Storia di Clement, 1200 chilometri a piedi seguendo la Via Francigena
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Un incontro casuale a San Salvatore Telesino, un caffè, due chiacchiere e parte il racconto di un viaggio faticoso ed enorme attraverso l’Antica via Francigena che da Roma portava i Pellegrini a Brindisi e poi a Gerusalemme. Un viaggio faticoso quello di Clèment, 23enne francese che da circa due mesi sta attraversando a piedi l’Italia, ed in questi giorni, il Sannio.
C’è chi viaggia per passione, chi invece si mette in cammino per mettersi alla prova, per conoscersi per conoscere o molto semplicemente per instaurare un legame. Lo stesso, che legava come un cordone ombelicale, i viandanti che provavano a raggiungere Gerusalemme nel Medioevo attraverso la via Francigena.
L’itineriario della via Francigena, probabilmente è più articolato e più faticoso del più noto ‘Cammino de Santiago’. Ma un viaggio, non si misura solo in base alla distanza ed alle difficoltà, ma anche in base alle sensazioni che esso potrebbe far nascere nell’animo di chi si mette in marcia. Una riscoperta dell’anima, oltre che un approccio frontale con la realtà in quei luoghi che molte volte anche le cartine geografiche stentano a segnalare.
La via Francigena per anni è rimasta nel dimenticatoio, relegata ed impolverata in un modello di turismo che potremmo definire “non conforme” agli standard qualitativi che abitualmente vengono richiesti ai tour operator e che il ritorno, forse in parte dovuto anche alla pesante recessione che da anni affligge il continente, ha riabilitato e man mano incrementato.
I numeri, come veniva accennato prima, al momento non possono competere con quelli dei sentieri, patrimonio Unesco, che portano a Santiago e che attraversano Francia e Spagna, ma l’incremento è possibile notarlo ad occhio nudo anche nel Sannio. Sono stati infatti numerosi i pellegrini che partiti da Roma hanno attraversato il Lazio, la Campania e la Puglia per raggiungere Brindisi o le alture del Gargano, o chi come Clèment un giovane vivaista francese di 23 anni di chilometri ne ha affrontati 1220 prima di approdare ai piedi della Dormiente e ne dovrà percorrere altri 232 per raggiungere Bari ed imbarcarsi verso la Grecia, sua destinazione finale, per giumgere al Monte Athos.
La Via Francigena del Sud solo nel 1994 “è stata dichiarata ‘Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa’ assumendo alla pari del Cammino di Santiago di Compostela una dignità sovranazionale”, come specifica lo stesso sito web che raccoglie i vari itinerari culturali, sono “un ponte tra oriente ed occidente, uniscono il cristianesimo al paganesimo, l’Età Antica al Medio Evo. Un itinerario trasversale, tra basolati romani ed antichi tratturi, templi pagani, imponenti cattedrali e santuari cristiani, dolci panorami collinari e aspri passaggi montani”.
Passi che precedono passi, storie che raccontano storie, luoghi che rimangono impressi nella scatola chiusa dei ricordi, chilometri che raccolgono le fatiche e le ansie di chi prova anche in solitudine, come Clèment, a conoscersi ad avere un dialogo costruttivo con se stesso alla ricerca di una spiritualità che la secolarizzazione ha sedimentato e de-strutturato all’interno di un vivere quotidiano che è freneticamente vuoto.
C’è allora chi parte, per rallentare un processo onnivoro come la vita; o chi semplicemente pensa alla ‘vacanza alternativa’, nulla di male, quello che resta sono le esperienze alcune entrate a far parte della storia e capaci di essere traino per numerose altre.
Un’erranza in chiave moderna, un rifiuto. Clèment viaggia senza cellulare, distante anni luce dalla nostra impellente mania dei social network, con solo una cartina a fargli da guida ed un basto che lo sorregge nei momenti di fatica. Un viaggio nuovo, diverso che passa dal Sannio e che affonda radici profonde, mistiche di un passato che molte volte è nascosto dietro l’angolo.
Michele Palmieri