"Qui è tutto rotto e non c'è nessuno". La "ditta" - così è scritto sull'insegna - del parcheggio "privato" che si incontra da via Tanucci, l'unico grande varco di accesso aperto all'Albergo dei Poveri, o parcheggiate o vi invita gentilmente a togliere il disturbo. Ma, altro che "non c'è nessuno".
È sopravvissuta tre secoli la gigantesca macchina razionalista concepita per riabilitare il popolo lazzaro o sfortunato da Ferdinando Fuga per volontà di re Carlo III. Diviso in tre parti marcate da altrettanti enormi cortili, è un grand canyon di tufo: nell'ala destra vivono le 84 famiglie dei "corridoi", cittadini a metà, per il Comune solo dei fantasmi.
Servizio di Stella Cervasio, video Riccardo Siano