Pace e integrazione: la Diocesi di Cerreto si fa costruttrice di speranza
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Nella Giornata Mondiale della Pace dedicata ai migranti, il battesimo di 4 bambini stranieri. Un atto simbolico di coraggio quello della Chiesa di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti nei confronti di un mondo secolarizzato e rinchiusosi nella fortezza del cinismo, nelle trincee dell’indifferenza.
“Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”. Si intitola così il messaggio che Papa Francesco ha rilasciato in occasione della 51ma Giornata Mondiale della Pace in programma il prossimo 1 gennaio 2018. Accoglienza e convivenza per generare pace. È questo in estrema sintesi il messaggio che il Santo Padre ha voluto consegnare alla Chiesa per questo appuntamento, un messaggio carico di significato, spoglio di pregiudizi in un tempo in cui la società sembra essere sempre più assillata dalla ricerca di una identità che troppo spesso risulta chiusa, lontana dallo genere inclusione, restia ad accettare diversità e culture.
Il messaggio è anche un monito alla politica, incapace di generare percorsi e di riconoscere diritti (sanciti anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo) come quello alla cittadinanza nei confronti dei bambini nati in Italia e che frequentano le scuole. Quale minaccia si nasconde dietro un bambino?
Potrebbe essere questa, una delle domande di fondo. L’interrogativo ultimo per chi semina odio e rancore, innalza muri, coltiva la cultura dello scarto e dell’indifferenza. Il Papa, ci invita tutti ad uscire da queste logiche, a prenderci cura dell’altro, attraverso loro di se, della loro e della nostra dignità. Insomma, le parole d’ordine sono chiare: “accogliere, promuovere, proteggere e integrare” e per far ciò bisogna stabilire – come scrive Giovanni XXIII nella Pacem in Terris – “misure pratiche, nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, per permettere quell’inserimento”. La diocesi di Cerreto Sannita – Telese e Sant’Agata de’ Goti ha deciso di far suo questo invito, di farsi portatrice sana di speranza, operatrice di pace.
In occasione della Marcia diocesana della Pace del 1 gennaio 2018 alle ore 16:30 a San Lorenzo Maggiore, promossa da Caritas Diocesana, Azione Cattolica e Casa della Pace don Tonino Bello, seguirà un corteo lungo le strade della cittadina con la presenza di alcuni ‘testimoni’ di pace e, successivamente, il vescovo mons. Domenico Battaglia amministrerà il sacramento del Battesimo a 4 bambini stranieri. Il Battesimo, da sempre, rappresenta l’ingresso all’interno della comunità cristiana. “La maggioranza – scrive il Santo Padre nel suo messaggio – migra seguendo un percorso regolare, mentre alcuni prendono altre strade, soprattutto a causa della disperazione, quando la patria non offre loro sicurezza né opportunità, e ogni via legale pare impraticabile, bloccata o troppo lenta. In molti Paesi di destinazione si è largamente diffusa una retorica che enfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o l’onere dell’accoglienza dei nuovi arrivati, disprezzando così la dignità umana che si deve riconoscere a tutti, in quanto figli e figlie di Dio. Quanti fomentano la paura nei confronti dei migranti, magari a fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la tutela di ogni essere umano. Tutti gli elementi di cui dispone la comunità internazionale indicano che le migrazioni globali continueranno a segnare il nostro futuro. Alcuni le considerano una minaccia. Io, invece, vi invito a guardarle con uno sguardo carico di fiducia, come opportunità per costruire un futuro di pace”.
Un segno di accoglienza, un segno forte di rigetto di qualsivoglia forma di violenza, di xenofobia, di razzismo. Il punto di partenza della costruzione di un vocabolario nuovo, di un nuovo modello di cittadinanza capace di includere, accogliere, proteggere. Un atto di coraggio nei confronti di un mondo secolarizzato e rinchiusosi nella fortezza del cinismo, nelle trincee dell’indifferenza. Il gesto di una Chiesa che vuole rompere gli schemi, che tende la mando, che si fa compagna di viaggio, che vede l’altro come opportunità, che riconosce il loro ‘know-how’, che vuole coltivare i sogni e generare pace.