Roma. Giornata sullo studio delle grandi dighe, presenti Provincia di Benevento e Asea

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Diga CampolattaroDiga Campolattaro

A rappresentare la Provincia sono stati: il segretario - direttore Generale Franco Nardone ed il responsabile di Servizio Salvatore Minicozzi; a rappresentare la Società di gestione dei servizi per la Diga di Campolattaro Giovanni Sportelli.

La Provincia di Benevento e la Società di gestione Asea hanno partecipato stamani a Roma alla Giornata di studio indetta dal Ministero delle Infrastrutture – Direzione Generale Dighe su “Le Grandi Dighe Italiane. Una risorsa per il territorio”, e conclusa con intervento del Ministro Toninelli.

Le Grandi Dighe italiane sono 532 e la Direzione Generale che se ne occupa intende sempre di più esaltarne il ruolo sia di mitigazione del rischio idraulico sia riserva idrica a servizio del territorio: peraltro, in un contesto ambientale di rilevanti cambiamenti climatici, la Direzione Generale vuole mettere in campo le misure e le risorse necessarie per tenere in efficienza e sicurezza gli impianti, garantire la sicurezza dei territori a valle e, naturalmente, sfruttare convenientemente le potenzialità degli invasi per gli usi legittimi civili, agricoli ed industriali.

E’ sempre più urgente, infatti, realizzare una strategia di medio e lungo periodo che soddisfi le esigenze del Paese in fatto di risorse idriche e tutte le Istituzioni sono chiamate ad un sforzo congiunto per raggiungere tale obiettivo.

La risorsa costituita da questi impianti, infatti, non è sfruttata appieno: sono ben 382, infatti, le dighe che non risultano in esercizio e, tra queste, si annovera anche la Diga di Campolattaro sul fiume Tammaro, affidata dal 1995, dopo lo scioglimento della Cassa per il Mezzogiorno che l’aveva progettata e costruita, alla Provincia di Benevento.

Come fare per la messa in esercizio di questi numerosi impianti che potrebbero dare una risposta concreta a tanti bisogni dei cittadini e dei territori?

Anche a rispondere a questo quesito è servita la riunione odierna a Roma che, naturalmente, ha distinto caso per caso nel complesso del sistema degli invasi non ancora attivi.

La Diga di Campolattaro sul Tammaro, dopo che la Provincia e la Società partecipata Asea, in questi anni, sono riuscite a completare numerose opere strutturali complementari, riaprire la circumlacuale e assicurare l’accesso alle aree rurali che venivano isolate dal crescere del lago artificiale, sta completando la fase dei cosiddetti “invasi sperimentali”, propedeutici al raggiungimento della quota di massimo riempimento e giungere così alla sua messa in esercizio almeno per gli usi civili.

Secondo la Direzione Generale Dighe tale ultima fase può essere finalmente realizzata anche a ragione del fatto che sono disponibili risorse finanziarie adeguate a buona parte delle necessità operative delle Grandi Dighe. L’invaso sul Tammaro è candidato ad intercettare le risorse finanziarie occorrenti.  “

La Provincia di Benevento - ha dichiarato il presidente della Provincia Antonio Di Maria - ha avviato la indispensabile interlocuzione istituzionale su questa complessa materia al fine di sfruttare le straordinarie potenzialità che la Diga offre al territorio rendendo funzionale ed operativo lo sbarramento che raccoglie circa 85 milioni di metri cubi d’acqua. Abbiamo quindi autorizzato la formalizzazione di un accordo con della Acqua Campania SpA, Società della Regione Campania, al fine costruire il potabilizzatore grazie ad un progetto che ci consentirà di avviare a tanti anni dall’avvio dei lavori dell’invaso l’utilizzo civile delle acqua.

La Provincia di Benevento sta lavorando con grande impegno su un tema tanto rilevante per la rinascita e lo sviluppo dell’Alto Tammaro e del Sannio tutto: siamo certi che riusciremo ad intercettare le opportunità evidenziate nella Giornata di studi promossa dalla Direzione Generale Dighe”.



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