Dazi di Trump, Ue approva tariffe per Usa: Ungheria dice no

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Dazi di Trump, Ue approva tariffe per Usa: Ungheria dice noDazi di Trump, Ue approva tariffe per Usa: Ungheria dice no

(Adnkronos) - L'Ue approva la 'risposta' ai dazi di Donald Trump e vara le misure nei confronti degli Stati Uniti. Gli Stati membri dell'Ue riuniti nel comitato Strumenti di difesa commerciale hanno votato a favore della proposta della Commissione Europea di introdurre contromisure commerciali contro gli Usa, in risposta alla decisione di reimporre dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio dall'Ue, comunica la Commissione.  

L'Ungheria ha reso noto il suo voto negativo, che è però ininfluente nella procedura della comitatologia (comitology). Per l'Ue i dazi statunitensi sono "ingiustificati e dannosi", provocando danni economici a entrambe le parti e all'economia globale. L'Ue ha espresso la sua "netta preferenza" per la ricerca di soluzioni negoziate con gli Stati Uniti, che siano "equilibrate" e "reciprocamente vantaggiose". 

Una volta concluse le procedure interne della Commissione e pubblicato l'atto di esecuzione, le contromisure entreranno in vigore. I dazi su una serie di prodotti americani inizieranno a essere riscossi a partire dal 15 aprile. Queste contromisure "possono essere sospese in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata equa ed equilibrata". 

 

I dazi verranno raccolti dal 15 aprile per 3,9 miliardi di euro stimati di merci, dal 15 maggio per 13,5 miliardi e dal primo dicembre per 3,5 miliardi . Il voto di oggi sull'Implementing Regulation on commercial rebalancing measures concerning certain products originating in the United States of America si è tenuto nel comitato barriere commerciali (Tbr) nella sede della Commissione di Borschette, a Etterbeek (un Comune di Bruxelles-Capitale), secondo le regole della comitologia o comitatologia. 

In breve, la Commissione propone le contromisure, che passano a meno che la maggioranza qualificata degli Stati membri non si opponga. Il Tbr è un comitato composto dai rappresentanti degli Stati membri, a cui partecipano delegati ministeriali a livello tecnico dalle capitali. Il regolamento attuativo è accompagnato da quattro allegati, in cui sono indicate quattro liste con i vari prodotti soggetti a dazi, assieme alle relative aliquote.  

 

Le nuove liste riprendono, ad eccezione del whisky e del bourbon, le categorie già colpite dalle misure di riequilibrio adottate nel 2018 (poi sospese nel 2021), aggiungendo una serie di beni più estesa, per via dell’aumento e dell’ampliamento dei dazi Usa sulla siderurgia e la metallurgia entrati in vigore il 12 marzo scorso. 

La lista nell’Annex I coincide, con l’eccezione del bourbon e del whisky, con i prodotti già daziati dall’Ue con le misure di riequilibrio del 2018. L’Annex II include il secondo gruppo di prodotti inserito per controbilanciare l’aumento dei dazi sull’alluminio primario dal 10% (2018) al 25% (2025). Gli Annex III e IV rispondono all’ampliamento dell’ambito di applicazione delle misure ai prodotti derivati dell’acciaio e dell’alluminio. 

I prodotti che rientrano nell’Annex I (riso, cereali, frutta, succhi di frutta, tabacco, sigari, olii, carta, tessuti, abbigliamento, calzature, ceramiche, vetro, materassi, materiali di arredo, natanti per la pesca eccetera) saranno daziati già a partire dal 15 aprile prossimo, mentre le tariffe doganali sulle categorie merceologiche incluse negli allegati II e III saranno applicate dal 16 maggio. 

L’Annex IV (mandorle e semi di soia), infine, sarà applicabile dal 1 dicembre, differendo u l’entrata in vigore per non compromettere il raccolto di questi prodotti, dare il tempo ai nostri agricoltori di individuare nuovi fornitori e dare un altro segnale di apertura al negoziato con Washington. 

 

Il governo francese intanto guarda "con ansia" alla visita negli Stati Uniti della premier Giorgia Meloni, che il 17 aprile vedrà Donald Trump alla Casa Bianca. Lo scrive Politico, rilanciando le dichiarazioni di due ministri, che temono la missione possa mettere a repentaglio l'unità europea in un momento particolarmente delicato a causa dell'entrata in vigore dei dazi americani, che ha portato il mondo sull'orlo di una guerra commerciale. 

"Dobbiamo essere uniti perché l'Europa è forte se è unita", ha dichiarato il ministro francese dell'Industria, Marc Ferracci, all'emittente FranceInfo. "Se iniziamo ad avere colloqui bilaterali, ovviamente questo slancio (sull'unità europea, ndr) si spezzerà", ha aggiunto. Secondo Ferracci, la visita della Meloni rischia di fare il gioco della strategia di Trump, che il ministro francese sostiene sia mirata ad impedire una risposta europea unita ai dazi. 

In un'altra intervista alla tv pubblica francese, anche il ministro francese per gli Affari europei, Benjamin Haddad - in risposta a una domanda sulla visita di Meloni - ha ribadito che la forza dell'Europa è nella sua unità. "Se si va negli Stati Uniti divisi, si pensa di essere più forti che se si va tutti e 27, con 450 milioni di persone?" ha spiegato il ministro. "Vedremo cosa (Meloni, ndr) avrà da dire - ha precisato Haddad - Ci possono essere discussioni, tuttavia, è nel nostro interesse collettivo avere una risposta unita e ferma, piuttosto che divisioni". 



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