Processo da rifare, Natale a casa per un narcotrafficante sannita

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Nicola Fallarino è stato rimesso in libertà nonostante fu tratto in arresto per il reato di detenzione e di cessione di un consistente quantitativo di crak ed eroina.

Trovato in possesso di ben 311 grammi di stupefacente, il pusher sannita in sede di giudizio abbreviato riportò la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione. La Corte di appello di Napoli - V sezione – ha accolto con una diffusa motivazione l’istanza di perdita di efficacia della misura per decorrenza dei termini di custodia cautelare a firma degli avvocati Dario Vannetiello e Vincenzo Sguera.  Le prove a carico dell’accusato sembravano schiaccianti ed erano rappresentate da plurimi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, attività investigativa sfociata nel fruttuoso sequestro della droga pure divisa in larga parte in dosi oltre al sequestro di un bilancino di precisione. Il sequestro fu effettuato a Benevento il 24 ottobre 2014, con la contestuale conduzione del Fallarino presso la locale casa circondariale.

La condotta che gli inquirenti attribuivano a Fallarino era aggravata da due circostanze: quella di averlo commesso mentre era agli arresti domiciliari e quella dell’essere un soggetto già due volte definitivamente condannato per droga, oltre ad aver a carico anche altri procedimenti penali pendenti specifici.  Il castello accusatorio aveva retto sia in primo grado che in secondo grado seppur, grazie ad un cavillo, ottenne in appello la esclusione della recidiva con conseguente riduzione della pena a 5 anni cinque e 4 mesi. 

Ma nel mese scorso l’accusa aveva ricevuto una significativa battuta di arresto con la sentenza emessa dalla Suprema Corte il16/11/20117.
Infatti, la Cassazione, nonostante il Procuratore Generale aveva concluso per il rigetto del ricorso, ha annullato in toto la sentenza di condanna, condividendo in pieno l’articolato ricorso a firma degli avvocati Dario Vannetiello e Vincenzo Sguera.

Dalla motivazione depositata dalla Suprema Corte in data 12.12.17 risulta che il processo è completamente da rifare sotto ogni aspetto; ad occuparsene sarà un altra sezione della Corte di appello di Napoli la quale sarà chiamata a stabilire se confermare la condanna o assolvere l'imputato.



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