A Cervinara si è discusso di donne, cultura e comunicazione

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Donne e relazioni familiari, accesso alle carriere, pari opportunità, assistenza negata, stalking, mobbing, soprusi, violenze, femminicidio, case rifugio. Il variegato universo donna e le politiche di genere sono state esaminate nel corso di una tavola rotonda tenutasi presso l’Aula consiliare “A. Sacco” di Cervinara, sabato 29 marzo, dal titolo “Le donne: la cultura e la comunicazione”. L’incontro, voluto dall’assessore alle Pari Opportunità del Comune, Claudia Cioffi. Dopo i saluti del sindaco di Cervinara, Filuccio Tangredi e di Claudia Cioffi, ha introdotto la giornalista Ivana Picariello, unica direttrice donna dell’Irpinia, alla testa del “Corriere dell’Irpinia” che ha anche moderato. Data la tematica dell’impegno, ha sottolineato la differenza tra “comunicazione”, che riguarda l’invasivo mondo dei social network ed ha un riferimento digitale e comunicazione, che è quella che si fa in un “luogo di produzione culturale” quale quello di una testata giornalistica. Picariello ha detto che le testate giornalistiche sono anche luoghi di “apertura sul sociale” e di “espressione delle proprie capacità” e che a tale mondo sono sempre più le donne ad avvicinarsi. Attualmente al “Corriere dell’Irpinia” ci sono cinque laureande stagiste. L’impegno è notevole, “dodici ore al giorno, con ritmi che sono quelli di professioni come il medico, dove si deve essere sempre disponibili”, per cui, ha sottolineato la direttrice, “quelle che provano la vita di redazione restano, oppure scappano”, in quanto l’impegno a tempo pieno in questo campo per una donna viene spesso reso possibile da un sostegno parentale. La scelta dei termini utilizzati per far passare notizie come violenze e femminicidi deve essere mirata e purtroppo, ha continuato la giornalista, “noi sull’Irpinia ci troviamo a raccontare cose gravi e terribili”. La parità, ha concluso, deve essere garantita da servizi minimi come asili nido comunali “e non privati”, consultori, lavoro che dia economia alle donne. Domenica Marianna Lomazzo, Consigliera di Parità della Provincia di Avellino ha ricordato come ancora esiguo il numero delle donne nelle posizioni apicali ed ha ribadito che una società in cui non si dà alle donne la possibilità di lavorare è una società ferma, che non produce. Rispetto agli altri Paesi europei, dove la media dell’occupazione femminile è del 60%, in Italia siamo fermi al 47. Nelle assemblee politiche in Italia siede solo il 16% delle donne e le quote rosa sono per adesso l’unica strada per garantire una parità di trattamento nell’accesso alle carriere politiche. Nelle liste di collocamento del territorio irpino sono iscritte 4216 laureata come “in cerca di occupazione”, un dato che rivela quanto sia bloccato il mercato del lavoro in provincia, nonostante l’alto tasso di scolarizzazione delle aspiranti ad un lavoro. Ha sostenuto con forza la necessità di attuare un Centro antiviolenza per le donne di Cervinara e comuni limitrofi, con apertura due volte a settimana e con psicologi e sociologi forniti dai Piani Integrati di Zona, in quanto le donne spesso non denunciano proprio perché non sanno a chi rivolgersi. Ha detto che alla consulenza và fatta seguire un’azione di accoglienza e sostegno economico alle donne vittime di violenza, con la creazione di una Casa di Rifugio per donne vittime di violenza. Patrizia Fantasia, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Luigi Vanvitelli” di Airola, ha parlato della femminilizzazione in atto da vari anni nella scuola e del fatto che i ruoli dirigenziali in questo settore siano occupati da donne. “La scuola – ha affermato – è la vera ossatura del Paese, soprattutto la scuola primaria. E’ anche interessante notare come stia tornando la figura del professore di materie come il greco, il che significa che anche gli uomini trovano interessante questa professione”. La dirigente ha anche valutato in maniera positiva la scuola dell’autonomia, dove è possibile “fare progetti bellissimi” e lasciare un segno nelle giovani generazioni, che poi, proprio per quel bagaglio ricevuto a scuola, potranno abbracciare professioni come il magistrato ed il medico.
Dal canto suo, la dirigente scolastica dell’I.I.S. “Antonio Lombardi” di Airola, Marilina Cirillo, ha detto che il numero eccessivo di donne nella scuola non fa cantare vittoria e che la scuola deve riappropriarsi di quel senso critico che ha smarrito negli anni. Infine, Rosaria Del Piano, presidente della cooperativa di servizi turistici e culturali “ArteViva” di Benevento, ha parlato della difficile conciliazione tra lavoro e vita privata per le donne, vista anche in molti casi la scarsità di servizi per la famiglia, rimarcando che le donne svolgono il triplo della fatica rispetto agli uomini, ma concludendo con un chiaro messaggio di speranza, e cioè con l’invito a non aspettare, ma lavorare in proprio per costruire il futuro e la propria indipendenza economica. Pina Cioffi, docente presso il Liceo Scientifico “Alfonso Maria de’ Liguori” di Sant’Agata dei Goti, ha offerto un sintetico excursus del difficile percorso fatto dalle donne per raggiungere la parità (ricordando, tra l’altro, che i primi ingressi delle donne medico nelle strutture pubbliche risalgono solo al 1919) ed ha detto che le cause dei silenzi delle donne rispetto alle violenze che le vedono coinvolte sono da ricercarsi nella paura, nella vergogna, ma anche, come ha sottolineato la giornalista Concita De Gregorio, nell’educazione e nell’assuefazione al dolore che viene loro inculcata da una cultura plurisecolare. Infine, due giornaliste sannite, Elide Apice e Lucia De Nisi, hanno parlato della loro esperienza. Apice, giornalista free lance, ha detto di avere iniziato col giornalismo come hobby, poi questo è diventato il suo attuale lavoro. Attiva nel volontariato, in organizzazione di eventi e progetti culturali, Elide Apice è direttore del quotidiano telematico www.sannioteatrieculture.it e presidente dell’associazione culturale Exit Strategy, con progetti culturali di vario tipo per le donne e con uno sportello di ascolto attivo due volte alla settimana, che raccoglie testimonianze di soprusi anche molto gravi subiti da donne. A chiudere la docente e giornalista Lucia De Nisi, beneventana di nascita ma residente a Montesarchio, la quale, tirando le fila delle varie relazioni svolte, ha sottolineato che oggi vi è un profondo bisogno di recuperare il rispetto nelle relazioni sociali. “Noi facciamo parte di una generazione che può guardare al suo vissuto con serenità, perché, anche se i mariti non erano collaborativi, rispettavano le nostre scelte. Io ho fatto parte del mondo della scuola e faccio la giornalista. Quante volte ho mandato gli articoli a “Realtà Sannita” alle due di notte. Mio marito ha sempre rispettato quello che facevo. Oggi questo rispetto fra persone manca, e ne sono esempi i femminicidi ma anche il triste fenomeno delle baby squillo. Che rispetto possono avere di sé stesse queste ragazzine, se anche le loro madri non hanno avuto rispetto. Bisogna far capire che non è il soldo facile quello che conta, ma il valore che esse hanno come persone”.



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