29 febbraio: storia e leggende del giorno che compare ogni 4 anni

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Miti, leggende e vecchie credenze bollano l’anno bisestile come anno funesto. Ecco però perché abbiamo nel calendario un giorno in più.

Puntuale, come ogni 4 anni è giunto il 29 febbraio. Siamo nell’anno bisestile, quello che da sempre nelle credenze popolari è visto come l’anno funesto. Ill 29 febbraio è nato per evitare lo slittamento delle stagioni ed ha rispetto a tutti gli altri anni un giorno in più, 366.

Insomma, se per secoli i calcoli sui giorni sono rimasti errati fino all’intuizione di Giulio Cesare, ed al ricalcolo dell’intero calendario effettuato da papa Gregorio XIII, bisogna comuqnue capire perché un anno è considerato bisestile. Per farlo bisogna provare a dividerlo per 400, ad esempio il 2000 lo è, ma questo vale solo per gli anni che sanciscono l’inizio del secolo. In realtà il giorno in più, che si registra, serve a non ritrovarci ogni 4 anni con un giorno in anticipo visto che la terra per girare intorno al sole c’impiega 365 giorni e 6 ore.

Come spiega però  il National Geographic, neanche il sistema Gregoriano è perfetto. "Aggiungere un giorno ogni quattro anni è un po' troppo", dice James Evans, fisico della University of Puget Sound. Calcolando il giorno bisestile aggiunto ogni quattro anni, l'anno del calendario giuliano finiva per durare 365,25 giorni, contro i 365,242 di quello solare: una differenza di circa 11 minuti, che accumulandosi nel tempo diventavano un giorno intero ogni 128 anni. Nel XVI secolo la discrepanza era diventata di ben dieci giorni, con conseguenze fastidiose anche per il calcolo delle festività cristiane.

Il detto "Santa Lucia, la notte più corta che ci sia" risale proprio a quegli anni: il 13 dicembre, festività della santa, si trovava a coincidere con il solstizio d'inverno, che in realtà cade il 23. Fu dunque papa Gregorio XIII a commissionare agli astronomi l'elaborazione di un nuovo calendario, che entrò in vigore nel 1582 e fu detto, appunto, calendario gregoriano. Per mettere in pari il calendario con l'anno solare, Gregorio decretò la "sparizione" di dieci giorni: dal 4 ottobre 1582 si passò direttamente al 15. Poi entrò in vigore la sua riforma: gli anni divisibili per quattro restavano bisestili, ma non quelli divisibili anche per 100, come il 1900. Eccezione nell'eccezione, restavano bisestili quelli divisibili anche per 400: ecco perché il 2000 ha avuto il suo 29 febbraio. Insomma, cancellare tre 29 febbraio ogni 400 anni ci aiuta a tenere sincronizzato il calendario”.

Proprio l’aggiunta di questo giorno in più ha paventato nei secoli all’interno delle coscienze popolari poi tramandate negli anni, la concezione che gli anni bisestili, si chiamano così perché “bisextus” dal latino due volte sesto stava a dire che il giorno doppio era quello che anticipava di sei giorni le calende di marzo, fossero segno di disgrazie, pestilenze e carestie. Una concenzione quella "di anno bisesto anno funesto", che nel mondo anglosassone si ribalta completamente visto che viene visto come un anno favorevole. 

Ad insinuare il tarlo, l'anno bisestile è comunque anche l'anno delle Olimpiadi, nel Belpaese fu il nonno del Savonarola che in un certo qual modo amplificò l'inclinazione romana e dunque antica dello scetticismo verso i cambiamenti e dunque verso le cose che non apparivano regolari. Inoltre, in alcuni di questi anni bisestili si verificarono alcuni eventi tragici. Nel 1908 il terremoto colpì Messina e Reggio e fece in poco più di 37secondi tra le 90mila e le 120mila vittime. Terremoto che si ripetè questa volta in Belice nel 1968 ed in Friuli 1976 mentre nel 2004 fu lo tsunami a mietere distruzione e morte. Anche il 2012 però era un anno bisestile, l'anno della profezia Maya che prevedeva la fine del mondo ma così non fu. 

Credenze e superstizioni nelle culture del medioevo avevano sempre terrorizato il popolo, ed alcune fatalità avevano accentuato e tramandato la paura verso questo giorno in più che il calendario ci regalava. Ma forse, non è proprio così. 

 



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