Indagine di Confimpresa: nel Sannio solo 60 le sagre autentiche
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Uno studio di Confimpresa sulle sagre “inventate”, fa emergere dati allarmanti. Solo una sessantina di sagre nel Sannio sarebbero “autentiche”, mentre le altre proporrebbero prodotti e piatti che non appartengono al territorio.
In Italia almeno due sagre su tre sono fasulle, tarocche comunque da abolire. E' quanto emerge dall'indagine svolta da Confimpresa Benevento. “Oggi più che mai - ha precisato Rino De Girolamo, presidente Provinciale di Confimpresa - occorre avviare una collaborazione con il Presidente Provinciale delle Pro-loco Antonio Lombardi, valorizzare le sagre 'buone’, che promuovono territori, prodotti tipici e gastronomia abbinando cultura, tradizione ed economia”.
In tal senso, Confimpresa Benevento, promuoverà un incontro, con le parti sociali interessate, affinché ci sia un confronto diretto fra i vari protagonisti di quella che quest'estate è stata definita un po’ come “la guerra della sagra” che, partita dall’ hinterland Sannita, su iniziativa di alcuni rappresentanti di Confimpresa Benevento, sta coinvolgendo tutta la provincia.
In Campania si tengono in un anno un migliaio di sagre (durata media dai 2 giorni in su). Nel Sannio sono tantissime le cosiddette “Sagre”, ma solo una sessantina di queste si possono considerare autentiche, perché nelle altre “false” sagre si propongono prodotti o piatti che non sono del territorio e non c'è alcuna attenzione alle questioni ambientali o di igiene.
Si può quindi ben capire perché Rino De Girolamo, “ha scelto di promuovere un tavolo istituzionale, con la proposta di preparare un manifesto in cui fissare regole e modalità per uno svolgimento corretto di questi eventi. Il progetto, che mira a superare l'attuale situazione che vede danni crescenti per la ristorazione (colpita da una concorrenza sleale) e seri pericoli per la salute dei consumatori, vista l'assenza di un minimo di controlli su ciò che viene portato in tavola o venduto”.
“Tradizioni e recupero di antiche produzioni – precisano - che rischiavano di essere perse sono di fatto gli obiettivi su cui ci troveranno d’accordo, anche se forse un po' meno convergenza c'è su cosa fare. Una delle cose da proporre, e che: non devono più trovare facilitazioni e addirittura sostegni economici tutte quelle iniziative che non valorizzano il territorio (dai produttori ai ristoratori) e che sono solo occasione di fare business (dai festival della Nutella a quelli delle patatine fritte, dalle sagre del pesce di mare in montagna alle feste dei motociclisti). Chi le vuole organizzare è libero di farlo, pagando però gli oneri per l'utilizzo degli spazi pubblici, sottoponendosi a tutti i controlli che valgono per gli esercenti e utilizzando personale preparato e non volontari”.
Per le sagre 'in regola”, invece, ponti d'oro e coinvolgimento di ristoratori, commercianti e produttori del territorio nella loro organizzazione mancanza degli oneri che gravano sulla ristorazione che garantisce però ciò che offre. Per fortuna, ha dichiarato il direttore di Confimpresa Benevento, “ci sono tante sagre serie e di valore, spesso organizzate da volontari, Il tutto unitamente a proposte culturali ed economiche mirano a valorizzare l'autenticità e a salvaguardare quei prodotti che sono rappresentanti genuini del luogo”.