Ingegneria gestionale: cosa si studia, percorso di studi, pro e contro

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L’ingegnere gestionale è una figura molto richiesta nel mercato del lavoro. Infatti, si tratta di un professionista capace di rispondere alle nuove esigenze aziendali, grazie alle sue conoscenze multidisciplinari che gli consentono di conoscere e gestire i processi di un’impresa.

Per diventare un ingegnere gestionale, occorre conseguire una laurea; proprio per questo, è necessario scegliere il corso universitario con un piano di studi ingegneria gestionale adatto alle richieste del mercato.

Come diventare ingegnere gestionale?

Come già detto, per diventare un ingegnere gestionale occorre iscriversi all’università e conseguire una laurea (anche triennale). Infatti, le università con un piano di studi per ingegneria gestionale, permettono di acquisire non solo il titolo necessario per l’abilitazione alla professione, ma anche tutte le conoscenze utili per poter lavorare in questo ambito.

Infatti, il piano di studi ingegneria gestionale prevede matematica, project management, statistica e analisi dei dati, diritto digitale, ingegneria dei dati, lingua straniera, economia, e così via. Bisogna specificare, però, che oltre alla laurea è fondamentale iscriversi all’Albo professionale del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in modo da ottenere formalmente sia titolo che abilitazione.

Dove lavora un ingegnere gestionale?

Diversamente da altri laureati, gli ingegneri gestionali possono lavorare praticamente ovunque, in qualsiasi ambito. Si tratta, infatti, di una figura professionale estremamente versatile che può svolgere le mansioni più disparate.

Il settore più diffuso è sicuramente quello del management industriale, tuttavia, sono numerosi i laureati in ingegneria gestionale che riescono ad operare tranquillamente anche in altri settori come ad esempio: Industry 4.0, metalmeccanica e meccanica di precisione, energia, food Industry, informatica, finanza ed assicurazioni e molti altri ancora.

Perché scegliere ingegneria gestionale?

Il corso di laurea in ingegneria gestionale permette di studiare diverse discipline, come spiegato in precedenza. Infatti, il piano di studi ingegneria gestionale è variegato e permette quindi di acquisire molteplici competenze spendibili sul mercato del lavoro, per accedere a diverse posizioni. Infatti, l’ingegnere gestionale può essere anche un consulente IT, uno sviluppatore di software, un business analyst, un data manager, e trovare quindi spazio in qualsiasi tipo di azienda, dalla più piccola alle più grandi realtà.

nel settore pubblico, sono diversi i concorsi aperti anche a chi possiede questo titolo di studio. Lo stipendio medio di questi laureati si aggira attorno ai 2.000 euro netti mensili, ma si può arrivare a toccare cifre ancor più elevate per le figure senior o con specializzazione.

Quali sono i contro invece?

Prima di elencare i possibili contro nello scegliere ingegneria gestionale, occorre precisare che, in generale, tutti i percorsi di studio hanno i propri pro e contro. Tra gli aspetti negativi dello studiare ingegneria gestionale è possibile citare l’eterogeneità delle materie che caratterizzano generalmente il corso di laurea. Diversamente da altri corsi, infatti, ingegneria gestionale impone agli studenti di approcciarsi a svariate materie: economiche, scientifiche, di diritto, linguistiche.

Il tutto è fondamentale perché i futuri ingegneri devono vantare competenze trasversali per poter lavorare al meglio in qualsiasi azienda, sia italiane che non. In conclusione, studiare ingegneria gestionale potrebbe essere particolarmente impegnativo, ma senza dubbio assolutamente interessante.
 



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