Samex: fare economia tra imprenditoria e solidarieta'
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Mutuato dal modello vincente Sardex, made in Sardegna, Samex è un circuito commerciale che opera tra Sannio ed Irpina, dopo essersi allargato dal Molise. Intervista al fondatore Luigi Piccirillo.
In un'economia sempre più complessa, un giovane isernino scommette sulla fiducia. E vince. Oggi come oggi, si sa, i tempi sono duri e nei confronti di un mercato del lavoro sempre più difficile bisogna imparare a reagire. Sempre più ricorrono nella nostra mente parole come “economia collaborativa”, “barter economy”, “circular economy”. Samex nasce in quello che è il crescente panorama della sharing economy, dove la parola d’ordine è mettere in condivisione per la comunità. Questi I presupposti si dell’attività di Luigi Piccirillo, classe 1986, una laurea in Sociologia, una specialistica in relazioni internazionali e politiche di cooperazione, nonché un master in commercio estero.
Piccirillo oggi è co-founder del circuito samex.net, e si occupa di strategie di popolamento del circuito.
Chi è e cosa fa Samex.net?
Samex.net è un network di imprese all’interno del quale vengono scambiati beni e servizi senza l’utilizzo dell’ euro, ma attraverso un’unità di conto denominata, appunto, Samex agganciata all’euro (1Samex=1Euro).
L’obiettivo del circuito è far sì che imprenditori, professionisti e cittadini possano, attraverso un sistema di relazioni ben solido, basato sulla solidarietà e la fiducia reciproca, collaborare per la promozione dello sviluppo locale.In questo modo le imprese migliorano il fatturato e il proprio giro di affari, avendo così sempre meno merce in magazzino e creando ricchezza ancorata al territorio.
In una seconda fase il circuito ha l’obiettivo di distribuire tale ricchezza sul territorio, aumentando così la liquidità e il benessere tra la comunità. Oggi Samex.net conta 450 iscritti e può vantare 5000 operazioni e un transato dal valore di 2,6 milioni. Tra i nostri partner istituzionali cito la Regione Molise, la Camera di Commercio del Molise, e l’Università degli Studi del Molise.
In che modo la startup cresce tra Irpinia e Sannio?
Samex sta crescendo e si sta strutturando in modo da non essere più definita startup.
A Benevento è ben radicata sul territorio, ha molti collaboratori validi, con una forte percentuale femminile. Per quanto riguarda Avellino, invece, ci sono dei progetti in programma, e stiamo lavorando per creare una rete altrettanto solida anche sul territorio irpino.
Come nasce l’idea?
Nel 2009 in Sardegna viene creato un circuito commerciale che prende il nome di Sardex. Nel giro di pochissimo tempo il Sardex diventa un caso di eccellenza internazionale, occupando la prima pagina della prestigiosa rivista “Financial Times” e riuscendo ad ottenere in pochissimo tempo 3 milioni di finanziamenti. Io e mia sorella, neolaureati, con l’aiuto di mio zio, decidiamo di importare il modello Sardex in Molise e applicarlo sul nostro territorio, ovviamente apportandone gli opportuni accorgimenti, e tenendo conto delle dovute diversità, e iniziamo a cercare aziende locali utili per la nostra causa. Oggi Samex opera in un’area che comprende la Regione Molise e le provincie di Avellino e Benevento.
E’ difficile fare impresa nel Meridione, soprattutto quando si tratta di un'impresa innovativa?
Decidere di intraprendere un’attività, specialmente se in proprio, nel Sud Italia ha i suoi pro e contro. Sicuramente le ristrette dimensioni territoriali consentono di creare maggiori legami all’interno della comunità e fanno sì che l’idea si diffonda più velocemente, attirando interesse da parte della comunità in tempi reali. Il problema, però, è che al Sud non sempre c’è propensione e soprattutto attitudine all’innovazione, che a volte è considerata più come un rischio che come un’opportunità. Le cose però stanno cambiando e ci sono numerose storie di successo. La nostra carta vincente, ad esempio, è stata la caparbietà e l’ostinatezza, abbiamo insistito, senza arrenderci mai, e alla fine abbiamo vinto.
A chi serve Samex.net e quando?
I principali fruitori di Samex.net , nonché coloro che ne traggono maggiormente vantaggio, sono le imprese e la comunità. Non c’è un “quando” preciso. Sicuramente il nostro momento storico e la crisi che stiamo vivendo hanno creato le condizioni più favorevoli perché una simile idea avesse successo.
Consiglierebbe ai giovani di mettersi in gioco per crearsi il lavoro? Quali dritte darebbe?
Sì, anche perché il periodo storico lo impone. Dal momento che il mercato del lavoro sta cambiando è giusto trovare le risposte adeguate.E’ conveniente, dunque, provare, ma con la giusta dose di cautela, specialmente all’inizio. C’è sicuramente bisogno di competenze. Io e mia sorella abbiamo fatto un anno di pratica, con i dovuti corsi di formazione e assistenza. È importante ricevere dei feedback e concentrarsi soprattutto su quelli negativi, ai fini di migliorare le proprie idee e/o la propria attività. Rischioso? Dipende da quello che fai e da come ti muovi!
Carmen Chiara Camarca
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