“Uno degli aspetti più impressionanti di Pompei è quello delle vittime dell'eruzione. L'archeologo Fiorelli nel 1863 inventa questa tecnica per recuperare le forme del corpo.
Lui li chiama "rapiti alla morte" perché colando il gesso si ritrovavano i momenti della morte. Tutto questo lavoro viene fatto con grande rispetto, non stiamo spettacolarizzando la morte, ma è un lavoro scientifico, che ci permette di fare un grande salto in avanti nella conoscenza dell'antichità”. Massimo Osanna, Soprintendente degli Scavi di Pompei, spiega il lavoro in corso sui calchi delle vittime dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. I calchi vengono analizzati con la Tac. “Vengono fuori dati straordinari che riguardano età, sesso, cosa mangiavano, il loro status".