Un anno iCare, partiti da poco i progetti di Agricoltura Sociale di Comunita' e di integrazione dei migranti

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Eventi domani a Cerreto Sannita e lunedì a Sant'Agata de' Goti. 

Domani domenica 24 giugno a partire dalle ore 18:30 presso Casa Santa Rita a Cerreto Sannita, la cooperativa sociale di comunità ed Ufficio Progettazione e Fragilità iCare vuole festeggiare il suo primo anno di vita anzitutto presentando tutte le attività ideate e realizzate, quelle già avviate (Alternanza Scuola/Lavoro, EcoLab e DolceMente) e quelle che sono partite da poco. Come quello relativo all’Agricoltura Sociale di Comunità. Si tratta di una progettualità sperimentale, che si rivolge alle persone con disabilità lievi e alle persone con sindromi psichiatriche, tentando di ridurre isolamento e stigma attraverso una risposta terapeutica e occupazionale. Il progetto è dislocato su tre diverse zone: il giardino dell’Episcopio in Cerreto Sannita, un terreno donato in Solopaca e a Villa Fiorita in Sant’Agata de’ Goti. Il progetto vuole curare e favorire un processo culturale, un nuovo servizio di comunità che offrirà assistenza sociale, psicologica e conoscenza professionale del processo produttivo agricolo. E proprio Villa Fiorita sarà il luogo di accoglienza e di ospitalità della "Casa delle Donne", un progetto che nasce tra iCare, Caritas diocesana e Fondazione Villa Fiorita Ianieri – D’Ambrosio. Un progetto ambizioso che punta alla creazione di una filiera di contrasto alla violenza di genere e alle donne con difficoltà. A questo, va collegato il progetto “Dear”, in collaborazione con il Centro di Solidarietà Calabrese e finanziato da Fondazione con il Sud, che prevede, con un camper, la presenza di sportelli itineranti nei comuni periferici del territorio diocesano. La “Casa delle Donne” sarà aperta lunedì 25 giugno alle ore 18 a Sant'Agata de' Goti.

L’ultima iniziativa che, in ordine di tempo è partita, è il progetto “DIT - Do it Together”, finanziato da Caritas Italiana, che immagina nuovi modelli di accoglienza di comunità. Un progetto rivolto a tutta la popolazione straniera che vive sul territorio diocesano e agli stranieri di seconda generazione. “DIT” nasce per incontrare le persone, accompagnarle, guardarle negli occhi, mettere al centro la dignità della persona. Esso poggia le basi sull’analisi dei bisogni dei tanti stranieri che abitano il territorio e vuole fornire non solo risposte immediate all’utente, ma progetti di fuoriuscita dal bisogno e integrazione a lungo termine. Il progetto “DIT” scommette sul territorio e candida gli spazi di Casa Santa Rita a diventare un luogo inclusivo, dove abitanti del paese, anziani soli, studenti di scuola superiore, migranti e tutti coloro che “abitano” Casa Santa Rita possono condividere la quotidianità e realizzare delle attività insieme: dal Caffè Culture alle attività di coltivare il giardino della Casa, del partecipare ai laboratori creativi di pasticceria, di riciclo, di videomaker e di tecnologia, di costruire mobili e arredi, di preparare i pasti e di alternarsi nella cura dei ragazzi disabili.

"Abbiamo sempre creduto nei sogni - spiegano in una nota - anche in quelli più piccoli e irrealizzabili. Abbiamo sempre creduto che la forza, sia sognare insieme. Solo in questo modo i Sogni possono diventare Segno: per tanti".



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