Parlamento ricorda Papa Francesco, lungo applauso in Aula. Meloni: "Grata per suoi insegnamenti"
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(Adnkronos) - Commemorazione oggi in Parlamento per Papa Francesco, nel giorno in cui la salma del Pontefice morto il 21 aprile scorso è stata portata a San Pietro e mentre centinaia di fedeli si trovano in fila per omaggiarlo. Montecitorio ha osservato un minuto di silenzio per la scomparsa del Santo Padre, mentre al termine della commemorazione c'è stato un lungo applauso dell'intero emiciclo. A prendere per primi la parola in Aula sono stati i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Quindi l'intervento della premier Giorgia Meloni e quello di deputati e senatori.
"Camera e Senato si ritrovano oggi riunite in questa Aula per rendere omaggio a un Pontefice che abbiamo amato e ammirato per l’instancabile forza ed energia con cui si è battuto per la giustizia, la pace e la fraternità tra i Popoli e le Nazioni. In questi anni di Pontificato, la profondità del Suo messaggio di fede e di speranza ha saputo toccare le corde più profonde dei nostri cuori. E persino in queste ultime settimane, nonostante la malattia lo avesse fortemente debilitato, Papa Francesco mai ha smesso di far sentire la sua voce affinché i conflitti, le divisioni e le guerre venissero superate", ha detto ancora il presidente del Senato.
Il Pontefice, ha aggiunto, "è stato un autentico testimone di fede vissuta, capace di incarnare fondamentali valori di misericordia e solidarietà. La Sua attenzione verso gli ultimi, verso i più fragili, e verso gli emarginati, ha superato le diversità religiose e spirituali ed è diventata una continua esortazione ai leader del mondo a lavorare insieme per la pace, il bene comune e il rispetto della dignità di ogni persona".
"La Sua presenza in Piazza San Pietro domenica scorsa, circondato dall’amore dei fedeli, resterà uno dei momenti più commoventi ed emozionanti dei suoi 12 anni di Pontificato. Con le ultime forze, Papa Francesco è voluto essere presente per salutare tutti di persona. Un’ultima volta. Tutta la potenza della sua eredità spirituale - ha continuato La Russa - credo possa essere riassunta in questo gesto in cui offre la sua sofferenza come atto d’amore, di fede e di speranza. E questo Suo ultimo incontro nel giorno della Resurrezione, si ricollega idealmente all’immagine di Papa Francesco in quella stessa piazza e in quella Basilica di San Pietro, vuote a causa della pandemia Covid. Una immagine che non era però quella di un uomo solo, anzi: Papa Francesco era la risposta più eloquente alla solitudine del mondo. Un invito a vincere le barriere dell’isolamento, riscoprendosi comunità unita nel cuore e nella speranza".
"Ricordo ancora, con profonda emozione, la sua inaspettata visita in Senato. La prima volta di un Papa a Palazzo Madama dove venne per rendere omaggio al Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un commovente momento di grandissima umanità e semplicità, eppure allo stesso tempo un gesto di enorme significato istituzionale", le parole di La Russa.
"Oggi, dinanzi alle Camere riunite, vorrei rammentare Papa Francesco non con tristezza, per quanto la commozione sia difficile da nascondere, ma con gratitudine e riconoscenza. Ringraziandolo per il messaggio di amore, di fede e di impegno che con il suo esempio, le sue parole e la sua vita ci ha lasciato per guidarci verso un futuro di pace e di speranza", ha concluso la seconda carica dello Stato.
"È stato il primo Papa proveniente dal continente americano, il primo a chiamarsi Francesco. La scelta di quel nome fece subito comprendere l’attenzione che avrebbe avuto per gli ultimi, per le persone malate e per chi soffre", ha quindi affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
"Ha voluto sempre camminare accanto a tutti, senza escludere nessuno. Il suo Magistero, fondato sulla solidarietà e sulla difesa della dignità umana, è stato un esempio di vicinanza ai fedeli e di impegno a favore anche delle persone anziane e dei più deboli. La sua scomparsa -ha detto ancora Fontana- lascia un vuoto profondo per i cattolici e per l’intera comunità internazionale. Religiosi e laici, credenti e non credenti si stringono nel ricordo di un uomo che ha svolto la propria missione con spirito di sacrificio e di abnegazione cristiana. Fino all’ultimo istante non ha mai abbandonato chi confidava nel suo sostegno. Anche nelle sue condizioni di salute sempre più fragili, nel giorno di Pasqua ha avuto la forza di impartire la benedizione 'Urbi et Orbi' e di abbracciare simbolicamente per l’ultima volta i fedeli presenti in Piazza San Pietro".
"'La mia gente è povera e io sono uno di loro', disse un giorno spiegando la decisione di abitare in un appartamento semplice, al di fuori del Palazzo Apostolico. È stato pastore tra la sua gente, pellegrino di pace e testimone di misericordia. Il suo pontificato è giunto al termine proprio come era iniziato: con i fedeli, con la preghiera e con l’invito a nutrire sempre la speranza", ha detto ancora.
"Nei 12 anni del suo pontificato, segnati a livello mondiale da un clima di tensione, conflitti e incertezza, il Santo Padre - ha continuato Fontana - si è speso senza riserve per infondere fiducia e conforto nei cuori di tutti. Di fronte agli orrori e alle devastazioni delle guerre, non ha mai smesso di lanciare vibranti appelli in favore della pace. La sua instancabile vocazione al dialogo lo ha condotto dove nessun altro Pontefice era mai giunto. Francesco è stato, infatti, il primo Papa a partecipare a un vertice del G7, a incontrare un Patriarca di Mosca, a recarsi in Iraq. Personalmente, non potrò mai dimenticare la sua voce quando mi telefonò in occasione della mia elezione a presidente della Camera, né quando mi accolse in Vaticano. Papa Francesco ci mancherà".
''Oggi omaggiamo Papa Francesco'', ''un grande uomo, un grande Pontefice. Ha guidato la Chiesa con segni profetici'', le parole della premier Giorgia Meloni prendendo la parola in Aula.
"Papa Francesco era un uomo che sicuramente sapeva essere determinato, però quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava distanza con il suo interlocutore. Con lui eri a tuo agio e potevi parlare di tutto, potevi aprirti, potevi raccontarti senza filtri, senza timore di essere giudicato, lui poteva vedere la tua anima, poteva vederla a nudo", ha continuato la premier.
"Voleva ascoltarti, lo faceva per tutti, lo faceva con tutti e ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni essere umano che nasce sulla Terra. Sarò sempre grata a Papa Francesco per il tempo trascorso insieme, per i suoi insegnamenti, per i suoi consigli", ha aggiunto ricordando il rapporto personale.
"Tra le cose che mi ha consigliato ci fu 'non perda mai il senso dell'umorismo', che è anche l'ultima cosa che mi ha detto", ha ricordato ancora la premier. "C'era un senso profondo anche in questo, ovviamente" e "la sua allegria contagiosa, fino all'ultimo era un insegnamento sull'amore per la vita, e su come si assolvono alcune missioni. Disse ai pellegrini: 'E' triste vedere un prete, un religioso, un monarca inacidito...'. Credo che il senso fosse che non puoi guidare gli altri se non sai trasmettere gioia per quello che fai".
"E Papa Francesco - ha rimarcato Meloni - sapeva trasmettere la gioia, la passione, per la sua missione. Ne sapeva trasmettere anche la difficoltà, e questo dava alla sua allegria un valore molto più grande".
"I suoi viaggi avevano questo filo conduttore, e per questo sono entrati nella storia. Ricordo anch’io l’apertura della Porta Santa per il Giubileo della Misericordia nella Repubblica Centrafricana, terra insanguinata da conflitti etnici e religiosi, così come il viaggio nella terra d’Abramo, l’Iraq, dove nel marzo 2021 abbracciò i cristiani e gli yazidi perseguitati dal terrorismo", ha detto ancora la premier.
Il Papa, ha poi continuato, "ha adempiuto alla sua missione fino all’ultimo giorno, quando ha impartito la benedizione Urbi et Orbi e abbracciato i fedeli a San Pietro. E ha sintetizzato, nelle semplici parole sussurrate al suo infermiere: 'grazie per avermi riportato in piazza' la cifra forse più significativa del suo intero pontificato".
"È stato ricordato da tutti. Il mondo ricorderà Papa Francesco come il Papa della gente, degli ultimi, degli invisibili, dei poveri, delle periferie fisiche ed esistenziali. Sapeva che con la sua voce poteva restituire voce a chi non ce l’aveva, e lo ha fatto anche rompendo gli schemi, perché diceva che 'non devi avere paura di andare controcorrente se è per fare una cosa buona'. È così che il Papa venuto da lontano è riuscito ad arrivare fin dentro al cuore delle persone", ha poi aggiunto.
Bergoglio, ha detto ancora la presidente del Consiglio, "non hai smesso di invocare la pace e la fine delle guerre che feriscono l’umanità, dalla 'martoriata' Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sahel. Lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire, e che le sue parole avrebbero potuto essere travisate e strumentalizzate. Ma i suoi molteplici appelli alla pace rappresentano per noi, oggi, un ulteriore monito alla responsabilità".
"Papa Francesco - ha quindi sottolineato - ha saputo interpretare in modo nuovo molte cose, a partire dai rapporti internazionali. Anche questo è stato ricordato. Diceva che 'la diplomazia è un esercizio di umiltà perché richiede di sacrificare un po’ di amor proprio per entrare in rapporto con l’altro, per comprenderne le ragioni e i punti di vista'. E è un insegnamento che intendiamo coltivare".
"Da leader globale, ha richiamato l'attenzione del mondo sulle grandi sfide del nostro tempo, dalla difesa del Creato fino all'intelligenza artificiale. Aveva introdotto il concetto di 'algoretica', dare un'etica agli algoritmi, per invocare uno sviluppo delle nuove tecnologie che non superasse il limite invalicabile della centralità dell'uomo. E quando gli chiesi di partecipare al summit del G7 per portare questo messaggio, lui non esitò. Io, il governo e l’Italia gli saremo per sempre riconoscenti anche per questo, per averci regalato quella presenza storica, la prima volta di un pontefice ai lavori del Gruppo dei Sette", ha detto
"E in quell’occasione, tra i tanti messaggi che ci ha consegnato - ha ricordato Meloni - ce n'è uno che tocca tutti in quest’aula. Il Santo Padre ha detto che 'la politica serve' e che 'di fronte a tante forme di politica meschine, tese all’interesse immediato, la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi, pensando al bene comune a lungo termine'. Come Pontefice ha vissuto quella che lui stesso ha definito non già un'epoca di cambiamenti, ma un vero e proprio cambio d'epoca", ha sottolineato ancora.
"E qui, guardate, l’uso frequente di alcune espressioni a volte rischia di farne perdere il senso - ha aggiunto la premier - il cambio di un’epoca investe ogni livello della vita dell’uomo, quello religioso, quella sociale, quella politico. Significa misurarsi con sfide inimmaginabili, senza poter ricorrere a esperienze sperimentate, e quindi rassicuranti. Cambio di epoca, per chi ha ruoli di guida, vuol dire mettere in conto incertezze, inciampi, assunzioni di responsabilità più difficili del consueto. Papa Francesco si è caricato di queste responsabilità e ci ha indicato alcune cose essenziali a cui dobbiamo restare agganciati: il valore infinito della persona, il principio di realtà, il coraggio".
"Tentare di essere all’altezza di questo insegnamento è il nostro modo di dire grazie a questo straordinario uomo e Pontefice, che ora è tornato alla Casa del Padre, certo, ma continuerà a sorriderci e a guidarci. A Dio, Papa Francesco", ha concluso Meloni.
"Papa Francesco non ha mai fatto scelte allo scopo di essere amato, ha sempre fatto gesti senza ipocrisia e infingimenti, con fermezza, ha rivolto il suo sguardo verso gli ultimi, alle periferie del mondo, sulla pace, la giustizia sociale e l'ambiente", le parole della leader Pd Elly Schlein in aula. La scomparsa del Pontefice, ha aggiunto, "merita tutto il nostro cordoglio e il nostro ricordo ma non merita l'ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli e oggi cerca di seppellire il suo potente messaggio su migranti, poveri, cambiamenti climatici e nega le cure a chi non può permettersele", ha sottolineato la leader del Pd.
"Il modo migliore è cogliere l'esempio di coerenza tra quello che diceva e quello che faceva, sulla pace a Gaza e in Ucraina, il contrasto alle disuguaglianze, accogliere anziché respingere chi fugge da una guerra, cambiare un modello di sviluppo che sta creando disuguaglianze", ha detto ancora.
"Un Papa scomodo", "sempre costantemente impegnato per il dialogo" e "sempre tenacemente schierato contro ogni guerra", ha quindi detto Giuseppe Conte in aula. "Oggi viene ricordato in uno scomposto teatro di ipocrisie e celebrazioni da chi ha ignorato i suoi messaggi e i suoi moniti", ha quindi sottolineato il leader del M5s, aggiungendo: "Il modo migliore per ricordarlo e non lasciare cadere nel vuoto i suoi insegnamenti, è esseri scomodi con azioni ferme e scelte conseguenti".
"E' molto buffo che ciascuno di noi cerchi di accaparrarsi un pezzettino della sua eredita. Chi cita le sue parole sui carcerati, dimentica quelle sulla vita e l'aborto; chi ricorda quelle sulla famiglia tradizionale dimentica le posizioni sull'immigrazione: erano una schifezza i centri libici, diceva", ha poi detto nel suo intervento Matteo Renzi. "Bisogna avere il coraggio di dire che ci ha dato una grandissima lezione di laicità", ha proseguito l'ex premier che ha anche ricordato gli incontri avuti nel 2016 al tempo della legge sulle unioni civili: "Mai il Papa mi ha detto alcunchè sul fatto che il nostro governo stesse per mettere la fiducia".
Francesco "ha avuto rispetto per le nostre idee molto più di quanto noi abbiamo rispettato le sue. Tipico dei farisei, piangere e commuoversi per il Papa e non ricordare il grido di dolore sui campi lager dei migranti, era una sua ossessione. Tipico dei farisei ergerlo al pensiero globale della sinistra e non ricordare le sue prescrizioni morali sulla vita", ha detto ancora Renzi.