Crisi bancaria ed economia: crescono i timori. In rosso le borse europee

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I timori di una nuova crisi bancaria hanno fatto precipitare le principali borse europee che hanno chiuso con perdite superiori al 3%.

L'Economia in Europa è messa sotto forte pressione dalla crisi scatenata dalla SVB (Silicon Valley Bank), una banca regionale degli USA - nota anche come la banca delle starup - seguita dal crollo delle quotazioni del Credit Suisse, una delle maggiori banche elevetiche. Ripercorriamo le tappe di questa crisi ricordando il precedente del 2008. L'interrogativo è se la lezione della crisi dei subprime sia stata imparata e se esistono oggi adeguate tutele per evitare il ripetersi del collasso.

Crisi bancaria, crescono i timori. In rosso le borse europee

Credit Suisse, panico nelle borse europee: -21% per il gigante bancario e i listini precipitano

Il crollo della banca SVB non dovrebbe avere ripercussioni in Europa

Nel mondo le borse perdono molto, trascinate in territorio negativo dalla crisi della SVB e non credono alle parole della politica.

La crisi bancaria più recente su scala globale è stata quella del 2008, nota anche come la crisi dei mutui subprime, è stata una grave crisi finanziaria che ha avuto origine negli Stati Uniti nel 2008 e che ha avuto ripercussioni su scala globale.

La crisi ha avuto origine dal settore immobiliare statunitense, dove le banche avevano iniziato a concedere prestiti a soggetti con bassi redditi e cattivo merito creditizio (i cosiddetti "subprime") per finanziare l'acquisto di case. Questi prestiti erano spesso a tassi variabili e a breve termine, e quando i tassi di interesse sono aumentati, molti soggetti non sono stati in grado di rimborsare i loro prestiti, causando una cascata di default.

Le banche avevano poi venduto questi prestiti a istituti finanziari, che li avevano impacchettati in prodotti finanziari complessi noti come titoli cartolarizzati. Questi titoli cartolarizzati erano stati venduti a investitori in tutto il mondo, che pensavano di acquistare un prodotto sicuro con un alto rendimento.
Quando il mercato immobiliare statunitense ha cominciato a crollare, il valore dei titoli cartolarizzati è diminuito rapidamente, causando perdite per gli investitori e provocando la crisi. La crisi si è propagata a livello globale perché molte banche e istituzioni finanziarie in tutto il mondo avevano investito in questi prodotti finanziari.

La crisi dei subprime ha avuto ripercussioni sulle economie di tutto il mondo, con un aumento della disoccupazione, una diminuzione della crescita economica e una riduzione dei prezzi delle case.

I governi e le banche centrali hanno cercato di prevenire il collasso del sistema bancario attraverso una serie di misure, tra cui la nazionalizzazione delle banche in difficoltà, l'iniezione di capitali pubblici nelle banche e l'abbassamento dei tassi di interesse per stimolare l'economia.

In Europa, la crisi ha portato alla creazione dell'Unione Bancaria Europea, che ha l'obiettivo di garantire la stabilità del sistema bancario europeo. L'Unione Bancaria Europea prevede una supervisione bancaria europea, un sistema comune di garanzia dei depositi e un fondo di risoluzione per il salvataggio delle banche in difficoltà. 

In Italia, i correntisti e i risparmiatori sono tutelati attraverso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che garantisce i depositi fino a 100.000 euro per ogni correntista in caso di fallimento della banca. Inoltre, esiste la Banca d'Italia, che svolge la funzione di supervisore bancario per garantire la stabilità del sistema finanziario italiano.

Quali differenze tra la crisi attuale e quella del 2007-2008?

Sul punto è utile la riflessione fatta su lavoce.info dal professor Angelo Baglioni - ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica di Milano: "Vi sono importanti differenze tra questa crisi bancaria e quella del 2007-2008, che portò al fallimento di Lehman Brothers. La grande crisi finanziaria fu causata dalla forte esposizione di molti intermediari, non solo americani ma anche europei, verso il settore delle obbligazioni emesse a valle di operazioni di cartolarizzazioni di prestiti, compresi quelli (spesso immobiliari) concessi a debitori di cattiva qualità creditizia (sub-prime): le famigerate asset backed securities (Abs). La crisi fu aggravata dalla carenza di informazioni sul settore delle Abs: chi le deteneva e per quali somme? Come veniva determinato il loro prezzo (spesso al di fuori dei mercati organizzati)? La Svb era invece esposta verso il settore pubblico, detenendo un ampio portafoglio di titoli di Stato: in questo caso, il mercato è molto più trasparente. C’è quindi da ritenere che i motivi per un allargamento della crisi, soprattutto in Europa, siano minori adesso di allora. Certo, resta da stabilire quali istituzioni finanziarie abbiano sottovalutato il rischio di tasso, come ha fatto la Svb: a giudicare dalle quotazioni di borsa, alcuni altri intermediari americani sono al momento sotto la lente dei mercati".



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