Beni culturali, Rete Campus: "Dare una risposta pubblica su tutela patrimonio artistico e architettonico"

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Hortus Conclusus Hortus Conclusus

La Rete Campus fa il punto su: risorse finanziarie, la sfida del “G8” e la fatica di camminare insieme.

“Esattamente un anno fa nasceva il G8 Cultura. Punto di equilibrio tra l’attualità (anche allora come in questi giorni fatta di episodi sconcertanti) e la storia di cammini ostinatamente non incrociati delle istituzioni in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali. L’iniziativa del Tavolo, probabilmente ‘subìta’ più che costruita dalla condivisione dei soggetti attori, ha mostrato in realtà che i tempi per le convergenze sistematiche sui temi decisivi del territorio non sono ancora maturi. Quelli degli incursori incivili e del degrado progressivo invece lo sono a tal punto che oggi ‘incassano’ i risultati ampiamente previsti”.

Così in una nota la Rete Campus BN che poi aggiunge: “Il ‘G8 Cultura’ nacque a seguito della ‘decapitazione’ di una delle statue di Mimmo Paladino all’interno dell’Hortus Conclusus, che resta, a un anno di distanza, sfregiata nel più generale degrado dell’opera del grande artista. Che non può essere restaurata per mancanza di fondi da parte del Comune e per l’assoluto silenzio degli imprenditori di fronte all’appello dell’Art Bonus lanciato sui siti della Soprintendenza e del Comune dove compare al momento una sola risposta, di poche centinaia di euro, che è quella degli studenti del liceo ‘Giannone’ per il restauro degli affreschi dei Sabariani. L’art-taccagneria dei privati può essere un dato secondario, quello delle istituzioni lo è invece decisivo. Istituzioni ‘taccagne’ sul piano concettuale al di là della esiguità di fondi disponibili perché fondata sulla scelta delle priorità della loro azione sul territorio, nelle cui gerarchie la valorizzazione dei beni culturali, e di conseguenza delle politiche per il turismo, sono assolutamente secondarie nonostante tra le poche capaci di garantire un futuro di crescita e di sviluppo coerente e strutturale”.

La Rete Campus prova poi ad analizzare le responsabilità. “Di fronte a quanto accade in questi giorni in città ai danni del suo patrimonio storico, architettonico e culturale è decisivo distribuire correttamente le responsabilità che sono varie e collettive. Nel giro di poche settimane si è passati dall’auto kamikaze contro l’Arco di Traiano alla lenta operazione di ripristino del sito danneggiato, dal furto ai depositi del museo del Sannio al danneggiamento della Rocca dei Rettori. Tutto questo mentre si attende un nuovo importante flusso di turisti per il weekend pasquale, e poi per la prossima estate. I turisti continuano ad arrivare nonostante non decollino seri piani turistici (quello del Comune attende da 5 anni finanche il confronto preliminare in Commissione consiliare), visitano luoghi riconosciuti come patrimonio dell’umanità che versano in condizioni di degrado assoluto (tra tutti il chiostro di Santa Sofia) e a rischio di pericolose incursioni per mancanza di videosorveglianza (il museo del Sannio ne è privo da 12 anni e viene tutelato dal solo sistema di allarme). Gli enti locali faticano a far quadrare i bilanci, ma non si possono gestire i beni culturali giocando la carta della impotenza finanziaria. Alcune iniziative, tra l’altro, prescindono dalla consistenza delle casse comunali come nel caso della sciatteria in centro storico, denunciata da anni dalla Soprintendenza (dehors strapaesani e altre macchie di cafonìa), ma per la quale non si riesce da anni a porre rimedio”.

Poi l’appello, che ha il sapore dell’ultima chiamata. “Far trascorrere inutilmente l’ennesima fase di emergenza senza renderla opportunità di riflessione seria e di interventi decisivi e condivisi sarebbe gravissimo. Chiediamo alle istituzioni di autoconvocarsi attraverso il Tavolo del ‘G8 Cultura’ e dare una risposta pubblica circa la volontà di rispondere in concreto, attraverso prime significative iniziative, alla crisi in atto sul fronte della tutela del patrimonio artistico e architettonico. Nessuno ripeta il lamento della mancanza di fondi ma ognuno trovi la forza di spendere la ‘moneta’ dell’umiltà e dell’intelligenza creativa per affrontare pubblicamente la difficile ma straordinaria partita del ‘futuro nella storia’, tanto evocata ma mai giocata seriamente”.



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