Mediobanca, con la mossa su Banca Generali sarà il mercato (prima di Mps) a decidere

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(Adnkronos) - Mediobanca con Banca Generali o Mps con Mediobanca? Sarà il mercato a decidere, e buona parte della partita si giocherà il 16 giugno, data dell'assemblea di Piazzetta Cuccia. La mossa firmata da Alberto Nagel, che ha appena annunciato un'ops sulla banca del Leone di Trieste, ha un chiaro valore industriale ma è anche una sfida significativa sul piano finanziario. E' un'operazione che metterà gli investitori, la maggior parte grandi fondi, di fronte a una scelta: da una parte Mediobanca più forte e più focalizzata, con più chance per Generali di resistere all'assalto di Caltagirone e Delfin; dall'altra la fine di Mediobanca e del sistema di potere che ha garantito finora a Trieste.  

Come tutte le grandi battaglie finanziarie, a confrontarsi ci sono le ambizioni personali, quelle dei manager che si sono messi in gioco, su tutti lo stesso Alberto Nagel e il Ceo di Mps Luigi Lovaglio, e quelle degli azionisti che cercano di conquistare uno spazio a cui guardano da anni, come Francesco Gaetano Caltagirone e gli eredi di Leonardo Del Vecchio. Ci sono gli interessi dei due grandi gruppi bancari italiani, Unicredit e Intesa SanPaolo con i rispettivi ceo Andrea Orcel e Carlo Messina, che dal riassetto in corso vogliono uscire ulteriormente rafforzati. Ci sono gli interessi della politica, con il governo che ha scelto un percorso che, passando da Siena e portando a Trieste, mira a ridefinire gli equilibri nel cuore del potere finanziario. 

Ora, però, salvo ulteriori sorprese, con le carte sul tavolo si conteranno le azioni. Questa volta in Mediobanca, dopo la resa dei conti nel capitale delle Generali che ha conservato ancora una volta lo status quo e la guida di Philippe Donnet. Ed è prevedibile che pacchetti importanti possano passare di mano nella costruzione dei due schieramenti che si fronteggeranno per il sì o il no all'operazione di Piazzetta Cuccia su Banca Generali e a tutte le conseguenze che ne derivano. Partendo dai punti fermi che si possono registrare oggi. I due soci forti di Mediobanca, la Delfin della famiglia Del Vecchio con il 20% e Francesco Gaetano Caltagirone con l’attuale 7%, sostengono l’operazione Mps e tutto lascia prevedere che si schierino contro l’operazione Banca Generali. Dall'altra parte ci sono i soci industriali di Mediobanca, con il loro patto di consultazione all'11% (Mediolanum al 3,49%, Gavio, Lucchini e gli altri). Ci sono poi le quote di Blackrock (3,5%) e pacchetti più piccoli, con il 2% in mano a Unipol. 

Poi, c'è il mercato. Vale più del 50% del capitale di Mediobanca e avrà il potere di decidere non solo cosa sarà di Piazzetta Cuccia ma anche se Generali potrà sottrarsi ancora alle mire di Caltagirone e Delfin. Per come è stata formulata l'operazione da Nagel, se va in porto l'Ops su Banca Generali la quota detenuta da Piazzetta Cuccia in Generali, il 13%, finisce in mano alle stesse Generali, con il management guidato da Donnet che avrebbe un anno di tempo per ricollocarla. Cambia e non poco il quadro, anche perché Mps a quel punto non troverebbe più in Mediobanca il 13% di Generali. (Di Fabio Insenga)  



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