LIPU e Collettivo Bn riportano i beneventani nel Parco di Cellarulo FOTO
18:18:54 4602Escursione di LIPU e Collettivo Bn, nella penisola fluviale di Cellarulo tra i fiumi Calore e Sabato, domenica scorsa; occasione per riscoprire il Parco di Cellarulo.
Le bellezze naturalistiche ed archeologiche di contrada Cellarulo, penisola fluviale formata dai fiumi Calore e Sabato, continuano ad affascinare i Beneventani. Infatti per la quarta volta negli ultimi tre mesi la LIPU ha organizzato un'escursione in questa località che rientra nell'Oasi di protezione “Zone Umide Beneventane” creata dalla Provincia di Benevento e gestita dalla LIPU, le prime due in collaborazione con la rete di associazioni Benevento Città in Fiore e questa volta con il Collettivo Bn, gruppo di studiosi e artisti beneventani, nell'ambito del trittico di passeggiate “Percorsi di domenica”, il cui secondo appuntamento denominato “Paradiso e Inferno nel Chiostro”, a cura del prof. Maurizio Cimino, si terrà il 14 ottobre, mentre il terzo “Sui passi di San Pietro”, a cura del prof. Francesco Morante, si svolgerà il 28 ottobre, ambedue alle ore 10 e di domenica.
La passeggiata di domenica scorsa denominata “Lungo il fiume tra gli aironi”, della lunghezza di 6 km, è partita dell'odierno Ponte Vanvitelli sul Calore ed è incominciata con la spiegazione tenuta dal prof. Morante del monumento dedicato a Manfredi di Svevia. Poi il delegato della LIPU, l'arch. Marcello Stefanucci, coadiuvato da altri attivisti della LIPU beneventana, ha guidato il gruppo di partecipanti sul lungofiume facendo notare i resti di un ponte romano a valle dell'attuale ponte, oltre alle specie arboree e agli animali presenti lungo le rive del Calore. Ma la passeggiata si è arricchita di spunti culturali notevoli con l'osservazione e le spiegazioni dei membri del Collettivo Bn e di quelli della LIPU dei resti archeologici delle Terme Romane, della Torre Biffa, del Bue Apis, della Basilica della Madonna delle Grazie, delle Mura Longobarde, dei resti dell'Anfiteatro Romano, sino alle strutture del Ponte Leproso. Qui c'è stato un altro momento naturalistico con l'avvistamento di alcune specie di uccelli tipiche dei fiumi beneventani: la gallinella d'acqua, il piro piro piccolo e l'airone cenerino.
Successivamente gli escursionisti sono giunti nell'area archeologico-fluviale di Cellarulo e attraverso un sentiero realizzato dal Comune di Benevento alcuni anni fa, ma ripreso e continuato dai volontari della LIPU, sotto la guida del responsabile dei sentieri della Sezione di Benevento, Antonio Saccone, hanno raggiunto la confluenza del fiume Sabato nel Calore. Tale sito ha affascinato con la sua magia i partecipanti all'escursione che hanno sostano sull'ultimo lembo di ghiaia e sabbia prima che i due fiumi si incontrino tra esemplari di stramonio, la cosiddetta “pianta delle streghe”.
La seconda tappa della visita all'area di Cellarulo è stata fatta sulle rive del Calore presso il Pons Maior, resti di un ponte romano denominato proprio per la sua condizione di rudere Ponte Fratto. E' stato possibile ammirare tali strutture archeologiche grazie al lavoro di manutenzione dei sentieri creati a luglio che gli attivisti di tutte le età della LIPU di Benevento hanno svolto nel mese di settembre.
La terza area visitata dagli escursionisti all'interno della penisola fluviale è stata quella nella pineta, dove la LIPU ha creato quello che potremmo chiamare “sentiero dell'alluvione”, visto che attraversa le ancora ben visibili tracce lasciate dalla poderosa piena del 15 ottobre 2015.
Infine attraverso l'ex asse interquartiere ovest, poi trasformato in percorso di penetrazione al Parco Archeologico e del Verde di Cellarulo con al centro il “fiume di pietra” dove erano stati piantati degli ulivi tra ciottoli fluviali disposti in maniera sinusoidale, che oggi si sta rinaturando in maniera non negativa con specie arboree autoctone tipiche del bosco igrofilo fluviale, si è giunti ad ammirare l'ansa fluviale del Calore dove con una stretta curva a gomito questo fiume si pone in direzione nord-sud per poi intercettare le acque del fiume Sabato poco più a valle.
Tutto questo fa riflettere sulle potenzialità che la Città di Benevento ha dal punto di vista non solo culturale ma anche naturalistico e quindi paesaggistico, ricchezze queste che dovrebbero fare in modo che si impegnino energie pubbliche per tutelare innanzitutto tale patrimonio e quindi programmare una sua valorizzazione ecocompatibile in comune accordo con i soggetti attivi sul territorio che operano in ambito culturale e ambientale.