Restauro dell’Annunziata di Capua: Al via i lavori dopo la consegna ufficiale
9:50:27 975

Riparte il recupero del capolavoro del tardo Rinascimento, colpito da un fulmine. La chiesa sarà restituita alla comunità.
Nel pomeriggio del 25 marzo 2025, la Parrocchia Maria Santissima Assunta in Cielo, comodataria del bene di proprietà comunale, ha formalmente consegnato la chiesa civica dell’Annunziata di Capua alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento. Contestualmente, la Sabap ha affidato alla ditta incaricata l’avvio dei lavori di restauro e degli interventi strutturali.
Alla cerimonia erano presenti il Soprintendente Mariano Nuzzo, il sindaco di Capua Adolfo Villani e il parroco don Giovanni Branco.
Grazie ai fondi del Ministero della Cultura, l’impresa Modugno interverrà sul tamburo, sulla lanterna e sulla scala a chiocciola, gravemente danneggiati da un fulmine che aveva colpito la cupola e parte del cornicione di coronamento. La consegna dei lavori è stata formalizzata dal direttore Schiavone.
Il complesso monumentale dell’Annunziata di Capua è considerato una delle più importanti testimonianze del tardo Rinascimento napoletano fuori dal capoluogo. La facciata presenta chiari richiami cinquecenteschi, con due statue di San Rocco e Santa Lucia ai lati del portale, sovrastate da timpani curvi tipici del barocco. Il fregio tra i capitelli è decorato da una gloria di putti. La cupola, tranne il tamburo, è opera di Ambrogio Atendolo, su progetto di Domenico Fontana.
L’interno è a navata unica, con altezze significative dovute al precedente impianto angioino. Gli stucchi settecenteschi decorano l’intero spazio, mentre le parti rinascimentali visibili sono state lasciate a vista dopo i restauri post-bellici. Lungo la navata si aprono dieci cappelle laterali, cinque per lato, con dipinti di artisti manieristi napoletani. Di grande valore è il soffitto ligneo cassettonato dorato, realizzato grazie al lascito del poeta Lucio Paganino di Capua. Il transetto ospita il presbiterio, sormontato dalla cupola, mentre l’altare maggiore in marmi policromi mostra un paliotto con l’Annunciazione. Gli stalli rinascimentali del coro provengono dalla chiesa di San Benedetto e risalgono al 1519.
«Preserviamo e custodiamo le bellezze e i tesori architettonici e artistici del nostro territorio, tutelando una delle più antiche chiese del centro storico di Capua», ha dichiarato il soprintendente Mariano Nuzzo. «Nonostante i danni subiti, questa autentica bellezza tornerà presto al suo antico splendore, grazie al programmato lavoro di restauro. Così intendiamo "seppellire il fulmine", quasi a evocare il rituale romano del fulgur conditum: dopo la caduta di un fulmine, i materiali colpiti venivano sepolti in un’area sacra. Anche noi vogliamo rimediare ai danni del maltempo, salvaguardando la nostra straordinaria eredità storica».