World Hormone Day, AME accende i riflettori sugli interferenti endocrini

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ROMA (ITALPRESS) – In occasione della quarta edizione della European Hormone Day – che da quest’anno diventa World Hormone Day – l’Associazione Medici Endocrinologi (AME) conferma il proprio impegno nella promozione della salute ormonale, aderendo alla campagna internazionale promossa dalla European Society of Endocrinology (ESE) e dalla ESE Foundation.

Quest’anno, AME pone l’attenzione su un tema cruciale e spesso sottovalutato: gli interferenti endocrini (EDCs). Si tratta di sostanze chimiche presenti in plastica, cosmetici, alimenti, acqua potabile e polveri indoor, capaci di alterare il funzionamento del sistema endocrino. Questi composti contribuiscono allo sviluppo di patologie croniche, disfunzioni tiroidee, disturbi riproduttivi, obesità e cancro, con una maggiore vulnerabilità riscontrata in bambini, adolescenti e donne in gravidanza.

“L’esposizione agli interferenti endocrini – spiega Simonetta Marucci, Coordinatore Commissione Rapporti Slow Medicine di AME – è pericolosa per tutti ma in modo particolare durante la gravidanza. Queste sostanze riescono ad entrare nel DNA del nascituro modificando l’espressione dei geni diventando poi un carattere che si trasmette anche alle future generazioni anche dopo il parto. Il bambino ha una massa corporea molto inferiore a quella dell’adulto e quindi l’esposizione nell’ambiente ha un impatto molto maggiore, gli inquinanti si concentrano e durano di più nel corso della vita con l’insorgenza di patologie che vanno dal sottosviluppo puberale sino ai tumori”.

L’impatto delle plastiche sulla salute è un tema di crescente preoccupazione. Le microplastiche, particelle minuscole derivanti dalla degradazione di materiali plastici, sono ormai onnipresenti nell’ambiente e possono entrare nel corpo umano attraverso l’aria, l’acqua e il cibo. Studi recenti hanno rilevato tracce di microplastiche nel sangue, nella placenta e persino negli organi interni, sollevando interrogativi sui loro effetti a lungo termine.

Queste particelle possono trasportare sostanze chimiche tossiche, come ftalati e bisfenolo A (BPA), che sono noti interferenti endocrini. L’esposizione prolungata è stata associata a problemi cardiovascolari, disturbi ormonali, infertilità e persino tumori. Inoltre, le microplastiche possono alterare il microbiota intestinale e causare infiammazioni silenziose.

Uno studio pubblicato sul Journal of the Endocrine Society ha stimato che, solo nel 2018, l’esposizione a interferenti endocrini contenuti nella plastica (come bisfenolo A, ftalati, PBDE, PFAS) ha generato negli Stati Uniti un costo sanitario pari a 249 miliardi di dollari. Queste sostanze, se assorbite, sono associate a obesità, diabete, disfunzioni tiroidee, infertilità e patologie neurocomportamentali.

A gennaio di quest’anno è entrato in vigore nell’Unione Europea il divieto dell’uso del bisfenolo-A (BPA) nei materiali a contatto con gli alimenti. Dopo anni di studi e consultazioni, la Commissione Europea ha riconosciuto ufficialmente la pericolosità di questa sostanza, ampiamente utilizzata in bottiglie, lattine, utensili da cucina e contenitori d’acqua. Il BPA è un noto interferente endocrino, capace di alterare funzioni tiroidee, equilibri riproduttivi e difese immunitarie, con un impatto significativo sul rischio cardiovascolare e tumorale.

Studi recenti hanno rivelato che il BPA è presente nel 92% degli adulti europei, con livelli superiori alla soglia di sicurezza stabilita dall’EFSA. Tracce di BPA sono state riscontrate anche nel latte materno e nelle urine di bambini, evidenziando l’ampia diffusione di questa sostanza. La nuova normativa europea rappresenta una pietra miliare nella tutela della salute pubblica, spingendo l’industria a sviluppare materiali alternativi più sicuri e sostenibili.

All’inizio del 2025, il Governo italiano ha introdotto nuovi limiti per la presenza di PFAS (composti poli- e perfluoroalchilici) nelle acque potabili, segnando un importante passo avanti nella regolamentazione di queste sostanze chimiche. I PFAS, utilizzati in numerosi processi industriali e prodotti di consumo, sono noti per la loro persistenza nell’ambiente e il potenziale impatto negativo sulla salute umana.

Il provvedimento, attualmente in discussione al Senato, stabilisce un valore massimo di 20 nanogrammi per litro per la somma di quattro PFAS considerati tra i più pericolosi (PFOA, PFOS, PFNA e PFHXS), in linea con le raccomandazioni dell’EFSA del 2020. Inoltre, per la prima volta, viene fissato un limite di 10 microgrammi per litro per il TFA (acido trifluoroacetico), una sostanza finora non regolamentata ma frequentemente rilevata nelle acque potabili. Sebbene il limite adottato dall’Italia sia in linea con il governo tedesco, altri Paesi europei, come Danimarca e Svezia, hanno introdotto soglie più restrittive. Le organizzazioni ambientaliste continuano a chiedere il divieto totale di produzione e utilizzo dei PFAS, con l’obiettivo di raggiungere lo “zero tecnico” nella contaminazione delle acque.

Il pericolo per la tiroide e lo sviluppo cognitivo.

Gli interferenti endocrini possono avere effetti significativi sulla funzione tiroidea, come dimostrato dai dati raccolti dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME).

In particolare, sostanze come il perclorato e il tiocianato, presenti in fertilizzanti, fumo di sigaretta e alcuni alimenti, possono inibire l’assorbimento dello iodio, essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Queste sostanze, presenti in pesticidi, plastica, cosmetici e altri prodotti di uso quotidiano, possono attraversare anche in questo caso la placenta e alterare il sistema endocrino del feto e creare problemi come riduzione del quoziente intellettivo nei bambini, alterazioni epigenetiche e disturbi comportamentali.

“Una delle più popolari piattaforme di A.I. ci spiega che gli ormoni sono “sostanze chimiche prodotte dal nostro corpo, in particolare dalle ghiandole endocrine, rilasciate nel sangue e che agiscono come messaggeri per regolare le funzioni fisiologiche e processi come la crescita, il metabolismo, la riproduzione e l’umore – commenta Andrea Frasoldati, presidente AME -. Questa essenziale ed esauriente definizione ci aiuta a comprendere il valore del benessere ormonale. Gli endocrinologi, medici specializzati nella cura delle malattie endocrine, sanno bene che una quota rilevante delle disfunzioni ormonali discende in tutto o in parte dalle nostre abitudini, dallo stile di vita che abbiamo più o meno consapevolmente scelto di adottare, dalla salubrità dell’ambiente che ci circonda e che non difendiamo mai abbastanza. Questa è la lezione, semplice e proprio per questo scomoda, che oggi, in occasione del World Hormone day dobbiamo tutti cercare di ricordare”.

Per sensibilizzare e istruire il pubblico, AME ripropone le raccomandazioni chiave della Milan Declaration del 2023, aggiornate per il 2024

Evitare la plastica. Preferire materiali alternativi al posto di contenitori e imballaggi in plastica, soprattutto per alimenti e bevande.

Scegliere cosmetici naturali. Optare per prodotti privi di parabeni e ftalati.

Consumare cibi biologici. Ridurre l’esposizione ai pesticidi scegliendo alimenti coltivati senza sostanze chimiche.

Limitare l’uso di pesticidi: Evitare l’uso di prodotti chimici per il giardinaggio.

Evitare prodotti con ritardanti di fiamma. Prestare attenzione ai mobili e ai tessuti trattati con queste sostanze.

Leggere le etichette. Controllare gli ingredienti di prodotti di uso quotidiano per identificare interferenti endocrini.

Ventilare gli ambienti. Ridurre l’accumulo di sostanze chimiche nell’aria interna.

Evitare l’acqua contaminata. Utilizzare filtri per l’acqua potabile.

Ridurre l’uso di detergenti chimici. Scegliere alternative ecologiche per la pulizia.

Educarsi e informarsi. Rimanere aggiornati sulle sostanze da evitare e sulle normative in vigore.

– foto ufficio stampa AME –

(ITALPRESS).



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