Fattura elettronica. Ma le aziende sono pronte? Intervista al presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Benevento

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Fabrizio Russo, presidente Ordine Dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Benevento Fabrizio Russo, presidente Ordine Dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Benevento

Continuiamo ad esaminare le implicazioni dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni nell’ambito dell’emissione delle fatture. Sul tema, ilQuaderno.it ha intervistato il presidente dell'Ordine Dei Dottori Commercialisti e Degli Esperti Contabili di Benevento - Fabrizio Russo -  che ci ha spiegato i primi effetti della fattura elettronica: “L'auspicio è di non ripetere l’esperienza dello spesometro”.

L’entrata in vigore della fattura elettronica, come già riportato nel nostro precedente articolo, ha creato non pochi disagi, specialmente in Campania, dove è intervenuto anche il Codacons attivando un servizio di assistenza telefonica volto a fornire indicazioni e suggerimenti a chiunque ne avesse bisogno. Tuttavia, bisogna comprendere quali saranno i cambiamenti introdotti dalle nuove disposizioni e su chi graveranno.

"Attualmente il nuovo provvedimento sta causando numerose difficoltà, soprattutto per le piccole attività, non pronte al cambiamento delle modalità di emissione delle fatture sia da un punto di vista culturale che richiede molta attività di training per i dipendenti sia strutturale, nel senso che mancano materialmente i mezzi e i dispositivi informatici per supportare l’emissione di fatture elettroniche", spiega il presidente dell'Ordine dei dottori Commercialisti di Benevento, Fabrizio Russo.

"Già da tempo, infatti, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti aveva chiesto lo spostamento del tempo di applicazione della fattura elettronica, scaglionando l’obbligo di adeguamento in base alla dimensione delle imprese, ma siamo stati inascoltati" - continua Russo - "Noi commercialisti siamo già abituati a comunicare in modo telematico, ma per le piccole imprese stanno emergendo una serie di problematiche operative che rendono difficile l’adeguamento.  Va, inoltre, considerato il problema di come reagirà il sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate: l’introduzione dello spesometro, a suo tempo, fu un vero e proprio disastro che mandò in crash il sito dell’Agenzia, provocando una serie di ritardi a cascata. Oltretutto, bisogna tener conto del fatto che il sistema di archiviazione dell’Agenzia delle Entrate è stato considerato non a norma dal Garante della Privacy, il che minaccia la nostra riservatezza: sempre ai tempi dello spesometro, infatti, non c’era alcun limite di accesso; i dati di ciascuno di noi erano visibili a tutti.
Attualmente c’è un aggravio, non posso sapere se a lungo termine si otterranno dei benefici, sarebbe presto per parlarne, a sicuramente al momento non vedo dei risparmi né per l’utente né per l’azienda. Probabilmente l’unico risparmio certo è quello della stampa cartacea".

Cosa è cambiato, dunque, per i commercialisti?

"Sicuramente per noi l’e-fattura sta comportando molta attività di formazione sia verso i dipendenti che verso i clienti e, soprattutto, costi, perché abbiamo dovuto adeguarci anche dal punto di vista informatico e, quindi, software.
Inoltre, noi commercialisti, soprattutto qui al Sud, abbiamo grosse difficoltà di ottenere rimborsi per i costi che sosteniamo.
Ci sarà una riduzione di lavoro, nel senso che la digitalizzazione porterà via molto lavoro agli studi piccoli che si basano sulla contabilità. Noi, in qualità di commercialisti, abbiamo come punto forte la fiducia dei nostri clienti, il vantaggio della componente relazionale che caratterizza le nostre attività: senz’altro anche noi dovremmo, poi, adeguare le nostre attività e dedicare più tempo ad un’ulteriore formazione nell’ambito consulenziale".

Carmen Chiara Camarca

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