Tentata concussione. Archiviata indagine per Del Basso De Caro: il commento dell'ex sottosegretario
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De Caro: "Resta, profondo, il rammarico per l'eco mediatica e per l'ingiusto coinvolgimento di persone, come mia moglie, vittime di vessazioni e, paradossalmente, costrette a difendersi".
Loredana Camerlengo Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento, su conforme richiesta avanzata dalla locale Procura della Repubblica, ha decretato l'archiviazione del procedimento penale nel quale era stato indagato - per tentativo di concussione nei confronti dell'allora direttore generale dell'Azienda Ospedaliera "Rummo" e per voto di scambio – il parlamentare Umberto Del Basso De Caro, in concorso con mia moglie Ida Ferraro e con la dott.ssa Rita Cardone, queste ultime dipendenti dell'azienda ospedaliera.
Gli avvisi di garanzia, firmati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo e dal sostituto Francesca Saccone, furono recapitati nel novembre del 2017 a conclusione di un'attività d’indagine. I fatti risalivano al 2013 e fu la Squadra Mobile ad intercettare alcune dialoghi. La tentata concussione, sulla quale indagarono i magistrati, riguardarono alcune presunte pressioni fatte all’ex manager dell’Azienda Sanitaria, Nicola Boccalone, affinché rimuovesse o trasferisse alcuni dirigenti che la dottoressa Ferraro riteneva a lei ostili.
“Cala, dunque e definitivamente, il sipario su una vicenda molto risalente nel tempo ma cionondimeno fortemente enfatizzata dai mezzi di informazione. Ringrazio – ha commentato De Caro – in modo tutt'altro che formale, la Magistratura inquirente ed il Gip per la obiettività e la serenità con le quali hanno valutato il fascicolo processuale, arricchito dalle integrazioni documentali prodotte dalla difesa e dagli interrogatori. Le motivazioni esplicitate dalla procedente Procura ricostruiscono in modo straordinariamente fedele i fatti ed il contesto. Le conclusioni di diritto, ineccepibili, sono frutto di attenta valutazione anche dei contributi che gli indagati hanno offerto. Resta, profondo, il rammarico per l'eco mediatica e per l'ingiusto coinvolgimento di persone, come mia moglie, vittime di vessazioni e, paradossalmente, costrette a difendersi. Chi, come me, conosce le asperità della battaglia politica mette nel conto anche questo. Ma chi, del tutto estraneo alla politica, è aduso solo a compiere con correttezza ed onore il proprio lavoro, ne resta irrimediabilmente segnato. Mi auguro che questa vicenda, alla quale la Magistratura ha posto la parola fine, rappresenti un esempio per come, in futuro, evitare iniqui coinvolgimenti di persone perbene. Sarebbe questo un segnale di cambiamento. Oltre che di civiltà”.