruppamenti di imprese, operanti in settori diversi (industria, commercio, finanza), collegate fra loro da partecipazioni incrociate, reti relazionali e in generale vincoli non tanto giuridici, quanto etici di appartenenza al gruppo. Il keiretsu in sostanza è un fronte unito di potenti società che operano insieme ma indipendentemente con lo scopo di perseguire obiettivi comuni e definiti. Solitamente al centro del Keiretsu vi sono una o più banche, che forniscono gran parte del capitale di finanziamento necessario.
Quando i Keiretsu cercano nuovi mercati, la prima azienda che si muove è la Banca. Questa apre un nuovo ufficio all'estero e fa da apripista alle altre aziende della conglomerata.
Ebbene, oggi, nel panorama economico italiano, si muove qualcosa all'insegna di questo modello. E' “Mestiere Impresa”, un'iniziativa della BNL fortemente innovativa che usa una piattaforma per mettere insieme esperienze diverse e fornire know how a sostegno dello sviluppo del business di ognuno.
Le parole d'ordine del progetto sono “networking” e “co-working”. Insomma, fare squadra e lavorare insieme. La piattaforma è una sorta di market-place dove le aziende possono rivolgersi per trovare nuovi clienti o nuovi fornitori. Ma anche il posto dove trovare partner. Primo tra tutti il gestore della piattaforma stessa, Gruppo BNP Paribas.
Forte dell'esperienza BNL, Mestiere Impresa ha la sezione dedicata “Lavora con l'estero”, che offre alle aziende che vogliono espandere il proprio business oltreconfine, la possibilità di accedere ad una consulenza evoluta da parte degli esperti BNL e dei partner del Gruppo (sezione Esperti).
La piattaforma offre anche una sezione informativa per essere sempre aggiornati su tematiche di carattere economico, finanziario e di gestione aziendale.
E' però interessante notare come il progetto non solo guarda alle imprese e alle PMI in particolare, ma ha un riguardo anche alle startup. A queste è dedicata una sezione per accompagnarle nel processo della digital transformation. La mission di questo "business space" virtuale è spiegata chiaramente in questo breve video. Il portale è al servizio di tutte le imprese, non solo quelle clienti della BNL, al fine di incontrarsi e stabilire nuove relazioni di business.