Altro lutto nella cultura italiana, è scomparso Luciano De Crescenzo

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Luciano De CrescenzoLuciano De Crescenzo

Sui suoi libri, con la serie di volumi "Storia della filosofia", hanno scoperto con piacere la filosofia milioni di  persone in tutto il mondo. Si è spento a Roma, assistito dalla figlia ed i nipoti; avrebbe compiuto 91 anni tra un mese. Il sindaco di Napoli De Magistris ha proclamato il lutto cittadino.

Ha pubblicato in totale cinquanta libri, vendendo 18 milioni di copie nel mondo, di cui 7 milioni in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. Alla sua prima opera, il romanzo "Così parlò Bellavista" ne seguirono altri di successo. Innanzitutto le opere di saggistica divulgativa "Storia della filosofia greca - I Presocratici" del 1983, "Storia della filosofia greca - Da Socrate in poi" del 1986, "Storia della filosofia medievale" del 2002, "Storia della filosofia moderna - da Niccolò Cusano a Galileo Galilei" del 2003, "Storia della filosofia moderna - da Cartesio a Kant" del 2004,  "Socrate e compagnia bella" del 2009, "Ulisse era un fico" del 2010 edi i romanzi  "Oi dialogoi" del 1985, "Sembra ieri" del 1997, "La distrazione del 2000".

Ingegnere idraulico con difficoltà di trovare lavoro con la propria laurea, a seguito di una raccomandazione - come racconta lui stesso nella sua autobiografia "Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo" (1989) - fu assunto dall'IBM che lascia nel 1976 per diventare scrittore.

Il suo stile è particolarissimo. Ironico, ma allo stesso tempo con tono leggero affronta temi profondi. Nei suoi volumi sulla filosofia, ad esempio, alterna i filosofi come Socrate ed Epicuro a personaggi napoletani, persone comuni, che affrontano la vita - come si suol dire - "con filosofia".

"Come si fa a capire quando uno è stoico e epicureo?", così esordiva Luciano De Crescenzo, nei panni del professor Bellavista, nel film che nel 1984 segnò il suo esordio alla regia cinematografica. Dopo anni dedicati alla scrittura e alla recitazione, il mattatore partenopeo fece conoscere la sua ironia corrosiva anche su grande schermo, inscenando una delle sue pellicole più celebri. Tra le più efficaci parabole del suo pensiero, oltre che del suo amore per la filosofia, in cui non risparmiava nessuno: dai cristiani ai marxisti

Ecco come smonta, nel film "Così parlò Bellavista", tratto dal suo omonimo best seller, il cammorrista, facendosi beffa quindi della camorra.

In una scena del film ad episodi "Il 32 dicembre", nei panni di uno scienziato estroso, discetta: "Il tempo non esiste, è solo una nostra convenzione".

Addio professore!



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