La scienza in campo per bloccare il reclutamento di mafiosi e terroristi

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La scienza in campo per bloccare il reclutamento di mafiosi e terroristiLa scienza in campo per bloccare il reclutamento di mafiosi e terroristi

Combattere la mafia, prevenire atti di terrorismo. Una delle azioni fondamentali per indebolire e debellare queste reti criminali è bloccare il loro processo di arruolamento di forze fresche.

Contrastare le condizioni economiche e sociali che permettono loro di espandersi, fortificarsi, rigenerarsi nonostante le inchieste giudiziarie e gli arresti. “Le mafie e il terrorismo si possono combattere alla radice, studiando come avvengono i processi di reclutamento nelle nostre città. La scienza computazionale ci può aiutare in tal senso”, dice Giulia Andrighetto, ricercatrice dell ’Istituto di Scienze e tecnologie della Cognizione del CNR di Roma. “Stiamo sviluppando un modello simulativo, quindi un modello al computer, per comprendere i processi di reclutamento e identificare possibili strategie per limitare questo fenomeno”.

Il suo collega Mario Paolucci spiega che, per quanto riguarda le organizzazioni terroristiche, “viene simulata l’attività quotidiana di un quartiere di Berlino che si chiama Neukölln”. Qui tra abitazioni, uffici, luoghi di aggregazione si muovono i cosiddetti “agenti”, che rappresentano la popolazione del quartiere. “Tra i 40mila agenti che costituiranno la simulazione, tre o quattro di questi sono reclutatori", dice Paolucci.

Si tratta di un approccio innovativo, che integra scienze sociali e computazionali. Il modello si basa su dati sociologici raccolti da un consorzio internazionale nell'ambito del progetto UE Proton. I ricercatori possono variare sul modello diversi parametri, come la presenza di polizia, l'interazione degli individui con l'autorità, la percezione della discriminazione come gruppo, e vederne le conseguenze.

In un secondo modello analizzano invece il reclutamento mafioso, come si espandono e si contraggono le reti a seconda delle politiche messe in atto. Queste simulazioni potranno essere uno strumento utile per i sindaci , che devono decidere ad esempio se è più efficace aprire centro giovanili o mettere più forze dell'ordine in una determinata zona a rischio. La prima città a farne uso sarà Palermo , "Può misurare l'intervento e dare anche suggerimenti per rendere economicamente meno pesante l'intervento stesso", dichiara il sindaco Leoluca Orlando.

I primi risultati di queste simulazioni potrebbero essere già presentati dall'amministrazione il prossimo anno, nell'ambito di un'iniziativa per aggiornare la Convenzione ONU di Palermo , sottoscritta 20 anni fa da 189 paesi per promuovere la cooperazione nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale.



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