Apertura della Porta Santa e Santa Messa nella Notte di Natale 2024

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La nascita di Cristo: una speranza che si rinnova

Alle ore 19:00 del 24 dicembre 2024, Papa Francesco ha presieduto il solenne rito dell’Apertura della Porta Santa e la Messa nella Notte di Natale, segnando l’inizio di un nuovo Giubileo. Durante la celebrazione, il Santo Padre ha offerto un’omelia profonda, ricca di riflessioni sulla speranza cristiana e sull’importanza di riscoprirla nelle difficoltà del nostro tempo.

La luce della speranza nella notte di Natale

Un angelo del Signore, nella notte di Betlemme, annunciò ai pastori una gioia immensa: «Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore» (Lc 2,10-11). Questo messaggio di speranza, ha sottolineato il Papa, illumina ancora oggi le tenebre del mondo: Dio si è fatto uomo per sollevare l’umanità, per abbracciarla con la sua infinita misericordia. La gloria del cielo si è manifestata nella semplicità di un Bambino, a dimostrazione che anche nei cuori più poveri può sbocciare una speranza viva e incrollabile.

L’inizio di un nuovo Giubileo

Con l’Apertura della Porta Santa, ha spiegato Papa Francesco, si spalanca simbolicamente la porta della speranza per ogni uomo e donna. È un invito a mettersi in cammino con lo stupore dei pastori, a non rimanere bloccati dalla paura o dall’indolenza, ma a lasciarsi attrarre dalla buona notizia del Vangelo. Il Papa ha esortato i fedeli a non indugiare, a seminare speranza nelle desolazioni del nostro tempo, dove guerre, ingiustizie e povertà continuano a ferire il mondo.

La speranza, dono e impegno

La speranza cristiana, ha ricordato il Santo Padre, non è un’illusione, né un’attesa passiva di un lieto fine, ma una promessa concreta che richiede coraggio e responsabilità. Essa ci chiama a tradurla in azioni, ad affrontare le sfide con audacia e compassione. È una speranza che si oppone alla mediocrità, che rifiuta il quieto vivere e ci sprona a sognare un mondo nuovo, fondato sulla pace e sulla giustizia.

Un Natale che inquieta e rinnova

Richiamando le parole di un sacerdote scrittore, il Papa ha invitato a vivere il Natale con un’insoddisfazione santa: «Signore, toglici le nostre paci fasulle e donaci l’inquietudine di voler cambiare ciò che non va». Questa inquietudine, ha detto, ci spinge a non fermarci, a muoverci “senza indugio” verso la verità e la speranza che Cristo porta nel mondo.

Portatori di speranza

Il Giubileo appena iniziato è un tempo favorevole per portare speranza dove è stata smarrita: nelle ferite della vita, nei sogni infranti, nelle solitudini e nelle sofferenze. È un impegno per tutti i cristiani, ha ribadito il Papa, quello di diventare pellegrini di luce nelle tenebre del mondo, offrendo la gioia del Vangelo, l’amore e il perdono.

La tenerezza di Dio nel presepe

Concludendo l’omelia, Papa Francesco ha invitato i fedeli a contemplare il presepe e la tenerezza di Dio manifestata nel Bambino Gesù. «In questa notte, la Porta Santa del cuore di Dio si apre per ciascuno di noi», ha detto. È un invito a lasciarsi rinnovare dalla speranza che nasce con Cristo, perché «con Lui la vita cambia e la speranza non delude».

Questo Natale, ha ricordato il Santo Padre, è il momento per riscoprire la gioia dell’incontro con il Signore e per impegnarsi a trasformare il mondo in un luogo dove regnino la pace, la giustizia e l’amore. Un Natale di speranza, che chiama ciascuno di noi a essere testimone e seminatore di luce.



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