Plebiscito di consensi e grandi emozioni all'anteprima del docufilm 'Volevo essere Imbriani'

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Alle 11, al cinema Gaveli, si è tenuta l'anteprima del docufilm in memoria di Carmelo Imbriani. A ricordare Carmelo tanti addetti ai lavori e personaggi dello sport.

Al cinema Gaveli di Benevento si è tenuta l’anteprima del docufilm dedicata a Carmelo Imbriani, ex calciatore di Benevento e Napoli, ma anche allenatore del sodalizio sannita. L’obiettivo del docufilm, attraverso interviste a vari addetti ai lavori ed ex compagni di Carmelo, non è soltanto quello di rendere omaggio ad un serio professionista, strappato troppo presto a questa vita dalla malattia di Hodgkin; ma quello di trasmettere  valori importanti ai tanti giovani che si avvicinano al mondo del calcio.

Come spiega Umberto Rinaldi, uno dei produttori e regista della pellicola, l’intento è quello di far passare un messaggio di un calcio diverso, un calcio fatto di sentimenti umani, che restino tali anche dopo il successo. L’esempio di Carmelo è il più calzante: perché si parla di una storia che parte dai campetti di provincia fino ad arrivare alla serie A.

Volevo essere Imbriani è un cortometraggio fatto di immagini e dichiarazioni di personaggi importanti, tra cui l’allenatore Lippi, Fabio Pecchia e tanti altri. Una storia che tutti potranno apprezzare a partire dal 15 febbraio, giorno in cui il docufilm sarà visibile anche al grande pubblico.

In questa anteprima non sono mancate testimonianze e presenze illustri. Tantissime le autorità e gli addetti ai lavori  che hanno gremito la sala. A fare gli onori di casa è stato il sindaco Clemente MastellaImbriani non si è mai montato la testa" ha affermato il primo cittadino sannita.  "Vorrei dire a tanti giovani qui presenti che non bisogna mai montarsi la testa, anche quando il successo può arridere. Ad Imbriani va il nostro ringraziamento per essere stato un modello di vita per chi pratica sport. Possono arrivare anche i successi, ma se i sogni s’interrompono non bisogna demoralizzarsi, perchè bisogna sapere che nella vita ci sono tante cose alle quali potersi dedicare. Grazie a Carmelo per quello che ci ha dato nel breve arco della sua vita".

"Una vita – continua Mastella - che con lui è stata un po’ sfortunata. Come ho citato in qualche altra circostanza per ricordare qualche amico che non c’è più, voglio ricordare la frase di Sant’Agostino, che diceva. “Signore non ti chiediamo perché ce lo hai tolto, ma ti ringraziamo per avercelo dato.” "Ecco, noi ringraziamo il Signore per avercelo dato.

E’ poi la volta di Salvatore Carmando, storico massaggiatore del Napoli. Un intervento breve – quello di Carmando – ma molto significativo: “Di Carmelo voglio raccontare un ricordo di quando l'allenatore del Napoli era Vujadin Boskov, che mi disse ‘Fai riscaldare Imbriani’. Io risposi al mister che Imbriani in panchina non c’era, ma lui insisteva sul fatto che Imbriani fosse in panchina. Io gli ricordai che Carmelo era in tribuna, ma lui non volle sapere nulla e, anzi, mi chiese di andare a prenderlo in tribuna e farlo giocare. Grazie Carmelo per quello che ci hai dato. Quando Imbriani venne a Napoli accompagnato da Mastella, l’Onorevole mi disse di stargli vicino. Ed io gli sono stato sempre accanto, perché un ragazzo d’oro come Carmelo è difficile trovarlo”.

Anche Alessandro Sbrizzo, ex calciatore e amico di Carmelo, ai microfoni de il Quaderno.it ha affermato “Questo docufilm credo che sia un’iniziativa che abbia un senso molto forte nel mondo in cui viviamo. Carmelo è un ragazzo di grandi valori, non sono l’unico a dirlo, ma ci sono tante persone che lo possono testimoniare. Io, Carmelo l’ho conosciuto prima che approdasse su palcoscenici più grandi. Eravamo ragazzi. C’è un aneddoto che mi piace ricordare: eravamo alla vigilia di un Napoli-Milan, ed era di giovedì. Il nostro allenatore era Boskov che nello spogliatoio diede la formazione. Carmelo giocava titolare. Vedendo la formazione del Milan, che annoverava fior di giocatori, come Weah e Desailly tanto per citarne alcuni; il mister, parlando dei singoli, precisamente di Maldini, disse ‘Loro hanno Maldini, ma Imbriani, tu sei più forte. Maldini è un giocatore normale e tu lo puoi battere”. Noi compagni ci guardammo con uno sguardo stupito, come per dire 'ma il mister è fuori di testa'. Sono molto onorato di aver preso parte a questa iniziativa.

“Sto lavorando ad un progetto – continua Sbrizzo - perché bisogna fare un lavoro di sensibilizzazione nel mondo del calcio. Oggi i ragazzi non vogliono passare più attraverso il sacrificio. Vogliono scorciatoie. Invece, il messaggio deve essere quello del sacrificio. Solo in questo modo si possono, e attraverso tante rinunce, ottenere risultati significativi. E’ un percorso lungo, faticoso, ma alla fine c’è sempre la grande gioia di esserci riusciuti”.

Simpatica e significativa è la testimonianza del direttore sportivo Gigi Pavarese “Volevo ricordare due aneddoti. Il primo risale alla stagione 95-96, e l’attacco di quel Napoli era composto da Imbriani e Di Napoli. Ad un certo punto riuscii a prendere un giovane emergente che l’anno prima era riuscito a mettersi in mostra. Questo giovane era Pippo Inzaghi. Boskov si arrabbiò e mi disse che cosa ne dovevamo fare di Inzaghi se avevamo Imbriani. Questo per far capire quanto il mister credesse in Carmelo".

"L’altro aneddoto, invece, risale ad una partita contro l’Atalanta, dove ricordo che eravamo in grande difficoltà, pur essendo in vantaggio con un gol di Di Napoli. Ricordo che l’Atalanta schierò quattro attaccanti, tra cui Vieri e Tovalieri. Il nostro portiere Taglialatela aveva fatto almeno 4 grandi parate. Dissi al mister di togliere Imbriani e mettere Colonnese, un difensore. Lui non mi diede retta e Carmelo in contropiede segnò il gol del 2-0. Non vi dico cosa mi disse Boskov. Carmelo, tra l’altro, dopo la rete venne ad abbracciarmi in panchina. A fine gara gli dissi che stavo insistendo con l’allenatore per farlo cambiare. Di contro, lui mi rispose che aveva fatto bene a venirmi ad abbracciare. Questo per dirvi che persona fosse Imbriani”.

Imbriani era un ragazzo semplice, un ragazzo comune, uno di noi, l’amico della porta accanto. Ed ecco, come lo ricorda Ennio Calabrese, tifoso storico del Benevento “Carmelo non si è mai montato la testa, pur avendo calcato campi importanti. Averlo nel Benevento era un orgoglio per noi tifosi. Ad ogni suo anniversario organizziamo una coreografia in suo onore. Lo faremo anche col Crotone domenica prossima. Carmelo era un ragazzo eccezionale, umile. Oggi calciatori del genere è difficile trovarne. Se lo incontravi per strada era lui che veniva a salutarti. Quando era ricoverato a Perugia io lo telefonavo e credevo di dargli fastidio, ma era lui che incoraggiava me nonostante la sua malattia. Il ricordo più bello è stato quel gol realizzato ad Avellino, quando lui corse tutto il campo per venire a festeggiare con noi tifosi che eravamo dal lato opposto da dove lui segnò.  E’ stata una grande perdita”.

Claudio Donato



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