La "Leonessa" spodestata dall'eolico. Fronte Sannita: "Distrutto valore naturalistico, ambientale, storico, e culturale"

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Leonessa Cerreto Sannita (foto Fabio Salvatore Del Vecchio)Leonessa Cerreto Sannita (foto Fabio Salvatore Del Vecchio)

"Tutti, si scoprono anti-eolici dell’ultima ora quando nella realtà hanno sostenuto ed agevolato la distruzione direttamente o indirettamente". 

“Giusta e giustificata, anche se tardiva, l'irritazione delle popolazioni della valle del Titerno e Telesina alla vista di macchine eoliche alte 150 metri a coronare il monolite della Leonessa. Non è stato distrutto solo il panorama ma tutto il valore naturalistico, ambientale, storico, e culturale.Un luogo che è patrimonio della memoria collettiva legante tra le generazioni che si sono succedute su questa terra”.

Così, Pinuccio Fappiano presidente del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna intervenuto sull’installazione delle “pale eoliche” a ridosso della “Leonessa”. Installazione che hanno provocato un vero e proprio “terremoto” di reazioni ed indignazione non solo a Cerreto Sannita.

“Alla rivolta popolare – aggiunge Fappiano – ecco che con precisione millimetrica cominciano ad emergere i distinguo di chi amministra e di chi ha amministrato: ‘io non sapevo, io non c'ero, io non potevo fare nulla, la colpa è di quegli altri ecc..ecc..’Il solito teatrino dello scarica barile.Ma la cosa scandalosa è che tutti, dico tutti, si scoprono anti-eolici dell’ultima ora quando nella realtà hanno sostenuto ed agevolato la distruzione direttamente o indirettamente. Un esempio su tutti; la delibera di giunta esecutiva n° 181 del 23/10/2019 ad oggetto:Società Eolica San Lupo s.r.l. richiesta autorizzazione per transiti in deroga ai limiti di massa sulle strade comunali – Approvazione scrittura privata-. Delibera immediatamente esecutiva con cui si concordava con l'Eolica San Lupo s.r.l. un indennizzo per ‘compensazioni ambientali’ di 80.000 euro. Delibera di Giunta pubblicata all'Albo Pretorio il 14 febbraio 2019; cioè 115 giorni dopo l'adozione! Dovranno però spiegare ai cittadini le motivazioni di questa mancata pubblicazione nei tempi di legge.Quando si amministra un paese come Cerreto Sannita, su cui sono stati apposti una serie di vincoli paesaggistici, naturalistici, storici, artistici ecc… non si può dire io non sapevo, io non potevo, io non ero stato informato”.

Fappiano prosegue: “Quando l’ex sindaco Santagata afferma che nel 2013, quale assessore della Città dei Sanniti,che con la delibera di Giunta n° 3 del 28/08/2013 si deliberava contro le installazioni eoliche conferma che lui e tutta la giunta della ‘Città dei Sanniti’ erano a conoscenza dei progetti che si stavano approvando dentro il territorio ma nessun atto concreto fu mai adottato per tutelare ciò che è nello statuto dell’Unione dei Comuni: la salvaguardia e la tutela ambientale. Ed è stata fine a se stessa anche l’Audizione in Regione Campania del 26/11/2013 dell’allora Presidente della ‘Città dei Sanniti’ Floriano Panza i cui risultati pratici furono pari a zero. A fronte dell’immobilismo abbiamo cercato di stimolare l’amministrazione comunale ad assumersi la responsabilità di tutelare i confini di Cerreto Sannita. Infatti il 24 ottobre 2016 abbiamo inviato una nota circostanziata e corredata da dati tecnici e riferimenti normativi che spiegavano nei dettagli ciò che ai confini comunali stava accadendo e quali azioni, atti e provvedimenti bisognava adottare per bloccare quelle nefandezze e tutelare il bene collettivo.Quella richiesta-denuncia è stata completamente ignorata”.

Fappiano sottolinea, come: “Il comune di Cerreto Sannita è tutelato dal D.Lgs. 42/2004 ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137’. In presenza di queste tutele, il Decreto Ministeriale dello Sviluppo Economico del 10/09/2010 ha decretato che gli impianti eolici potevano essere costruiti ma ad una distanza minima di 50 volte l'altezza della macchina quindi a 7.500 metri dai confini comunali. Il Comune, anche se non coinvolto dalla Regione, dal momento in cui ha avuto contezza di ciò che accadeva ai suoi confini avrebbe dovuto imporre alla Regione Campania la convocazione di un'apposita Conferenza di Servizio ed in quella sede richiedere l'annullamento in autotutela di tutte le autorizzazioni rilasciate sui territori dei comuni confinanti fino ai 7.500 metri di distanza. Contemporaneamente denunciare alla Procura della Repubblica affinché accertasse responsabilità penali di chi ha materialmente avviato e chiuso le procedure con il rilascio dell'Autorizzazione Unica senza garantire i diritti di tutti gli enti ricadenti in aree contermini. Ciò non è stato, quindi, non esistono scusanti”.



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