Scossa di magnitudo 4.4 ai Campi Flegrei: cresce l'attenzione su un'area vulcanica attiva
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L’INGV-OV segnala un evento sismico di bassa profondità, confermando la particolare delicatezza dell’area flegrea e la necessità di monitoraggio costante.
Un terremoto di magnitudo Md 4.4 è stato registrato nella zona dei Campi Flegrei il 13 marzo 2025, alle ore 00:25:02 (UTC), corrispondenti alle 01:25:02 ora italiana.
L’evento sismico, localizzato dalla Sala Operativa INGV-OV di Napoli, si è verificato a una profondità di soli 2 chilometri, con coordinate geografiche 40.8180 di latitudine e 14.1490 di longitudine. L’orario del sisma, stando alle rilevazioni degli esperti, risale a circa 5 ore e 49 minuti prima del momento in cui sono giunte le prime segnalazioni ufficiali. Non risultano, al momento, gravi danni a persone o cose, ma la scossa ha generato comprensibile preoccupazione tra la popolazione flegrea e dell’hinterland napoletano.
Molti cittadini hanno abbandonato le abitazioni per trascorrere la notte in auto. I vigili del fuoco hanno effettuato i primi sopralluoghi per verificare la stabilità degli edifici. Questa mattina nei comuni interessati analoghe verifiche sono state effettuate sugli edifici scolastici ed altri edifici pubblici.
Stando a fonti attendibili e aggiornate, incluse le autorità locali di Protezione Civile e i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la situazione attuale non presenta segnali d’allarme tali da richiedere immediate evacuazioni. Tuttavia, vista l’intensa attività vulcanica che caratterizza l’area, i tecnici invitano a mantenere uno stato di allerta moderata. La rete di monitoraggio sismico e geochimico, gestita in collaborazione con diversi centri di ricerca, continua a raccogliere dati in tempo reale per individuare eventuali variazioni significative nel comportamento della caldera.
I Campi Flegrei costituiscono un complesso vulcanico tra i più imponenti al mondo, situato a ovest di Napoli. Si tratta di un’ampia area calderica caratterizzata, sin dai tempi antichi, da fenomeni di bradisismo (lento innalzamento e abbassamento del suolo), emissioni di gas, fumarole e sorgenti termali.
La presenza di una camera magmatica superficiale, unita alla costante circolazione di fluidi idrotermali, rende la zona soggetta a scosse sismiche di piccola e media entità. Il rischio sismico, dunque, è alimentato sia dalla natura vulcanica attiva dell’area sia dalla densità abitativa: milioni di persone vivono infatti a breve distanza dalla caldera flegrea e dall’area metropolitana di Napoli.
Negli ultimi decenni, i Campi Flegrei hanno fatto registrare episodi di rilievo che testimoniano la loro vivacità geologica. Tra i più significativi, le crisi bradisismiche verificatesi tra il 1970 e il 1984, che portarono a un sollevamento del suolo di oltre un metro in alcune zone di Pozzuoli, causando danni strutturali e l’evacuazione precauzionale di migliaia di residenti. Anche successivamente, sebbene con minore intensità, l’area è rimasta attiva con sciami sismici e variazioni termiche di fumarole. Negli anni Novanta si sono registrate scosse locali che, pur non essendo devastanti, hanno ricordato alla popolazione la necessità di rispettare le misure di prevenzione. Più recentemente, una fase di incremento della sismicità nel 2023 e nel 2024 ha spinto gli esperti a intensificare il monitoraggio.
Al momento, i ricercatori ribadiscono l’importanza di seguire costantemente l’evoluzione del fenomeno e di attenersi alle indicazioni ufficiali, che includono piani di emergenza e buone pratiche da adottare in caso di scosse più forti.