Scoperta a Pompei una rara megalografia dionisiaca: un viaggio nei misteri del culto antico

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Pompei megalografia dionisiaca (foto: Agnese Sbaffi e Emanuele Antonio Minerva ‐ Ministero della Cultura)Pompei megalografia dionisiaca (foto: Agnese Sbaffi e Emanuele Antonio Minerva ‐ Ministero della Cultura)

Un affresco straordinario svela nuove sfumature del culto di Dioniso e della vita pompeiana.

A oltre un secolo dalla scoperta della celebre Villa dei Misteri, una nuova meraviglia artistica emerge dagli scavi di Pompei: una maestosa "megalografia" risalente al I secolo a.C. Questo straordinario ciclo pittorico, di dimensioni quasi reali, è stato rinvenuto in una grande sala per banchetti situata nell'insula 10 della Regio IX della città antica. Il fregio, che adorna tre delle pareti dell’ambiente (mentre la quarta si apre su un giardino), raffigura il corteo dionisiaco, offrendo un vivido spaccato di riti e simbolismi legati al culto del dio del vino.

La scena principale è animata da baccanti, rappresentate sia come danzatrici estatiche sia come feroci cacciatrici, alcune con un capretto sgozzato sulle spalle, altre con una spada e le viscere di un animale nelle mani. Accanto a loro, giovani satiri dalle orecchie appuntite suonano il doppio flauto o compiono libagioni con gesti acrobatici, versando il vino in coppe cerimoniali. Al centro del fregio, spicca la figura di una donna accompagnata da un vecchio sileno che sorregge una torcia, segno della sua imminente iniziazione ai misteri dionisiaci, il culto che prometteva rinascita e immortalità ai suoi seguaci.

Un'illusione tra arte e realtà

Uno degli aspetti più affascinanti di questa nuova scoperta è la rappresentazione delle figure su piedistalli, come se fossero statue. Tuttavia, la vivacità dei loro movimenti e la resa dettagliata delle carnagioni e delle vesti le rendono incredibilmente realistiche. Il complesso archeologico è stato ribattezzato “Casa del Tiaso”, in riferimento al corteo di Dioniso, e si inserisce nella tradizione dei culti misterici, accessibili solo agli iniziati attraverso rituali segreti.

L’iconografia di questo affresco rievoca profondi significati religiosi e sociali dell’epoca, sottolineando il contrasto tra la donna dionisiaca, libera e selvaggia, e la donna che incarna la bellezza classica e domestica, emblema di Venere. Questa tensione tra ordine e caos, tra natura e società, è un tema ricorrente nei miti dionisiaci e viene magnificamente esaltato nella nuova scoperta di Pompei.

Il legame con la Villa dei Misteri e l’elemento della caccia

Il fregio dionisiaco recentemente rinvenuto è attribuibile al II Stile della pittura pompeiana, risalente agli anni 40-30 a.C., e rappresenta una delle rare megalografie conosciute, paragonabile a quella della Villa dei Misteri. Tuttavia, la "Casa del Tiaso" introduce un elemento nuovo: la caccia. Sopra la scena principale, infatti, corre un secondo fregio più piccolo, raffigurante animali vivi e morti, tra cui un cerbiatto, un cinghiale sventrato, galli e pesci. Questo dettaglio rafforza la connessione tra il culto di Dioniso e la natura selvaggia, già evocata dalle baccanti cacciatrici.

Il significato della scoperta e la sua fruizione pubblica

Come sottolinea Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei e co-autore del primo studio pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, questa scoperta offre una straordinaria finestra su una ritualità antica e su un culto che affonda le sue radici nel mondo miceneo e cretese. Dioniso, conosciuto anche come Zagreus, era venerato come signore degli animali selvatici e della trasformazione, un simbolo della continua oscillazione tra la vita e la morte.

Il sito sarà visitabile fin da subito nell’ambito delle visite al cantiere archeologico, già avviate durante gli scavi. Dal lunedì al venerdì, alle ore 11, piccoli gruppi di visitatori (massimo 15 persone) potranno accedere all’area, accompagnati dagli esperti che illustreranno i ritrovamenti e le metodologie di scavo. Le prenotazioni sono disponibili al numero 327 2716666, e l’accesso è incluso nel biglietto del Parco Archeologico di Pompei.

Verso la valorizzazione di un nuovo tesoro archeologico

Gli scavi della Regio IX, avviati nel febbraio 2023 su un’area di 3.200 m², hanno riportato alla luce un intero isolato della città sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Tra le strutture emerse figurano due case di epoca sannitica, trasformate successivamente in una lavanderia e in un panificio con forno e macine. Accanto a queste, una grande domus ha restituito ambienti decorati con affreschi di straordinaria bellezza, tra cui il "salone nero" con scene tratte dalla saga troiana, un sacrario con allegorie delle quattro stagioni e un complesso termale.

L’intervento di restauro e messa in sicurezza è ormai nella sua fase finale, e un progetto di valorizzazione garantirà la futura apertura permanente dell’area al pubblico. La scoperta della "Casa del Tiaso" e della sua megalografia rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione della cultura religiosa e artistica dell’antica Pompei, offrendo ai visitatori un'esperienza immersiva nei misteri del mondo dionisiaco.



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