Per Porti di Terra, si e' chiuso ieri "Awareness Time", laboratorio TeatroStudio Masterclass
9:22:4 3645Si è chiuso ieri con “Awareness Time”, restituzione finale del laboratorio TeatroStudio Masterclass diretto da Gabriele Vacis, Matteo Volpengo e Roberto Tarasco, Il “#PortidiTerra Festival del #W&W, #Welfare&Welcome”, organizzato dalla Caritas diocesana di Benevento.
La restituzione finale del laboratorio di Gabriele Vacis, andato in scena all’Orto di Casa Betania alle ore 18.00, ha coinvolto gli ospiti degli Sprar e due di loro, attraverso l’arte, hanno coinvolto i presenti in un momento di grande pathos nel racconto della loro storia. All’Orto di Casa Betania, alle ore 11.00 il giornalista di Vita.it Daniele Biella ha presentato il suo libro “L’isola dei giusti. Lesbo, crocevia dell’umanità” in cui racconta l’accoglienza nell’isola greca, a pochi chilometri dalla costa turca, attraverso le testimonianze di sette “giusti”. Biella, nel suo viaggio, ha intervistato anche Emilia Kamvisi, un’anziana donna dell’isola di Lesbo, che per il suo aiuto ai migranti è candidata al premio Nobel per la Pace.
La presentazione è stata arricchita dall’intenso e partecipato contributo di padre Alex Zanotelli, che ricordando le parole di Papa Francesco a Lampedusa “avete mai pianto guardando un barcone affondare?” ha parlato del concetto di compassione, inteso come sentimento di sentire come proprio il dolore altrui e ha detto: “Dobbiamo risvegliarci dal sonno dell’indifferenza, aprire i nostri occhi alla loro sofferenza”.
Alle ore 12.00 la Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo di Benevento, Felice Accrocca, al termine della quale il direttore della Caritas don Nicola De Blasio ha presentato i punti fondamentali sui cui verrà elaborata la “Carta dii Benevento delle Comunità #welcome”. Subito dopo la messa un momento di convivialità e festa.
La sezione cinema del Festival, curata dall’associazione Spazio Labus Kinetta, ha visto la sua ultima proiezione alle ore 21.00 con “My name is Adil” di Adil Azzab, Andrea Pellizzer, Magda Rezene. Sabato 27 maggio, alle ore 11.00, nella sala conferenze della Cittadella della Carità, si è tenuto il tavolo di lavoro, a cui è stata invitata tutta la stampa, dal titolo “Parole di confine: dall’Hate Speech alla comunicazione welcome”. La tavola rotonda, che ha avuto come relatori giornalisti di testate nazionali che hanno firmato inchieste sui migranti, è stata un momento di confronto e lavoro da cui sono emerse le basi per scrivere un documento sulla buona comunicazione dei migranti e della loro accoglienza.
Il pomeriggio del 27 alle ore 15.00 a Chianche, sede di uno Sprar Caritas, il tavolo di lavoro: “Terre per restare” moderato da Luciano Trapanese, a cui hanno partecipato il Primo Cittadino di Chianche, Carlo Grillo e i Sindaci Welcome, Antonio Mattone, portavoce della Comunità Sant’Egidio di Napoli, Stefania Congia, Dirigente Divisione II, “Politiche di integrazione sociale e lavorativa dei migranti e tutela dei minori stranieri” del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Angelo Righetti, presidente “Res-IntRes-Impresa a Rete” e consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha presentato il progetto “Pollicino” per i Minori Stranieri Non Accompagnati.Il tavolo di lavoro è stato un momento di riflessione e confronto sul “Manifesto per una Rete dei piccoli Comuni del Welcome”. A tal proposito la Dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Stefania Congia ha detto: “Per quanto riguarda i sindaci, sono all’avanguardia perché mettono insieme dei pezzi di welfare e all’interno del nostro Paese è più che mai necessario. C’è come una visione una visione di futuro di grande anticipazione. Il Manifesto della Caritas politicamente è molto avanti nel termpo e addirittura, senza volerlo, è in linea con la legislazione in materia che stiamo elaborando al Ministero proprio su queste tematiche”.
Il sindaco di Roccabascerana Roberto Del Grosso alle ore 17.30 ha tagliato il nastro del Bosco Sociale di Roccabascerana e nell’attiguo borgo, dopo un’apericena, è stato rappresentato lo spettacolo “Mi chiamo Aram e sono italiano” di Gabriele Vacis e Aram Kian, con Aram Kian, scenofonia di Roberto Tarasco, distribuzione Angelo Giacobbe/Nidodiragno. Nel monologo, l’attore di origine iraniana, mette in scena la sua storia vera di bambino, adolescente e giovane, immigrato di seconda generazione, in una piccola realtà della periferia milanese.
Il primo giorno di #PortidiTerra si è aperto con l’inaugurazione alla Cittadella della Carità “Evangelii Gaudium” della mostra “La Storia che vogliamo” curata dai volontari del Servizio Civile di Caritas BN, dell’Expo permanente del Sale della Terra e di “The blood of Syria”, mostra fotografica di Alessio Romenzi, photoreporter di fama internazionale, vincitore del World Press Photo 2013-2017, che saranno visitabili fino alla fine di giugno.
La serata inaugurale, svoltasi a Petruro Irpino, ha visto la partecipazione di mons. Felice Accrocca, Arcivescovo di Benevento, mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Oliviero Forti, Responsabile Immigrazione di Caritas Italiana, Regina Catrambone, Responsabile Moas, Mariaelena Morelli, Coordinatrice degli Sprar di Caritas Benevento e Massimo Cozzolino, Imam di Napoli. Durante la serata è stato proiettato un video-contributo della giornalista Eva Giovannini. L’Arcivescovo di Benevento ha letto il messaggio che Papa Francesco ha mandato alla Chiesa beneventana in occasione del “#PortidiTerra Festival del #W&W, #Welfare&Welcome”.
“In occasione del Festival dei Popoli – ha scritto il Santo Padre - promosso dalla Caritas di codesta Arcidiocesi, desidero esprimere il mio apprezzamento e la mia spirituale partecipazione, ed auspico che il significativo evento susciti impegno sempre più generoso nel favorire al cultura dell’accoglienza e della solidarietà, promuovendo così la pace e la fraternità tra i popoli. Incoraggio la comunità cristiana di codesto territorio, come pure tutte le persone di buona volontà, a considerare la presenza di tanti fratelli e sorelle migranti un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo, come anche un’occasione per annunciare e testimoniare il Vangelo della carità”.
“Spart’ e capisc”, performance finale del Laboratorio LovEarth trough art della Compagnia sociale Teatrale “Imaginaria” di Claudio D’Agostino, rappresentata nei vicoli di Petruro Irpino la prima sera di Festival, è stato un momento di grande gioia e condivisione per gli abitanti del paese e gli ospiti degli Sprar di Petruro Irpino e Chianche che insieme hanno recitato.