Confcommercio, studio su sprechi e fiscalita'. Benevento tra le citta' piu' tassate

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Confcommercio ha presentato stamani a Roma lo studio riguardante la fiscalità locale e le inefficienze. In particolare l’aumento più oneroso ha interessato la Tari.

Più del 55% in cinque anni (2010-15). Ecco di quanto è aumentata la tassa sui rifiuti (Tari) negli ultimi 5 anni. Questo, il caso più emblematico presentato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli ,che a Roma stamani ha reso pubblico uno studio dell’Osservatorio sui rifiuti che ha analizzato anche i costi e gli sprechi.

Secondo Confcommercio, “si tratta di cifre emblematiche di come la fiscalità locale continui rappresentare un peso crescente per le imprese, con un carico di tributi divenuto ormai troppo oneroso e ingiustificato se si considerano le iniquità e le inefficienze che lo caratterizzano. Basti pensare che, nel caso della tassa sui rifiuti, alcune categorie economiche si sono trovate a fare i conti con distorsioni eclatanti: i ristoranti hanno visto aumentare i costi quasi del 500%, mentre ortofrutta, pizzerie e discoteche hanno superato addirittura il 600%”.

In numerosi casi inoltre, si segnalano difformità di costi a livello territoriale. “Sono numerosi i casi in cui – spiega la Confcommercio – la spesa per la gestione dei rifiuti, a parità di livelli qualitativi di servizio, vede differenze che arrivano fino al 900% anche tra Comuni limitrofi”.

Ed ancora, “il 62% dei Comuni capoluogo di provincia registra una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni, peraltro associata a livelli di servizio e prestazioni inferiori: in alcuni casi lo scostamento dal fabbisogno è superiore all'80%. Questa inefficienza produce un costo di 1,3 miliardi di euro di mancato risparmio, che potenzialmente avrebbe potuto rappresentare una riduzione del costo del servizio e quindi della tariffazione”.

Il livello di spesa rispetto al valore identificato come fabbisogno standard è superiore anche a Benevento (vedi allegato tecnico/paragrafo1), che però non raggiunge il valore fatto segnare dalla maglia nera Brinidisi (+97,54%), ed è distante da Fermo, che invece si posiziona primo in classifica con un -52,08%.

Secondo Confcommercio Benevento, “il Comune deve mettere in campo un piano di efficientamento per portare la spesa al livello del fabbisogno. Dall'analisi della ripartizione dei costi (i cui risultati sono indicati nel paragrafo 2 dell'Allegato tecnico) emerge che i costi sono sbilanciati sulla quota fissa, che rappresenta il 61% dei costi complessivi. Una corretta allocazione dei costi, tra fisso e variabile, è importante perchè un peso elevato della quota fissa (superiore al 50% del costo totale) indebolisce il legame tra tassa e rifiuti prodotti e il potere incentivante delle agevolazioni, che spesso agiscono solo sulla quota variabile. In questi casi, è necessario rivedere il Piano Economico Finanziario in modo da arrivare ad un graduale riequilibrio del carico”.

In linea generale dunque, “la spesa sostenuta dalle imprese del commercio è superiore a quella registrata nei Comuni benchmark. (paragrafo 4 dell'Allegato tecnico). Più nel dettaglio, tra le 10 categorie commerciali considerate, 9 presentano una spesa superiore a quella media dei Comuni benchmark e 1 in linea. Inoltre, l'introduzione della Tari ha penalizzato in misura maggiore le imprese del commercio rispetto alle famiglie (paragrafo 3 dell’Allegato tecnico). Infine, per quanto riguarda la scontistica, le imprese del commercio hanno a disposizione un ridotto numero di agevolazioni e riduzioni: 2 su 5 (si paragrafo 5 dell'Allegato tecnico)". 



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