Sannio Tech e IPCB, nuovo modello di opportunità di lavoro e innovazione di ricerca

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L’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del Consiglio Nazionale delle Ricerche è uno dei partner accademici del Consorzio Sannio Tech. Ad illustrare le sinergie tra il Consorzio e l’IPCB è Mario Malinconico, Dirigente di Ricerca IPCB, esperto di sintesi di polimeri,miscelazione reattiva di polimeri, modifica chimica di polimeri naturali e sintetici. “Le nostre attività si svolgono nell’ambito delle tecnologie dei materiali ecosostenibili per la difesa dell’ambiente e per la salute dell’uomo. Il Dipartimento di Scienze Chimiche e Tecnologie dei materiali a cui appartengo ha aderito al Consorzio Sannio Tech con l’obiettivo di individuare aziende che vogliano usufruire delle nostre competenze e dei nostri laboratori”. Creare dunque una sinergia tra chi come l’IPCB sviluppa ricerche di base a livello pre-pilota e pre-industriale e metodi analitici avanzati, grazie al personale dipendente e a quello qualificato formato presso gli istituti di ricerca, e chi come Sannio Tech è formato da aziende presenti sul territorio nazionale che vogliono utilizzare tali risorse. “La capacità di Sannio Tech sta nel selezionare aziende che abbiano una mentalità aperta all’innovazione. Far parte del Consorzio ci permette di by-passare una serie di filiere che saremmo costretti ad attivare, in cui spesso non abbiamo competenza, per raggiungere la domanda di innovazione che proviene dal territorio”. Il consorzio quindi fa da filtro dando il via ad un rapporto tra le aziende del territorio e l’istituto di ricerca passando da un’attività di servizio ad un’attività di vera innovazione. “Sannio Tech rappresenta una possibilità di trovare nuove opportunità occupazionali per i nostri giovani che abbiamo formato e portato ad un livello di capacità di innovazione, non solo di base ma anche tecnologica, con competenze elevate”. Questo grazie ad una struttura consortile che vanta una pluralità di soggetti pubblici e un bacino di aziende private di qualità con le quali è possibile avviare dei percorsi di innovazione tecnologica che rappresenti per i giovani ricercatori un’opportunità occupazionale di alto livello. “Con Sannio Tech stiamo sviluppando progetti legati ai bisogni aziendali, attraverso un rapporto one to one. Un esempio è dato dai recenti progetti sulla filiera dei materiali edilizi e vivaistici, a base di materiali plastici: questi materiali poveri, attraverso la tecnologia, sono impiegati per la realizzazione di nuovi materiali plastici durevoli e con buone proprietà, e quindi possono originare nuove opportunità imprenditoriali.” In fase di avvio sono invece alcune attività presentate con il Programma Operativo Nazionale sulla valorizzazione delle biomasse. “Abbiamo sviluppato nuove tecnologie legate all’ambiente come la valorizzazione di biomasse per la produzione di bioplastiche, biopolimeri, e per la realizzazione di supplementi di tipo farmaceutico, cosmetico e alimentare, nonché per utilizzi a fini energetici. Insieme con le Università, con altri Istituti CNR e con le aziende identificate da Sannio Tech si è creata una sinergia di competenze sull’utilizzo di materiali legati anche al territorio, come le biomasse che provengono dai terreni non più utilizzabili per fini alimentari per problemi legati all’eccessiva salinità o inquinati. Queste biomasse sono valutate nelle loro componenti chimiche e vengono poi trasformate con biotecnologie in molecole che possono essere utilizzate o per chimica fine, e quindi per integratori alimentari, per applicazioni nella cosmetica o nella filiera del biodiesel, fino alla produzione di bioplastiche, ossia plastiche biodegradabili e compostabili”. Nei progetti futuri c’è la volontà di continuare questa collaborazione tra Sannio Tech e l’ICTP. “Il dipartimento da cui provengo si occupa molto di materiali biomedicali, materiali plastici biodegradabili per la veicolazione di farmaci e per la correzione di difetti genetici che sono la causa di malattie degenerative. Ad esempio stiamo sviluppando dei polimeri in grado di incapsulare all’interno principi attivi naturali, come l’oleuropeina e l’omotaurina, in grado di raggiungere e attraversare la barriera encefalica e di poter essere rilasciate a prevenzione di malattie degenerative come Alzheimer”. Questi polimeri verranno progettati nei laboratori del dipartimento CNR e verranno poi formulati insieme ai principi attivi all’interno di Sannio Tech, per poi essere testati clinicamente. Si crea in questo modo una vera e propria filiera di competenze, capace di risolvere problemi che vanno dalle tecnologie dei materiali fino all’applicazione clinica. “Quello che noi progettiamo sono nano capsule in grado di superare le barriere cellulari e quindi rilasciare la sostanza attiva solo nel sito in cui deve svolgere la sua azione protettiva, riparatrice o rigenerativa. In questo modo si ottimizza l’utilizzo e si riducono le controindicazioni, contrariamente a ciò che avviene in un rilascio immediato come succedeva con le macro capsule. Per fare ciò i polimeri vengono progettati a partire da sostanze naturali principalmente a base di zuccheri naturali o da polimeri sintetici biocompatibili e quindi biodegradabili nel fluido fisiologico dopo aver svolto la loro funzione”. Uno studio quindi rivolto alle malattie neurodegenerative. Malinconico sottolinea infine come “il rapporto con aziende che sono in grado di produrre il principio attivo può rappresentare per le aziende stesse un’opportunità di creare nuovi business coniugando la ricerca alla creazione di prodotti innovativi”.



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