Museo ARCOS. Inaugurazione della mostra Epifanie, di Antonio Biasiucci

16:23:46 4071 stampa questo articolo
Museo ArcosMuseo Arcos

Sarà inaugurata domani venerdì 27 ottobre, ore 16.00, la Mostra “Epifanie” di Antonio Biasiucci presso il Museo ARCOS di Benevento.

La Mostra “Epifanie”, per la Direzione Artistica Ferdinando Creta, si inquadra nel Programma delle mostre estemporanee presso i Sotterranei di Arcos e restareà aperta al pubblico fino al prossimo 26 novembre 2017 con i seguenti orari: martedì / domenica dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle ore 15,00 alle 18,30. Lunedì chiuso – ingresso gratuito.

Il progetto di Antonio Biasiucci denominato LAB/per un laboratorio irregolare che nasce nel 2012 per rispondere all'esigenza di creare un percorso per giovani artisti, completamente gratuito, in cui trasmettere un metodo di costante approfondimento e critica del proprio lavoro. Dopo l'esperienza della prima edizione del “laboratorio irregolare”, il progetto è proseguito intorno a un tavolo, nello studio di Biasiucci, per oltre due anni, in cui si sono incontrati i giovani artisti e il fotografo per raccogliere, condividere e sviluppare i loro lavori. Scrive Antonio Biasiucci: “oggi restituisco quello che mi è stato dato, perché non ha senso che sia io solo a salvarmi.

Metto a disposizione le mie conoscenze, affinché sia dato spazio, tempo e possibilità ad altri di fare buona fotografia attraverso un Laboratorio ispirato ad Antonio Neiwiller, regista napoletano scomparso venti anni fa, che io considero mio maestro. Il Laboratorio produce immagini essenziali, nelle quali l’autore può trovare una parte di sé; sono immagini che si aprono all’altro”.

Il progetto applica dunque i metodi teatrali di Antonio Neiwiller alla fotografia. Non si tratta di una scuola in senso stretto, ma di un percorso dove l'azione didattica diventa un'azione di esistenza e dove la formazione non è fine a sé stessa ma diviene: “lo stimolo a solleticare corde interne del pensiero e dell'emozione, affinché diventino delle epifanie pure e scarnificate” (Leo de Berardinis).

“Come l’azione dell’attore sul palcoscenico – spiega Giovanni Fiorentino, che presenta nel catalogo i principi e l’azione del Laboratorio – è ridotta all’essenza, così nel laboratorio irregolare il viaggio di formazione porta il fotografo a mirare all’interno di sé, ricercando una performance profonda, elaborata per sottrazione, che trasformi l’oggetto della ricerca stessa in soggetto dalla dimensione universale. Biasiucci ha messo intorno al tavolo otto esperienze di vita, e di fotografia, eterogenee, selezionandole tra più di cento di proposte per competenze e qualità della ricerca. Intorno a quel tavolo la fotografia è diventata uno strumento di connessione e di scambio continuo, apprendimento condiviso e relazione sensibile”. 

Per questo i lavori del laboratorio irregolare sono sempre “Epifanie” dal contenuto e dalla forma eterogenea. Sguardi autonomi, guidati da un unico metodo, che mette insieme otto esperienze di vita e ricerche fotografiche diverse. Così Pasquale Autiero racconta delle contraddizioni inguaribili del Sud tra il sacro e il profano, Ciro Battiloro dell'umanità che popola il Rione Sanità a Napoli, Valentina De Rosa di persone affette da grave disabilità, Maurizio Esposito di una geografia dell'anima, Ivana Fabbrocino della percezione del sé attraverso l'autoritratto, Vincenzo Pagliuca di case ai margini dello spazio, Valerio Polici di un viaggio nel proprio immaginario, Vincenzo Russo della “riproducibilità dell’opera d’arte”.

“Fare il Laboratorio non significa diventare artisti, ma è il tentativo di scoprire cosa è importante; aiuta a distinguere il fondamentale dall’effimero, ad acquisire una forma mentis, una metodologia che è funzionale perlomeno a realizzare una fotografia che non mente. Una fotografia, appunto, una fotografia di se stessi. Nel Laboratorio non si privilegia un genere ma, al contrario, si punta alla cancellazione del genere. È privilegiato solo il proprio dire che eventualmente può prevedere più generi per comunicarlo. Aiuta a capire che lo scambio, il confronto, il relazionarsi sono fondamentali per crescere, insegna ad avere il coraggio di presentarsi nudi, ma consapevoli che è questo l’unico modo possibile”, così Biasiucci parla del Laboratorio Irregolare.

L’esperienza del laboratorio irregolare dal titolo Epifanie, che ha ottenuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, dopo aver presentato all'interno della Chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini, detta La Misericordiella, dal 7 giugno al 10 luglio 2017, i lavori su un tavolo lungo 15 metri, disegnato da Giovanni Francesco Frascino, su cui erano poggiati gli 8 portfoli-libro degli artisti di LAB, illuminato da un'unica striscia di luce, e poi a Roma dal 14 giugno al 15 luglio 2017 alla Galleria del Cembalo gli stessi lavori a parete, in una forma espositiva completamente diversa, su sollecitazione del direttore Ferdinando Creta e grazie alla sensibilità del curatore Antonio Biasiucci, sarà riproposta negli spazi del museo Arcos di Benevento dal 27 ottobre al 26 novembre. Biasiucci, che ha già esposto in Arcos in occasione della mostra Dentro e fuori la pelle, commenta “Una ulteriore occasione di farsi conoscere. Nella scorsa edizione i ragazzi hanno vinto dei premi, hanno tenuto mostre, il laboratorio è stato per loro un trampolino di lancio notevole”.



Articolo di Musei & Mostre / Commenti