Diversificazione energetica: la Grecia diventa il fulcro della strategia europea con il GNL

9:43:37 1211 stampa questo articolo
Nave cisterna per il trasporto del Gas (foto archivio)Nave cisterna per il trasporto del Gas (foto archivio)

Il terminale GNL di Alessandropoli rappresenta una svolta per la sicurezza energetica dell'Unione Europea, con la Grecia al centro della strategia per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico.

La Grecia sta assumendo un ruolo chiave nel panorama energetico europeo grazie a un nuovo progetto di GNL (gas naturale liquefatto) che mira a ridurre la dipendenza dell'Unione Europea dal gas russo. Al centro di questo sforzo c'è il terminale di GNL ad Alessandropoli, una cittadina nel nord del paese, vicino ai confini con la Turchia e la Bulgaria. Il progetto, parzialmente finanziato dalla Commissione Europea, è destinato a trasformare la Grecia in un hub energetico per il sud-est Europa, offrendo un'alternativa strategica alle forniture di gas naturale provenienti dalla Russia.

Il contesto della crisi energetica europea

L'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 ha portato a una profonda crisi energetica in Europa. Fino a quel momento, gran parte dell'Unione Europea dipendeva dal gas russo per alimentare le sue economie, specialmente paesi come la Germania e l'Italia. Le sanzioni economiche contro la Russia e la successiva decisione di Mosca di ridurre le forniture di gas hanno spinto i governi europei a cercare alternative più sicure e diversificate.

In questo contesto, il gas naturale liquefatto è diventato una delle risorse energetiche più importanti per ridurre la vulnerabilità dell'Europa a shock esterni. Il GNL, infatti, può essere trasportato via nave da paesi come gli Stati Uniti, il Qatar o l'Australia, garantendo una maggiore flessibilità rispetto al gas che arriva attraverso i gasdotti, spesso controllati da attori geopolitici inaffidabili.

Il ruolo strategico della Grecia

Il terminale GNL di Alessandropoli rappresenta un tassello fondamentale nella strategia dell'Unione Europea per diversificare le sue fonti di approvvigionamento energetico. La posizione geografica della Grecia, situata al crocevia tra Europa, Asia e Medio Oriente, rende il paese particolarmente adatto a svolgere questo ruolo di hub regionale per il gas naturale.

Il progetto prevede la costruzione di un terminale di rigassificazione offshore, che sarà in grado di ricevere GNL da tutto il mondo e trasformarlo in gas naturale per essere immesso nella rete di gasdotti europei. Questo gas potrà poi essere distribuito non solo in Grecia, ma anche nei paesi vicini come Bulgaria, Romania, Serbia e Macedonia del Nord, tutti pesantemente dipendenti dal gas russo.

Il terminale sarà anche collegato al "Gas Interconnector Greece-Bulgaria" (IGB), un gasdotto transfrontaliero che permetterà di trasportare il gas fino ai Balcani e potenzialmente anche in Europa centrale. Questo rafforzamento delle infrastrutture di gas naturale liquefatto non solo offrirà una via alternativa per l'energia, ma ridurrà anche i costi di trasporto e aumenterà la sicurezza energetica della regione.

Finanziamenti e collaborazione internazionale

Il terminale di Alessandropoli è in parte finanziato da fondi europei, una dimostrazione del forte impegno della Commissione Europea nel ridurre la dipendenza dal gas russo. La Grecia ha ricevuto un finanziamento di circa 166 milioni di euro, che copre una parte consistente dei costi di costruzione del terminale. Il resto del finanziamento proviene da investitori privati e da un consorzio di aziende greche e internazionali, tra cui DEPA, la compagnia statale greca del gas, e l’operatore del terminale GNL, Gastrade.

Anche il ruolo degli Stati Uniti è cruciale in questo progetto. Washington ha appoggiato con forza la costruzione del terminale, vedendo in esso un'opportunità per aumentare le esportazioni di gas naturale liquefatto statunitense in Europa. Gli Stati Uniti, infatti, sono diventati uno dei maggiori fornitori di GNL al mondo, con un interesse strategico nel ridurre l'influenza energetica della Russia sul continente europeo.

Gli impatti geopolitici ed economici

Il progetto di Alessandropoli non è solo una questione di sicurezza energetica, ma avrà anche ripercussioni economiche significative per la Grecia e l'intera regione. La trasformazione del paese in un hub energetico potrebbe stimolare la crescita economica, creare nuovi posti di lavoro e attrarre ulteriori investimenti esteri nel settore energetico.

Inoltre, il successo di questo progetto rafforzerà la posizione geopolitica della Grecia all'interno dell'Unione Europea e della NATO, consolidando i legami con gli Stati Uniti e migliorando i rapporti con i paesi balcanici. In un'epoca in cui la sicurezza energetica è diventata una questione di primaria importanza, avere il controllo di una risorsa così strategica come il GNL darà alla Grecia una maggiore influenza nelle questioni regionali ed europee.

Tuttavia, ci sono anche sfide da affrontare. Il mercato del GNL è estremamente competitivo, e la Grecia dovrà fare i conti con altri hub energetici emergenti in Europa, come quello di Klaipėda in Lituania e quello di Świnoujście in Polonia. Inoltre, il GNL, pur rappresentando un'alternativa più sicura rispetto al gas russo, non è immune a fluttuazioni di prezzo e può risultare meno conveniente rispetto alle forniture via gasdotto.

SCHEDA
impianto gas

Cos'è il GNL (Gas Naturale Liquefatto)?

Il GNL (Gas Naturale Liquefatto) è gas naturale che, per essere trasportato e stoccato in modo più efficiente, viene raffreddato a temperature molto basse (circa -162°C) per trasformarsi in forma liquida. In questo stato, il volume del gas viene ridotto di circa 600 volte, rendendolo più facile da trasportare su lunghe distanze, in particolare via mare, grazie a navi appositamente attrezzate.

Processi produttivi del GNL

Il processo per ottenere il GNL include tre fasi principali:

  • Estrazione del gas naturale: Il gas viene estratto da giacimenti sotterranei o sottomarini.
  • Liquefazione: Il gas viene raffreddato a temperature estremamente basse in impianti di liquefazione, riducendo il suo volume e convertendolo in forma liquida.
  • Stoccaggio e Trasporto: Una volta liquefatto, il GNL viene stoccato in serbatoi criogenici e trasportato tramite speciali navi metaniere verso i terminali di ricezione. Qui viene rigassificato per essere distribuito attraverso i gasdotti.

Come si Distribuisce?

  • Il GNL viene trasportato principalmente via nave dai paesi produttori ai terminali di importazione. Una volta raggiunto il terminale, viene riconvertito in gas mediante un processo di rigassificazione. Il gas naturale, in forma gassosa, viene poi distribuito attraverso una rete di gasdotti fino a raggiungere gli utenti finali (industrie, case, centrali elettriche).


In alternativa, il GNL può essere utilizzato direttamente nella sua forma liquida come combustibile per navi o camion, specialmente nei trasporti a lungo raggio.

Maggiori Paesi Produttori

I principali paesi produttori di GNL a livello globale includono:

  • Qatar: Uno dei maggiori produttori di GNL al mondo, con enormi riserve di gas naturale.
  • Australia: Uno dei principali esportatori globali, ha ampliato rapidamente la sua capacità di liquefazione.
  • Stati Uniti: Grazie allo sviluppo della tecnologia di fratturazione idraulica, gli Stati Uniti sono diventati un leader mondiale nella produzione ed esportazione di GNL.
  • Russia: Nonostante le tensioni geopolitiche, la Russia resta uno dei principali produttori di gas naturale e GNL.
  • Norvegia: Anche se meno estesa, la produzione di GNL norvegese è importante per l'Europa, grazie alla sua vicinanza geografica.

Vantaggi del GNL

Flessibilità: Essendo trasportabile via nave, non è limitato dalla necessità di gasdotti, rendendo più facile diversificare le fonti di approvvigionamento.
Riduzione delle emissioni: Rispetto al carbone e al petrolio, il GNL è un combustibile più pulito, emettendo meno CO2 durante la combustione.
Il GNL rappresenta una risorsa strategica per la transizione energetica verso un mix energetico meno dipendente dalle fonti fossili ad alta intensità di carbonio.



Articolo di Industria / Commenti