Dazi, proteste anti-Trump in 1200 città Usa: preoccupazione per fondi pensione

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(Adnkronos) - Tra le centinaia di migliaia di americani che nel weekend scorso, in migliaia di località, hanno detto a Donald Trump ed Elon Musk 'hands off', giù le mani, "dal nostro governo, dalla nostra economia, dai nostri diritti", molti sono scesi in piazza spinti dalla preoccupazione per i propri fondi pensione in caduta verticale nella tempesta finanziaria scatenata dai dazi di Trump.  

"Ho lavorato per oltre 40 anni e ieri ho guardato ai miei fondi, e penso che ora non potrò mai andare in pensione", ha detto a Business Insider, quasi in lacrime, la 62ne Dorothy Auer mentre manifestava a New York.  

 

Organizzate in oltre 1200 città di 50 Stati americani da oltre 150 gruppi, da sindacati, gruppi per la difesa dei diritti civili, della comunità Lgbt, dell'integrità delle elezioni, comprese associazioni dei veterani, le manifestazioni di sabato scorso rispetto a quella contro la prima amministrazione Trump, concentrate maggiormente su diritti civili e questioni come l'aborto, hanno avuto anche una forte componente di preoccupazione per l'economia.  

Secondo il sito americano specializzato in informazioni finanziare, infatti in piazza c'erano molti anziani e persone di mezza età, non solo arrabbiati per il crollo in borsa dei loro fondi pensioni durante il venerdì nero che Wall Street ha vissuto dopo l'annuncio dei dazi globali e reciproci di Trump. Ma anche preoccupati per il fatto che la crociata che il tycoon ha affidato a Musk per tagliare con l'accetta la spesa e il personale federale vada a intaccare pensioni pubbliche - in particolare con la drastica riduzione del personale della Social Security Admnistration che gestisce il sistema - e depotenzi il Medicare, il servizio sanitario per gli over 65.  

"Sono orripilata dal fatto che una persona che non è nata qui, non è stata eletta, sembra avere carta bianca e fare tutto quello che vuole del nostro governo, come ha avuto le autorizzazioni di sicurezza?", si domanda la 54enne Penny, parlando dell'uomo più ricco del mondo, nato in Sudafrica e naturalizzato americano, a cui Trump ha affidato la guida del Doge, l'ufficio per l'efficienza governativa, senza avere un ruolo effettivo nella sua amministrazione.  

 

"Spero di andare presto in pensione, devo poter contare su questi risparmi", ha affermato Matt Watts, sceso in piazza a Novi, cittadina del Michigan, uno degli stati cruciali che hanno riconsegnato le chiavi della Casa Bianca a Trump a novembre, spiegando che di fronte alla tempesta provocata dai dazi che Trump ha imposto "a Paesi che non li meritano" ha spostato i suoi risparmi su fondi più stabili.  

Intervistato ieri da Nbc News, il ministro del Tesoro, Scott Bessent, ha bollato come "una falsa narrativa" le storie riguardo ad americani sulla soglia della pensione che ora rischiano di non andarci a causa del tracollo dei loro fondi pensione. "Gli americani che vogliono andare in pensione ora, che hanno messo da parte i loro risparmi per anni, penso che non stiano a guardare le fluttuazioni quotidiane", ha detto Bessent, che è diventato miliardario gestendo hedge fund, avvisando che "che l'investimento in borsa è buono perché è a lungo termine".  

Parole che sono state subito criticate dal senatore democratico, Adam Schiff, sottolineando che sono parole da miliardario: "Il segretario al Tesoro dice che la gente non guarda allo stato dei loro risparmi, lui forse non deve farlo, è ricco, forse non lo deve fare il presidente, perché è ricco. Ma io sento dai californiani che chi è appena andato in pensione, chi è sul punto di farlo, sono terrorizzati". "Questo è un presidente che se ne sta sul campo da golf, mentre le pensioni delle persone sono in fiamme" ha concluso il democratico accusando Trump di "distruggere la nostra economia".  

 



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