Alla Rocca dei Rettori, la mostra: “La Buona Mefite e il Mefitismo, un nuovo approccio alla Valle dell’Ansanto”

12:38:23 5703 stampa questo articolo
Rocca dei Rettori Rocca dei Rettori

Anche Publio Virgilio Marone, nel VII Libro del sublime poema “Eneide”, la caricò di connotazioni negative facendola coincidere con la porta degli Inferi. 

Presso le Sale espositive della Rocca dei Rettori di Benevento, nei giorni 2 e 3 marzo 2019, è in programma la mostra “La Buona Mefite e il Mefitismo, un nuovo approccio alla Valle dell’Ansanto”. Promossa dal Centro di ricerca tradizioni popolari “La Grande Madre”, presieduto da Franca Molinaro, con la cooperazione di Auser Uselte (Università sannita dell’età libera e della terza età, affiliata Auser), presieduta da Adriana Pedicini, con il patrocinio della Provincia di Benevento e del Comune di Rocca San Felice (AV), la mostra vuole essere strumento per ricongiungere i luoghi in cui si è irradiato il culto di Mephite, dall’Irpinia al Sannio Storico, alla Lucania, fino a Cremona.

Dalla Valle dell’Ansanto, località distante circa 60 chilometri dal capoluogo sannita, la Mostra, che ha sede fissa in Rocca San Felice (AV), ma che diventa anche itinerante come nel prossimo marzo presso la Rocca dei Rettori, ha la finalità di aprire una riflessione sulla “Buona novella”, suggestivo tema di antropologia culturale concernente il culto della prima Grande Madre italica, Mefitis.

Com’è noto, a poca distanza dall’abitato di Rocca San Felice, si trova in una valle la Mephite, la più grande emissione gassosa d’Europa: proprio in questo importante sito archeologico è nato il culto della prima Grande Madre italica, Mefitis, dea della creazione, delle acque, della fertilità, madre del cielo e della terra. Il tempio di Mefitis era visitato da numerosi pellegrini provenienti da altri centri del Sud. Con la conquista romana, la dea passò da divinità prima a divinità accessoria e, per di più, scomoda: le venne attribuita la supremazia sulle acque maleodoranti e cloache.

Anche Publio Virgilio Marone, nel VII Libro del sublime poema “Eneide”, la caricò di connotazioni negative facendola coincidere con la porta degli Inferi.

La storia successiva è stata un crescendo di negatività, coadiuvate dall’odore di zolfo e, purtroppo, dalle morti di animali e di uomini incauti che hanno voluto sfidare i segreti della natura. Il Centro di ricerca tradizioni popolari “La Grande Madre” ha studiato a lungo il luogo, ha indagato grazie a soci esperti e si è avvicinato ai luoghi della morte, riscoprendo le energie antiche per riproporle e riscattarne la memoria.

Particolarmente impegnati sul “Fronte Mephite” sono i soci: Raffaele Bertolini, artista; Benito Vertullo, cameramen; Franca Molinaro, giornalista etnografa; Olga De Castro docente di Biologia Botanica Molecolare presso l’Università Federico II; Antonio Raschi, Direttore Istituto di Biometeorologia del CNR Firenze.

Auser Uselte coopera per la mostra in quanto rientra nella sua “mission”: l’Associazione infatti è impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo delle persone anziane e valorizzare il loro ruolo nella società.



Articolo di Musei & Mostre / Commenti