LXX Premio Strega. Presentati a Benevento i dodici autori finalisti
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Al Teatro Massimo di Benevento la presentazione della “dozzina” con i finalisti del LXX Premio Strega.
Si è svolta questa sera a Benevento la ormai consueta serata di presentazione dei dodici autori finalisti del LXX Premio Strega. Una tappa quella sannita che è diventato un appuntamento fisso da 8 anni. Sul palco del Teatro Massimo tra le esilaranti battute del conduttore Dario Vergassola, ad accompagnarlo Stefano Petrocchi direttore della Fondazione Bellonci, si sono succeduti i nomi della “dozzina”, diventeranno poi cinque, che si contenderanno quello che è il più grande premio letterario italiano.
Il primo ospite della serata è stato il sindaco di Benevento Fausto Pepe che è tornato sulla contestata ordinanza che vieta la vendita del libro “Riina Family Life”. Perentorio il commento del primo cittadino, “non torno indietro” e poi lancia l’idea: “un premio capace di raccontare le storie di chi è rimasto vittima delle mafie”. Un progetto che Pepe difficilmente potrà concretizzare, è a fine mandato, ed allora l’appello è rivolto a chi lo succederà. “Spero che chi arrivi dopo di me possa mettere in piedi questo progetto che non è solo un premio ma un modo per portare avanti la cultura delle Istituzioni e dello Stato”.
Incontenibile come al solito poi Vergassola che ha anche ricordato la recente vittoria del campionato da parte dei calciatori giallorossi con la prima storica promozione in serie B.
Sul palco, scenografia curata da Fabio Melillo, è salito anche Giuseppe D’Avino, amministratore delegato di Strega Alberti che ha ricordato che, “a compiere 70anni quest’anno non è solo il Premio Strega ma anche la vespa, il gianduiotto, la Repubblica Italiana. Questa – ha continuato – È una storia molto bella, una storia d’amicizia tra Guido Alberti e Maria Bellonci, ed allora – ha sottolineato – non esisteva nessuno ufficio di marketing promozionale, così è nato il Premio Strega”.
Vergassola è bravissimo a cogliere la palla al balzo e parafrasando lo slogan “Da 70 anni amici della cultura” dice, “Questo premio lo hanno vinto Flaiano, Eco, Levi, io che ci faccio qui?”.
Poi dopo una prima parte delle presentazioni tocca al vicesindaco Raffaele Del Vecchio salire sul palcoscenico. “8 anni fa – dice – in realtà questa è la 9 edizione che facciamo chiesi di avere nella mia città il Premio Strega. Le tappe erano e sono 3, di cui una itinerante e Torino se l’era già aggiudicata ma riuscimmo a portarlo a Benevento perché volevamo diventasse un appuntamento fisso, e questa non era una cosa scontata. Il Premio Strega è un patrimonio culturale enorme, e per questo abbiamo pensato ad una evoluzione per i prossimi anni”. Qui Vergassola sorprende tutti: “ non è che da qui da qualche parte c’è un cartello con su scritto campagna elettorale?”
Battuta a parte, Del Vecchio continua e dice che l’impegno “ non è solo quello di invitare alla lettura ma anche alla scrittura, per questo abbiamo creato un laboratorio, affidato a Melania Petriello, internazionalizzato l’evento con la diretta streaming e vorremmo portare il Premio negli Istituti di cultura”.
L’ultimo ospite a salire è stata Melania Petriello. “Sento – ha detto – da beneventana una grande responsabilità. Settant'anni di una storia importante che ci dice quanto sia fondamentale investire nella cultura, nella comunità delle parole, noi beneventani lo siamo in altri modi una comunità e lo abbiamo dimostrato nei momenti terribili dell’alluvione e dell’approdo in serie B, mi piacerebbe però che la città venga ricordata anche come città della cultura”. Una parola è stata spesa poi anche per l’Associazione Piccoli Maestri, che ha portato la lettura dei classici nelle scuole e ripetuto in questi mesi anche a Benevento un appuntamento come ‘Stregati dalla lettura’ e messo in piedi il laboratorio scrittura creativa, che conclude la Petriello, “abbiamo deciso di rivolgere ai ragazzi, unico salvagente di questo paese”.
Poi lo spazio maggiore è stato riservato agli autori ed ai dodici finalisti, ovvero: L’uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affinati, La scuola cattolica (Rizzoli) di Edoardo Albinati, Dove troverete un altro padre come il mio (Ponte alle Grazie) di Rossana Campo, Dalle rovine (Tunué) di Luciano Funetta, Le streghe di Lenzavacche (e/o) di Simona Lo Iacono, La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza) di Paolo Malaguti, Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci, L’addio (Giunti) di Antonio Moresco, Conforme alla gloria (Voland) di Demetrio Paolin, La figlia sbagliata (Frassinelli) di Raffaella Romagnolo, Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti, che in collegamento video ha ricordato anche la strage dei migranti nel Mediterraneo e La femmina nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli.
Michele Palmieri