A Puglianello apre Casa Marchitto e la mostra "Casciello, Opere 1993 - 2016"
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Aprirà i battenti il prossimo 22 luglio a Puglianello a Casa Marchitto la mostra di Angelo Casciello, sarà possibile visitarla fino al 30 ottobre.
Venerdì 22 luglio a Puglianello alle ore 20,30 nell’ambito dell’apertura al pubblico di Casa Marchitto, sarà inaugurata la mostra “Casciello - Opere 1993-2016”, dedicata ad un artista tra i più significativi interpreti del dibattito artistico nazionale degli ultimi decenni.
L’allestimento della mostra segue l’articolazione degli spazi posti al primo livello che, dalle Sale destinate ad ospitare convegni, si proietta verso la grande terrazza che chiude il piano: sulle pareti ben ventisette dipinti su carta, realizzati da Casciello nell’arco di tempo di oltre un ventennio, dal 1993 ad oggi – tra queste opere figurano Dialoghi interrotti, Gli specchi di Narciso, Il canto degli esuli e l’eccezionale Orfeo, mentre sulla terrazza troverà posto L’arpa, una scultura in ferro dipinto del 2007. A precedere il percorso espositivo, due grandi sculture, Vestale di Luna e Il luogo del silenzio, entrambe del 1993, poste all’esterno del complesso architettonico di recente restaurato.
La mostra, curata da Massimo Bignardi e Ferdinando Creta, pone l’attenzione sulla valenza che il segno assume nell’opera di Casciello, ritornato ad esporre a Puglianello dopo circa quindici anni, vale a dire dalla realizzazione della grande scultura, Un fiore per Puglianello del 1999, posta al centro della piazza antistante al Municipio.
«Un’esperienza - scrive il sindaco Tonino Bartone - che porta a riflettere sulla tenacia di un progetto che già anni addietro ci ha visto coinvolti e che oggi rinnova il senso di quella prospettiva che fondava sul ravvicinato rapporto tra cultura, turismo e territorio». Una scelta quella di proporre, anche se in misura contenuta, un’antologica dedicata all’artista italiano che, rileva Ferdinando Creta nell’intervento al catalogo, «ha mostrato da sempre grande attenzione alla realtà sannita, alle sue origini, alla cultura che è espressione in un patrimonio dell’intera comunità. Angelo scrive il senso profondo degli archetipi della nostra terra, di un Sud che non è solo quello italiano, bensì dell’intera civiltà Occidentale. La fa senza retorica o ideologismi; anzi alza il segno del confronto con la creatività e con la bellezza».
“La pittura e la scultura sono per Casciello – artista di Scafati in provincia di Salerno – pratiche di una quotidiana domanda che l’artista pone ai suoi occhi e sono espressione, osserva Bignardi nel saggio proposto in catalogo, di «una luce, così come dichiarata in pittura, che avvolge e tornia le forme, collocandole con la loro gravità nello spazio infinito del foglio. La pittura recupera, sostanzialmente, la valenza del segno che era già stato quel disegno a carbone, con il quale Casciello aveva, nel 1991, decorato le stanze che ospitavano il suo studio nel lato superstite dell’abbazia cistercense di Santa Maria di Realvalle, nei pressi di Scafati». Aggiungendo, più avanti, che per Casciello prioritaria è la qualità della luce e lo si riscontra nei dipinti proposti in mostra in particolare quelli realizzati dopo il 2006. Una luce «con la quale Angelo svela la realtà magica che il suo sguardo incontra sulla superficie: una luce che si muove con un tempo lungo e che l’occhio segue nei suoi passaggi sui corpi che sostano o “posano” sull’astratto confine dell’immaginifico. Anche se lo spazio accolto nella pellicola pittorica conserva del mondo sensibile quello che Plotino, in un passo delle Enneadi, indica come l’impossibilità di “derivare una parte da un’altra, e ogni singola cosa è solo una parte”, l’aura che lo pervade trasporta il nostro animo altrove, là ove, stando ancora al pensiero del filosofo greco, la luce è ‘manifesta alla luce’, ove tutto ‘è trasparente, nulla è oscuro né resistente, ognuno è manifesto all’altro fin nell’intimo e tali sono tutte le cose […]»”.