Auto: aumento delle truffe ai danni degli automobilisti
11:7:13 2614Le frodi più comuni al volante: come riconoscerle e difendersi. Dalla truffa dello specchietto rotto al finto tamponamento, fino al pedone che finge di essere investito; ecco le truffe più comuni ai danni degli automobilisti.
L'ultima frontiera in tema di frodi agli automobilisti è quella del truffatore-pedone che finge di essere stato investito e chiede al malcapitato guidatore un risarcimento in contanti. Secondo un'indagine commissionata da Facile.it in collaborazione con Consumerismo No Profit a mUp Research e Bilendi, nell’ultimo anno circa 2 milioni di italiani sono stati vittima di un raggiro mentre erano al volante o in fase di parcheggio.
I giovani cadono più spesso in trappola, con una percentuale che supera l’8% tra gli under 35 (a fronte di una media nazionale del 5%). A livello territoriale, il fenomeno è maggiormente registrato nelle regioni del Sud e nelle Isole (7%).
Sebbene gli schemi utilizzati dai malfattori siano per lo più noti, nell’ultimo anno circa 880.000 automobilisti vittime di questo tipo di raggiro hanno pagato in contanti il danno millantato dal truffatore. Una consolazione è che nella maggior parte dei casi le somme versate sono state contenute: il 29% ha dato 50 euro, il 31% tra 50 e 100 euro, e solo l'8% dei truffati ha perso più di 300 euro.
Il finto tamponamento
Analizzando le risposte di chi, nell’ultimo anno, si è trovato di fronte a un tentativo di truffa, emerge che lo schema più utilizzato dai malviventi è quello del finto tamponamento (44% dei rispondenti). La dinamica è sempre la stessa: l'automobilista ignaro, in fase di manovra in un parcheggio, sente un colpo all'auto, causato con astuzia dal malfattore, che subito dopo raggiunge il guidatore accusandolo di aver tamponato la sua auto e ammaccato la carrozzeria. Per evitare di coinvolgere la compagnia assicurativa, gli propone di saldare in contanti il danno subito. Questo metodo fa vittime, in particolare, tra le donne (47%) rispetto agli uomini (41%).
Lo specchietto rotto
Un'altra truffa particolarmente diffusa è quella dello specchietto rotto (42% dei rispondenti). In questo caso, la frode avviene in movimento; la vittima, alla guida della propria automobile, sente un forte rumore, normalmente causato dal lancio di una lattina vuota da parte di un complice del truffatore. Pochi secondi dopo, l’automobilista viene affiancato da un’altra vettura il cui conducente gli intima di accostare. Una volta scesi dal veicolo, il truffatore accusa l'automobilista di aver urtato e rotto il suo specchietto, proponendo ancora una volta di saldare il danno in contanti, senza coinvolgere la compagnia assicurativa. La truffa dello specchietto rotto ha particolare successo tra gli uomini (48%) rispetto alle donne (35%).
Il finto pedone
Come detto, l’ultima novità in tema di tentativi di truffa ai danni degli automobilisti è quella del pedone investito, che ha riguardato il 13% degli intervistati. La dinamica è semplice: il malvivente-pedone si butta a terra non appena passa un'automobile, fingendo di essere stato investito. Spesso interviene anche un complice che testimonierà di aver assistito al sinistro. Sfruttando il senso di colpa dell’automobilista e la paura di possibili conseguenze, i truffatori propongono al guidatore di chiudere un occhio a fronte di un piccolo risarcimento in contanti. Le vittime predilette sono i giovani tra i 18 e i 25 anni (15%) che, forse per inesperienza, risultano più vulnerabili a situazioni di questo genere.
Più di uno su sei paga
La strategia dei truffatori è di chiedere un rimborso in contanti senza fare denuncia né alle autorità né alla compagnia assicurativa, così da evitare un peggioramento della classe di merito del malcapitato automobilista con conseguente aumento del premio RC auto. Nonostante si tratti di trucchi più o meno noti, tra chi è stato preso di mira dai truffatori nell’ultimo anno circa 880.000 italiani hanno ammesso di essere caduti nel tranello e di aver pagato in contanti il presunto danno.
Gli automobilisti più navigati, una volta riconosciuto il tentativo di truffa, o hanno tirato dritto senza fermarsi (24%), oppure si sono fermati e hanno preteso di chiamare le forze dell’ordine (54%). Inutile dire che, al solo sentir parlare di Polizia, i malfattori hanno spesso cambiato improvvisamente idea sulla richiesta di risarcimento.
«Il consiglio per chi si trova in una situazione dubbia è di chiamare le Forze dell’ordine e, in ogni caso, trattandosi di un sinistro stradale, è bene compilare il modulo CAI, Constatazione Amichevole di Incidente», spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director assicurazioni di Facile.it. «Non facciamoci ingolosire dalla possibilità di “trovare un accordo” o saldare il danno senza passare dalla compagnia assicurativa poiché potrebbe trattarsi di una truffa. E va ricordato che, se il sinistro è reale, anche in presenza di una denuncia alla compagnia assicurativa è sempre possibile evitare il peggioramento della classe di merito rimborsando alla compagnia stessa, tramite Consap, il danno causato».
Andrea Polo