Milan Design Week. C'è anche il sannita Mastrocinque

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Filippo MastrocinqueFilippo Mastrocinque

Trip to Milan è il viaggio, solo a tratti immaginario, che Mastrocinque sperimenta in una dimensione che emancipa dal provincialismo di provenienza.

Filippo Mastrocinque, architetto beneventano classe ’75, nel fine settimana che va da venerdì 11 aprile a domenica 13, esporrà i suoi lavori alla Milan Design Week nell’ambito dell’edizione 2019 del Fuori Salone di Milano, ovvero l’evento più importante al mondo dedicato al settore del disegno industriale.

La personale di Mastrocinque denominata Trip To Milan, autodidatta ma attento a tutto ciò che è sperimentazione e alle tecniche d’avanguardia, si terrà presso lo showroom Gambàri, di Rinaldo Gambàri, architetto-designer di borse che, nell’occasione, presenterà la sua collezione di prodotti. Siamo a Milano, in via Vivaio 14 (nei pressi di Porta Venezia), nel cuore del quartiere Liberty. Mastrocinque è un’artista poliedrico, che ancora oggi rimane affascinato dal mistero delle capacità innate. Si è avvicinato al mondo delle illustrazioni apparentemente per caso, spinto dalla frenesia dei tempi moderni e dalla voglia di sperimentazione. L'esigenza di comunicare per immagini unita alla necessità tecnologica imposta dal lavoro modernizzato ha guidato il passaggio all'elaborazione digitale di bozzetti che continua a realizzare a mano libera. Inizia così la ricerca dei riferimenti ed il riconoscimento stilistico. Il cubismo, i manifesti pubblicitari italiani di ispirazione futurista, i manifesti russi di inizio '900, la pop art lo hanno influenzato non poco. Coglie le idee dalla vita quotidiana, dalle sue esperienze, dalla sua formazione e le condisce con la giusta dose di ironia e visionarietà. Ha sempre considerato inscindibile il mio lavoro di architetto dalla passione per le illustrazioni.

Trip to Milan è il viaggio, solo a tratti immaginario, che Mastrocinque sperimenta in una dimensione che emancipa dal provincialismo di provenienza. Un viaggio fisico, fatto di conoscenze brevissime, di luoghi toccati, di reminiscenze raccontate. Lo sforzo di sradicarsi, anche per pochi istanti, dalla quotidianità e soddisfare il bisogno di confronto, lo spinge verso la città-meta, l’avamposto dello sviluppo, dell’avanguardia, della civiltà. È un piccolo passo verso l’emancipazione o, probabilmente, è solo il salto ad un livello di provincialismo meno accentuato. Fatto sta che il passo avviene, è reale. Nel suo personale immaginario condensa l’esperienza vissuta nella rappresentazione di tratti somatici che ambiscono alla perfezione, trasversali ai colori di razza e al sesso. In un gioco compositivo che concentra la sua attenzione sul filtro visivo, Filippo esalta alcuni concetti stereotipati che mantengono la loro forza nonostante il ricorso abusato. Il progetto prevede l’esposizione di otto pannelli 70x70 cm che rappresentano le illustrazioni della serie inedita Trip to Milan. I pannelli sono stampati su ecopelle seguendo principi che salvaguardano l’ambiente (uso di un supporto artificiale e di inchiostri a base d’acqua).



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