Dal Mali a S. Agata. Mamadou Kamissoko una promessa dell'atletica leggera

16:25:58 7169 stampa questo articolo

Sono ormai santagatesi a tutti gli effetti. Si tratta dei maliani Famakan Diakite e Mamadou Kamissoko, ora 18enni arrivati nel paese caudino nel 2011 ed ospitati dalla Casa Famiglia ‘Alba Chiara’. I due giovanotti vanno a scuola, fanno sport e sono ormai integrati nella comunità. E proprio lo sport sta dando grandi soddisfazioni ad uno dei due. Infatti, mentre Famakan Diakite fa parte della rosa della Virtus Goti ’97, squadra cittadina che milita in Prima Categoria, Mamadou Kamissoko si è invece dedicato all’atletica. Tesserato con l’Atletica Dugenta, la settimana scorsa il giovane maliano è arrivato secondo nella gara del Cross Juniores Maschile (Km 4) a Capaccio. Circa 200 atleti delle varie categorie federali si sono dati battaglia su un tracciato di 1500 metri che ha visto gareggiare su diverse distanze a secondo della categoria di appartenenza. Con 21’09’’ Mamadou è stato preceduto solo dall’atleta Felice Simone con il tempo di 20’43’’.
“Mamadou Kamissoko ha ottime possibilità di miglioramento – ha commentato il suo allenatore Antonio Cudillo già campione italiano sui 3mila siepi – infatti, ogni volta che gareggia riesce sempre a migliorare il suo tempo”. All’attivo ha solo sei mesi di allenamenti continuativi, poiché prima dell’estate ha avuto problemi muscolari che non gli hanno permesso di allenarsi con continuità. “Pur non avendo un allenamento costante nel tempo, Mamadou può essere considerata a tutti gli effetti una promessa” – ha commentato Cudillo.
La stessa opinione di Mamadou ce l’ha anche Antonio Viscusi, titolare della casa famiglia ‘Alba Chiara’ che ospita il ragazzo. “Il due maliani che sono ospiti nella mia struttura hanno potenzialità enormi: oltre ad essere dei bravi ragazzi, sono studiosi e si dedicano allo sport con passione e voglia. E’ per questo che mi piacerebbe che le istituzioni o anche i singoli cittadini prendessero a cuore questi giovani e mi aiutassero a dare loro una possibilità, dal momento che lo stato ancora non eroga i fondi per la loro permanenza in Italia”.

Nella Melenzio



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