Affreschi Sabariani, lettera aperta all'associazione "Italia Langobardorum"
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Nelle ore in cui viene annunciata la convenzione per lo stadio, riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata, all'associazione “Italia Langobardorum”, per porre alla loro attenzione la questione degli affreschi dei Sabariani per i quali, spiegano Antonio De Capua e Alfredo Vittoria: “al non si conoscono ancora piani e date per la loro messa in sicurezza”.
La lettera
“Gentilissimi,
vorremmo portare la vostra attenzione su un caso di abbandono di una preziosa testimonianza dell’arte longobarda a Benevento, rimasto a lungo coperto da una coltre di silenzio che abbiamo lottato per strappare; anche se ci siamo riusciti, i risultati sono solo parziali. La cripta di San Marco dei Sabariani è quanto rimane di un edificio di culto, di fondazione longobarda. Fu rinvenuta per caso nel 2007 e contiene un interessante, e inusuale, ciclo di affreschi della scuola di miniatura e pittura beneventana.
Nel piano di gestione del nascente sito UNESCO ‘Longobardi in Italia: i luoghi del potere’, si fa esplicito riferimento ad una messa in sicurezza della cripta e alla sua apertura al pubblico. Nulla di tutto questo è avvenuto in 10 anni, a parte la costruzione di una copertura (4 anni dopo!), la quale era prevista per essere solo provvisoria. E così, siamo arrivati al dicembre 2015 con un allarme da parte della locale Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggio che non lasciava spazio a interpretazioni: gli affreschi dovevano essere restaurati subito, altrimenti l’avanzato stato di degrado dovuto all’umidità, e al distacco dei fogli protettivi di cui erano coperti, li avrebbe fatti sparire prestissimo.
Dopo che il giornalista Nico De Vincentiis de Il Mattino ebbe diffuso tale allarme, abbiamo iniziato una campagna per sensibilizzare la popolazione (entro cui si collocano la divulgazione degli affreschi tramite Wikipedia e una petizione online per il loro restauro) e attivare le istituzioni, in primo luogo il Comune di Benevento che è proprietario del bene e, purtroppo, non può dirsi innocente per l’abbandono di esso.
Da un lato, siamo riusciti a far riscoprire ai Beneventani questo importante reperto storico-artistico. Inoltre, sul versante accademico, notevole è stata l’attenzione che ad esso ha rivolto il prof. Federico Marazzi dell’Università Suor Orsola Benincasa: questi si è recato più volte a Benevento e, riconoscendo l’estrema rarità della cripta, ne ha fatto oggetto di studio da parte sua e dei suoi studenti. D’altro canto, tuttora stiamo faticando molto per vedere, finalmente, la cripta restaurata. I tentativi operati dall’attuale amministrazione sono riassumibili in tre interventi. Un progetto per la richiesta di fondi alla regione, in occasione di un bando per il recupero dei beni culturali, bocciato a causa dell’assenza di un opportuno livello di dettaglio. Successivamente, l’amministrazione ha dichiarato di aver destinato per i lavori di recupero una somma pari a 50.000 €, senza però dare notizia di una qualsiasi attività di messa in sicurezza o anche solo progettuale.
L’ultimo provvedimento adottato è stato l’annuncio della costituzione di un fondo da costituire in base alla normativa Art bonus; ma, ad oggi, non ci risulta ancora l’esistenza di alcun progetto di ripristino che sia redatto da professionisti del restauro. Ci sembra che ciò vada in aperta contraddizione con l’interesse che la cripta ha suscitato.Gli affreschi, intanto, continuano a deteriorarsi: abbiamo già buoni motivi per credere che non sarà possibile salvare tutto quanto fu rinvenuto nel 2007”.